Durante l’evento di ieri è stato presentato anche Apple Watch Series 3 che, però, come abbiamo potuto constatare in Italia non sarà disponibile nella variante LTE, presumibilmente per l’assenza di accordi con gli operatori telefonici, vista la loro importanza fondamentale per la duplicazione del numero di telefono sulla eSIM presente nello smartwatch. Ad onor di cronaca, TIM è stato sinora l’unico carrier italiano ad aver adeguato la propria rete con il supporto alle SIM virtuali, visto che ha in catalogo il Samsung Gear S2 Classic 3G; quasi tutti gli altri invece offrono o hanno offerto servizi come SIM Bis, che permette di avere lo stesso numero attivo su più schede. Ovviamente, questo è uno degli scenari possibili, visto che non è da escludere Apple abbia voluto privilegiare alcuni mercati, mettendo in coda gli altri: sul proprio sito USA, infatti, la società dichiara che Apple Watch Series 3 LTE sarà disponibile il prossimo anno anche in altre nazioni oltre a quelle elencate.
Del resto, è arduo pensare che Cupertino abbia voluto commercializzare in Italia solo i modelli Sport e Nike+ che le garantiscono ricavi minori rispetto ad Apple Watch in acciaio (compresa la variante Hermés) o i due modelli Edition, da quest’anno disponibili in ceramica bianca e in ceramica nera: tutti i modelli non presenti nel nostro catalogo nascono già col supporto LTE. È interessante notare come i prezzi di Apple Watch non siano variati rispetto alla scorsa generazione: anzi, Apple ha abbassato di svariate decine di Euro i modelli Sport.
Nel momento in cui scrivo, nelle nazioni in cui è presente il nuovo smartwatch i piani dati si aggirano attorno agli € 10 mensili (si va dai 10 Dollari USA alle 5 Sterline nel Regno Unito). Se il trend dovesse essere confermato anche in Italia, sarebbe lecito aspettarsi tariffe simili. Tuttavia, non so quanto ne possa valere la pena: dal mio personalissimo punto di vista, si tratterebbe di essere perennemente raggiungibile da chiunque, clienti invadenti compresi. Certo, la comodità di poter ascoltare la musica che si vuole in qualsiasi situazione senza doversi portar dietro lo smartphone è indubbia, così come il vantaggio di ricevere e-mail in mobilità, ma è anche decisamente difficile poterle consultare o poter scrivere una replica dal piccolo schermo al polso (vero, c’è la dettatura vocale, ma si presta più a messaggi rapidi). Apple Watch Series 3 LTE, quindi, mi sembra più come un esercizio di stile da parte di Cook e soci, confermando ancora una volta che è lo smartwatch ideale una volta che lo si è provato per qualche giorno, ma rimane non fondamentale averne uno.