Recensione: Fujifilm GFX 50s, la giovane medio formato già detta le regole

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Agosto è un mese molto critico per i fotografi di cerimonia come me, perché vi si concentrano tantissimi eventi, ma quando mi hanno detto che potevo provare la Fujifilm GFX 50s non ci ho pensato su due volte e ho detto: sì, lo voglio! Sebbene il lancio di questa fotocamera medio formato sia ormai datato 23 febbraio 2017, la curiosità che si è scatenata fra i professionisti è ancora tantissima e non è per nulla facile riuscire a trovarne un esemplare in prova nei negozi di fotografia, in quanto pochissimi sono autorizzati a venderla ed esporla. E difficilmente si può pensare di acquistare un prodotto del genere senza prima averlo testato dal vivo. Noi l’abbiamo ricevuta da Fujifilm, ma ci teniamo a ringraziare anche Riflessi Shop di Torino, il quale ci ha messo la proverbiale “buona parola”. Tra l’altro è l’unico negozio in Piemonte dove si può vedere e provare la GFX e sono solo una ventina in tutta Italia (qui si possono ricercare).

La GFX 50s mi è arrivata in una valigia rugged, resistente agli urti ed alle piccole immersioni, completamente compartimentata per ospitare la macchina, 4 obiettivi (in dotazione ce n’erano 3), il caricabatterie e il mirino. Quando ho aperto la valigia ho sinceramente provato un tuffo al cuore per l’emozione ed anche un po’ di smarrimento: è una piccola medio formato o una grande mirrorless? Vi lascio alla lettura della recensione così potrete trarre le vostre conclusioni, le mie le ho già ben chiare in mente.

Spoiler Alert: troverete tanti aggettivi superlativi e spesso partirò per la tangente raccontandovi delle cose che mi sono capitate durante l’uso. Perdonatemi, è la pura meraviglia di un bambino che ha tra le mani il giocattolo più ambito!

Caratteristiche principali

Qual è il primo aspetto fondamentale delle caratteristiche di una medio formato? Sicuramente il sensore, e togliendo il tappo anteriore della GFX (la chiamerò così o solamente 50s per comodità) non possiamo che rimanere sbalorditi dalla sua grandezza. Misura 44 x 33 mm e cattura immagini da 50MP (le foto sono grandi 8256 x 6192 pixel). La risoluzione è ottima e forse non fa più gridare al miracolo dato che anche su reflex Full Frame si riesce a raggiungerla, ma il sensore è comunque 1,7 volte più grande (circa) e questo rende ogni cambio di obiettivo un momento di stupore. Fujifilm ha deciso di saltare completamente il formato 35mm, forte delle ottime prestazioni delle sue macchine APS-C con sensore X-Trans, sia come qualità d’immagine che come resa ad alti ISO.

Ma non solo di sensore dobbiamo parlare, perchè la GFX è grande anche dal punto di vista dimensionale. Sì, ma quanto? Per farvi un esempio è più grande di una 5D Mark IV, ma solo se montiamo il mirino ottico (fornito di serie ma scollegabile) altrimenti, senza mirino, è solo più larga e gran parte di questa larghezza è dovuta allo spazio ricavato dietro il display per alloggiare sensore ed elettronica. Quindi la risposta alla domanda di introduzione secondo me è: è una grande mirrorless. E ne ho anche le prove. Una sera sono uscito portandola al collo con l’obiettivo più corto che avevo a disposizione (lo stupendo 23mm f/4) ed ho incontrato delle persone appassionate di fotografia che però non hanno minimamente notato la Fujifilm nelle mie mani. Non ci volevo quasi credere. Certo c’è da dire che mi si vede spesso in giro con una fotocamera diversa, ma è proprio questo che mi ha convinto maggiormente. Le dimensioni sono importanti ma non tali da spaventare o portare l’osservatore a cambiare il suo comportamento. Posso tranquillamente affermare che è possibile fare street photography con questa medio formato e c’è qualche esempio nella galleria più in basso.

Credo di essermi un po’ dilungato nel precedente paragrafo, ma vi avevo avvertito. Molto in breve, le altre caratteristiche degne di nota sono la gamma ISO che va da 50 a 102400, lo schermo touchscreen da 3,2″ movimentato dallo stesso meccanismo presente sulla X-T2 (recensione), un display secondario con i dati di scatto e la possibilità di registrare video in FullHD.

Corpo ed ergonomia

La prima medio formato digitale di Fujifilm è una macchina comoda, sopratutto per quanti sono abituati alle Reflex digitali moderne. Si impugna bene con tutte le dita e c’è tantissimo spazio per il palmo e il pollice. Abituati a cercare (spesso riuscendoci) di rendere comode le proprie piccole mirrorless, gli ingegneri di Fujifilm hanno sfruttato alla grande tutto lo spazio in più qui presente. La GFX ha inoltre una buona dotazione di pulsanti etichettati in modo leggibile, posizionati intelligentemente e sempre piuttosto comodi da raggiungere. Quelli che mi erano sembrati un po’ fuori posto all’inizio sono il pulsante play e quello cestino, nonché i due tasti posti sopra la sporgenza del grip per il pollice. Ma in realtà danno questa impressione appena si guarda la macchina, dopo ci si fa l’abitudine.

Di solito devo specificare di avere le mani grandi, perché le mirrorless sembrano mediamente realizzate per misure più piccole, ma in questo caso mi sono trovato davvero comodo. L’ergonomia è massimizzata dalle dimensioni del corpo, dalla forma dell’impugnatura e da un peso ben bilanciato, anche con il 110mm f/2. La GFX si tiene come una reflex e la presa più comoda è quella classica a due mani, con la sinistra a sorreggere l’obiettivo e la destra sull’impugnatura. Così facendo si riescono a raggiungere con il pollice i principali comandi posti sul retro e la ghiera cliccabile posteriore mentre con l’indice risultano alla giusta distanza il pulsante di scatto, il selettore di accensione, il tasto per la compensazione dell’esposizione oltre che la ghiera cliccabile frontale. Personalmente trovo anche comodo l’uso del medio per premere il pulsante personalizzabile posto di fianco alla baionetta dell’obiettivo. In pratica durante una sessione di scatto potrebbe capitare di non dover toccare altro.

Display e mirino

Partendo dalle specifiche tecniche, il display principale della GFX è un’unità da 3,2″ in formato 4:3 da oltre 2,3 milioni di punti ed è montato su un meccanismo derivato da quello presente sulla X-T2. Il movimento è possibile sia verso l’alto fino a 90° (vista che ricorda molto le Hasselblad con mirino a pozzetto, per restare in tema) che verso il basso fino a circa 45°, ma vi è anche una cerniera laterale per girarlo verso destra di circa 60°. Come ho già detto nella recensione della X-T20, il movimento verso destra va in realtà inteso come un movimento verso l’alto quando usiamo la fotocamera in verticale ed è estremamente comodo nelle foto in studio, foto di bambini o in tutte le occasioni nelle quali dobbiamo scattare in verticale e siamo più in basso rispetto al soggetto.

Il display è anche dotato di touchscreen e riprende tutte le funzioni della piccola X-T20 ovvero touch AF, Focus Area, o disattivo in modalità ripresa e Swipe, pinch to zoom e doppio tocco nella modalità di riproduzione. Al momento nella GFX non è possibile utilizzare il display per la selezione del punto di fuoco quando si utilizza il mirino per inquadrare, ma c’è comunque il joystick che sopperisce egregiamente a questa mancanza.

La GFX ha anche un secondo display posto all’estrema destra della parte superiore della fotocamera. Questo è sempre in funzione quando la batteria è inserita e non incide quasi per nulla sui consumi. Quando la macchina è spenta visualizza solamente il numero di scatti residui sulla scheda (secondo le impostazioni utilizzate prima dell’ultimo spegnimento) e la carica residua della batteria. Le informazioni sono generalmente visualizzate in bianco su sfondo nero, ma se si preme il piccolo pulsantino per attivare la retroilluminazione, lo schema colori si inverte (come nella foto qui sopra). Tramite questo display possiamo tenere sotto controllo tutti i parametri principali di scatto e, qualora lo volessimo, le informazioni visualizzabili sono personalizzabili agendo sul menu / set up / impostaz schermo / imp. monitor secondario.

Quando fu’ presentata per la prima volta al pubblico la GFX 50s, ricordo distintamente lo stupore che provai quando capii che il mirino ottico non era integrato con la fotocamera. Certo non è una novità nel settore, ma la realizzazione è così ineccepibile che sembra di trovarsi di fronte a due macchine diverse a seconda che la si veda con o senza il mirino. Questo perché non sembra un “pezzo” aggiunto ma un elemento completamente solidale con la macchina. Abbandoniamo ancora una volta i miei sproloqui e concentriamoci sulle caratteristiche tecniche. Il mirino utilizza uno schermo OLED da mezzo pollice con un’impressionante risoluzione di 3,69 milioni di punti. La copertura è ovviamente del 100% con un ingrandimento pari a 0,85x. La qualità è pazzesca, il refresh rate è adeguato ma sopratutto sembra di stare al cinema per quanto è grande l’immagine che vediamo dentro il mirino.

Controllo, impostazioni, menu

Se me lo concedete, direi di archiviare alla svelta la parte relativa al menu, in quanto le variazioni rispetto X-Pro2 e X-T2 sono minime e lo abbiamo già analizzato nelle rispettive recensioni. Si tratta di quello ormai classico utilizzato da Fujifilm, suddiviso in schede e navigabile in verticale (senza soluzione di continuità), con le impostazioni poste sul piano orizzontale. Sono presenti sia il Quick Menu (richiamabile con il tasto Q posto sul grip per il pollice) che il my menu, personalizzabile con le impostazioni che si usano più di frequente. In genere direi che il menu delle fotocamere Fujifilm è uno dei più completi e funzionali, anche se al momento non è navigabile tramite touch screen. Dico al momento perché la casa ci ha abituati a continui miglioramenti con gli aggiornamenti firmware, tant’è che nella X-T20 sarà aggiunta a breve la possibilità di selezionare il punto AF con il touch durante l’uso del mirino, cosa che inizialmente non era presente come non lo è ad oggi nella GFX.

Osservando la parte frontale della fotocamera è impossibile non notare che è praticamente dominata dall’innesto per gli obiettivi, il quale occupa quasi tutta l’altezza (mirino escluso) e oltre metà della larghezza complessiva. In alto a destra c’è il connettore PC Sync per i flash, proseguendo in senso orario abbiamo il pulsante di sgancio dell’obiettivo e un primo tasto personalizzabile. Posizionata sul grip vi è la ghiera cliccabile frontale, il selettore per l’accensione e lo spegnimento con al centro il pulsante di scatto. Subito a fianco il pulsante per la compensazione dell’esposizione. Curiosamente il tasto di scatto è liscio e non riporta la tipica filettatura per lo scatto remoto a vite, scelta in controtendenza rispetto gli altri corpi della casa.

Passiamo alla vista dall’alto, cominciando da sinistra, dove abbiamo la torretta per la selezione degli ISO con valori che vanno da 100 a 12800 con incrementi di 1/3 oltre ai quali sono presenti anche la modalità A (sensibilità automatica) e C (controllo del valore ISO tramite ghiera frontale). Solo impostando la torretta su C è possibile accedere alla gamma di sensibilità estesa e possiamo selezionare ogni valore possibile, compresi quelli estesi di ISO 50 e 102400. Subito a fianco vi è la slitta per il flash o per collegare il mirino elettronico. Anche montando il mirino, la slitta per il flash viene replicata in cima a quest’ultimo, per cui non si perde la possibilità di utilizzare i lampeggiatori. Sempre parlando del mirino, segnalo che a sinistra è presente la ghiera per la correzione diottrica, mentre a destra c’è il pulsante per la selezione della modalità di visualizzazione (sensore occhi, solo EVF, solo Display, OFF) e appena sotto l’oculare è posto il sensore per il rilevamento della vicinanza dell’occhio, che scambia automaticamente display e mirino.

Continuando ancora verso destra troviamo la torretta dei tempi con sopra serigrafati i valori da 1 secondo fino a 1/4000. L’avanzamento nella selezione dei tempi è di uno stop intero con la possibilità di scegliere i valori intermedi (in positivo e negativo) fino a 2/3 di stop utilizzando la ghiera posteriore. Sulla seconda torretta troviamo la modalità A (selezione automatica del tempo di scatto) B (posa B) e T (selezione del tempo di scatto attraverso la ghiera cliccabile. Entrambe le torrette presentano al centro un pulsante che permette di bloccarle per evitare movimenti accidentali. Subito sopra i tempi c’è il pulsante Drive per il metodo di avanzamento, che analizzeremo nel paragrafo inerente. Conclude il nostro tour il display di stato, con il suo pulsante per l’attivazione dell’illuminazione che abbiamo visto poco fa. Sempre dall’alto possiamo osservare i comandi posti sulla sporgenza dietro al display: il selettore per la modalità di messa a fuoco (Singola, Continua e Manuale), il pulsante Cestino e quello di Riproduzione.

Guardando il retro della GFX notiamo come il display occupi una larga parte del corpo e si trovi all’estrema sinistra, mentre i comandi sono tutti sulla destra. Partendo dall’alto e proseguendo in orizzontale abbiamo un pulsante personalizzabile, la ghiera cliccabile posteriore e sul grip del pollice un pulsante personalizzabile. Più in basso, proprio alla destra dello spigolo superiore dello schermo, c’è il joystick per la selezione del punto di fuoco e sul grip a destra quello del menu rapido (Q). Sopra il pad a quattro direzioni, al cui centro si trova menu/ok, c’è un ulteriore pulsante personalizzabile mentre in basso vi è il classico DISP per alternare le informazioni a schermo, che ha anche la funzione BACK durante la navigazione nel menu. Da notare che tutti i tasti direzionali del PAD sono personalizzabili.

AF – Messa a fuoco

La GFX 50s possiede un sistema di autofocus basato sulla ricerca di contrasto, che dalle prove è risultato molto preciso oltre che decentemente veloce. Sento che me lo state chiedendo e la risposta è no, non è veloce come il sistema ibrido della X-T2 o come una reflex di fascia alta, ma è davvero molto preciso e questa è una qualità essenziale per ottenere il massimo da un sensore del genere. I punti di messa a fuoco possono arrivare a 425, disposti in una griglia 17 x 25, oppure a 117 nella disposizione base (9×13). Il numero però non spiega tutto, infatti è possibile ingrandire le dimensioni del qudrato di ricerca del fuoco su 6 livelli distinti, dal più piccolo (1 punto) ad un’area 5 x 5, offrendo una sorta di “tolleranza” nella ricerca.

Animation courtesy of DPReview

Esistono anche altre due possibilità, già viste sulle altre Fujifilm, che sono AF Zona e Grandangolo/Tracciamento. Nel primo caso la griglia passa obbligatoriamente in configurazione 117 punti e possiamo selezionare una zona qualunque del fotogramma su cui mettere a fuoco, indicando la grandezza dell’area passando dalla configurazione 3×3 punti a quella 5×5 oppure alla più grande 7×7 punti. L’ultima modalità disattiva completamente la griglia e prende in esame l’intero fotogramma quando siamo in modalità AF-S, mentre in modalità AF-C (continuo) al centro di quest’area comparirà un quadrato di selezione che è utile per scegliere manualmente il soggetto da tracciare (tenendo premuto il pulsante di scatto a metà). La GFX non ha a disposizione una configurazione avanzata per la modalità AF-C ma daltronde questa è una macchina che non nasce per uso sportivo.

Avendo ricevuto anche il fantastico GF 110mm f/2 L WR ho dovuto per forza di cose provare il ritratto in studio ed è qui che entra in gioco la modalità di riconoscimento del volto. Già vista sulle altre Fujifilm, anche sulla GFX riesce molto bene ad archiviare il fuoco sul volto del soggetto. Le modalità possibili sono quattro, oltre alla disattivazione: Facciale ON, cerca i volti nel fotogramma e archivia il fuoco sul volto; Facciale On / Occhi Automatico, che oltre a cercare i volti calcola anche quale è l’occhio più vicino al fotografo e tenta di tenere a fuoco quello; Occhio Sinistro e Occhio destro che come, dice la descrizione, tenta di archiviare il fuoco sull’occhio selezionato. Io amo questa modalità e la uso ogni volta che posso.

L’ultima opzione disponibile è, ovviamente, il fuoco manuale. Impostando la leva di selezione su M è possibile focheggiare tramite la ghiera posta su tutti gli obiettivi. Come per le altre Fujifilm anche qui è possibile attivare un aiuto, che consiste nell’ingrandimento dell’area circostante il punto AF e nell’attivazione del focus peaking. Sempre presente la scala di visualizzazione della profondità di campo, selezionabile in Pixel Based (ovvero una rappresentazione grafica della profondità di campo più accurata) oppure Film Based (per una rappresentazione grafica della profondità di campo basata sulla percezione di area a fuoco).

Drive – Scatto continuo

Vorrei iniziare questo paragrafo parlando dello scatto continuo. La 50s produce dei file da 20MB se parliamo di JPG e ben 120MB in RAW non compresso, quindi non ci si stupisce più di tanto leggendo che la velocità massima nello scatto continuo è di soli 3 frame al secondo. C’è da precisare una cosa però, i 3 fps sono ottenibili solo con l’otturatore meccanico, in quanto con quello elettronico la velocità scende a 1,8fps. Nonostante le doti velocistiche non siano entusiasmanti, riusciamo comunque a scattare in JPG fino a saturazione della scheda (ma occorre un’ottima scheda per riuscirci) oppure fino a 13 scatti in RAW compresso oppure 8 col RAW non compresso. Ho provato ad utilizzare un po’ la raffica anche in studio ma l’anteprima in tempo reale è inesistente e non si riesce ad essere reattivi.

Su questa macchina non è prevista una torretta per la selezione del modo di avanzamento ma è stato predisposto un pulsante DRIVE posto sulla parte superiore. Premendolo possiamo scegliere tra: Fermo Immagine (scatto singolo), Scatto Continuo, Braketing AE, Braketing ISO, Braketing simulazione film, Braketing bilanciamento del bianco, Braketing gamma dinamica, Esposizione multipla, Video. I primi due sono di facile comprensione mentre già dal braketing AE c’è bisogno di qualche spiegazione aggiuntiva. Selezionando questa modalità possiamo eseguire uno scatto a forcella con una varietà di opzioni che nemmeno Panasonic offre nelle sue Lumix. É infatti possibile scegliere se fare 2, 3, 5, 7 o addirittura 9 foto, se farle solo aumentando l’esposizione, solo diminuendola oppure prendendo il valore centrale e scattando sia in sottoesposizione che in sovraesposizione ed è inoltre possibile scegliere il “passo” di incremento o decremento da 1/3 fino a 3 stop, compresi tutti i valori intermedi. Configurando il passo a 3 stop e scegliendo di effettuare 9 scatti si va da una sottoesposizione di 12 stop fino ad una sovraesposizione di 12 stop: davvero impressionante! Scorrendo le altre impostazioni passiamo al braketing ISO che effettua 3 scatti con possibilità di variazione di ±1/3, ±2/3 o ±1 stop. Il Braketing simulazione pellicola effettua un solo scatto e applica 3 simulazioni pellicola da noi precedentemente scelte e la stessa cosa è realizzata dal braketing WB (solo modificando il bilanciamento del bianco invece della simulazione pellicola). Passando al braketing della gamma dinamica torniamo ancora ad uno schema a 3 scatti ma bisogna impostare la macchina a ISO 400 per ottenere 3 esposizioni con gamma dinamica del 100, 200 e 400%. L’esposizione multipla permette di creare in camera un effetto di doppia esposizione: si scatta la prima foto e una volta confermata si può scattare la seconda, avendo a schermo la precedente in trasparenza per comporre al meglio il risultato finale. L’ultima modalità di avanzamento disponibile è il Video ma questo verrà trattato nel paragrafo dedicato. Come avete potuto notare non ho citato HDR e Panorama che, in effetti, mancano. Probabilmente non sono in linea con un prodotto del genere, essendo più che altro delle semplificazioni per l’utente consumer, ma credo anche che con questo sensore ed una tale risoluzione sarebbe stata necessaria una capacità di calcolo impressionante.

Volevo dedicare un ultimo pensiero all’otturatore della GFX. In realtà sarebbe più corretto dire “gli otturatori” perché sono due più una combinazione fra essi: Otturatore Meccanico, Otturatore elettronico sulla prima tendina (EFCS) e Otturatore Elettronico. Ognuno ha una serie di vantaggi e svantaggi, ad esempio l’otturatore meccanico arriva al massimo a 1/4000s mentre l’otturatore elettronico sulla prima tendina è sconsigliato per velocità di scatto pari a 1/125s e più veloci mentre è preferibile su quelle più lente. Infine c’è l’otturatore elettronico che già conosciamo e che consente di scattare fino a 1/16000s. L’altra curiosità è data dal fatto che oltre a possedere la modalità BULB, la velocità minima dell’otturatore è programmabile fino a 360 secondi direttamente in camera. Se volete conoscere qualcosa in più sulla tecnologia dell’otturatore su piano focale della GFX, Fujifilm ha predisposto una pagina apposita.

Metering – Esposizione

Devo essere molto sincero ed ammettere che ho sottoesposto tutti i primi scatti realizzati con la GFX. Il perchè è presto detto: il display è troppo luminoso anche con l’impostazione a zero. Questo mi ha fuorviato perché di solito nelle mirrorless quello che vedi è quello che ottieni e invece no, una volta scaricate le foto sul computer erano tutte sottoesposte di circa uno stop, a volte di più, anche se sul display continuavo a vederle “corrette”. Ma cosa c’entra il display con il metering? Probabilmente molto poco nel caso di una reflex, ma con le mirrorless effettivamente si tende ad usare molto meno l’esposimetro integrato (rappresentato su una scala di valori da –3 a +3 stop) perché il risultato finale della foto dovrebbe essere esattamente quello che stiamo vedendo durante lo scatto. Pazienza, ho abbassato la luminosità a –2 e mi sono imposto di guardare sempre l’esposimetro. Utilizzando la modalità di metering Multi, ho constatato una preferenza per la conservazione delle luci che posso quantificare in circa mezzo stop di sottoesposizione, quindi cerco di stare sempre tra + 1/3 e +2/3 rispetto all’esposizione corretta. Le altre modalità di misurazione sono le classiche Spot (misurazione sul punto di fuoco), Media (misurazione effettuando la media matematica della luce presente nell’inquadratura) e Media pesata al centro (come la media ma il valore della luce presente al centro ha più “peso” nel valore finale).

Anche qui svelo un piccolo aneddoto. Avevo letto di capacità semi-miracolose per quanto riguarda il recupero delle ombre o delle foto sottoesposte e così uno dei primi test che ho fatto è stato quello di scattare una foto pesantemente sottoesposta e successivamente provare a riportare alla giusta esposizione il RAW. Per farlo ho applicato +5 stop tramite lo slider dell’esposizione e sebbene fosse presente rumore cromatico e di luminanza, la foto era comunque utilizzabile e sicuramente agendo sugli altri controlli sarebbe risultata ancora più accettabile. Questi sono casi limite, test fatti per divertirsi un po’, ma la verità è che, come ci si aspetta da questo tipo di macchina, la GFX ha una gamma dinamica ottima e una grande possibilità di recuperare informazioni sia nelle luci che nelle ombre, come nella foto d’esempio qui in alto. Come ho brevemente accennato nel paragrafo relativo al metodo di avanzamento, ci sono 3 valori di gamma dinamica per gli scatti JPG: 100, 200 e 400%. L’uso di gamma dinamica estesa fa ottenere dei JPG meno contrastati ma che si avvicinano di più alla gamma dinamica di un RAW dopo la post-produzione.

WB – Bilanciamento del bianco

Il bilanciamento automatico del bianco è uno di quei campi in cui Fujifilm eccelle e ne ho avuto la prova testando le ultime tre mirrorless. E visto che molti appassionati usano con soddisfazione le varie simulazioni pellicola, l’automatismo che regola il bianco dell’immagine necessita di una precisione ancora maggiore. Tendenzialmente la GFX riesce a riconoscere bene la scena che le si presenta e sceglie i giusti valori di temperatura e tinta, anche se le foto in interni illuminati con luci ad incandescenza mantengono una tendenza di tonalità calde. In nostro soccorso abbiamo un’abbondanza di modalità predefinite, tutte ulteriormente regolabili tramite un grafico cartesiano verde/magenta – blu/giallo. I preset principali sono: Luce diurna, Ombra, 3 impostazioni per Luce fluorescente (Daylight, bianco caldo e bianco freddo), Incandescenza, Underwater, una modalità di selezione della temperatura colore (in gradi Kelvin) ed una personalizzata.

Flash

La GFX è una macchina adatta per l’uso in studio e, di conseguenza, si comporta bene nell’uso dei flash. Non ne possiede uno interno, ovviamente, ma consente di utilizzarli tramite la slitta superiore o tramite la porta PC-Sync posta sulla parte frontale della macchina. Non ho potuto provare le funzionalità TTL in quanto non sono in possesso di un flash Fujifilm (come l’ottimo EF-X500) o compatibile (qualcuno ha detto Godox?) ma dalle specifiche tecniche possiamo leggere che è compatibile con la sincronizzazione in prima / seconda tendina o Auto FP (HSS). Ho comunque fatto delle prove con i miei flash da studio, anche se la regolazione diventa manuale e la Fujifilm invia solo l’impulso al lampo per cui bisogna scattare con il tempo di sincronizzazione. Qui arriviamo alla nota dolente, perché quello della Fujifilm GFX 50s (stavolta uso il nome intero, come farebbe una maestra che richiama un bimbo a scuola) è di 1/125s, il più basso mai riscontrato da me. La cosa è doppiamente strana perché le fotocamere medio formato sono famose per utilizzare l’otturatore sull’obiettivo (otturatore a foglia, utilizzato da Fujifilm stessa nella serie X100) che non impone tempi di scatto minimi, ma la scelta ormai è compiuta e dobbiamo convivere con i suoi contro (niente foto in movimento, nemmeno il semplice movimento dei capelli). Voglio ricordare tuttavia che questo limite viene fuori in manuale e con modelli non compatibili TTL, mentre si può effettivamente scattare con tempi più veloci adoperando i flash originali o con quelli compatibili. Stavo quasi dimenticando una delle mie fissazioni riguardanti l’uso del flash: anche la GFX non commuta automaticamente la simulazione dell’esposizione su off quando colleghiamo un flash (a differenza di Panasonic) e quindi ho dovuto sacrificare uno dei pulsanti funzione proprio per poter controllare questa funzionalità in modo manuale.

Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Cosa ci si può aspettare da una fotocamera con sensore da 50MP? Tantissima qualità di immagine, a maggior ragione se il sensore in questione è un medio formato. La GFX non delude le aspettative anzi, i file generati sono enormi, ricchi di informazioni anche nelle zone d’ombra e di forte luce e generalmente bellissimi da vedere. Come sempre (in realtà un pelino in più stavolta) ho stampato le mie foto per poter toccare con mano la qualità e testare quella che per me è la resa finale e anche qui si resta a bocca aperta: le stampe 30x40cm sembrano dei 15×20 data la quantità di dettagli presenti, i colori vividi ma mai accecanti, le foto hanno una tridimensionalità ottima e le simulazioni pellicola rendono bene anche su questa medio formato. I ritratti sono fantastici, le foto stampate sembrano vive e il bianco e nero è semplicemente sublime (uso il JPG sviluppato con ACROS). Tutta questa qualità ha anche un contro ed è la gestione della post produzione, perchè per elaborare questi file RAW dovremmo dotarci di un PC (o Mac) molto carrozzato e con grande disponibilità di spazio (anche le schede SD devono essere adeguate), ma probabilmente per gli acquirenti di queste macchine il costo del computer non è un problema.

Devo essere sincero ancora una volta, durante la prova della GFX il mio cuore è stato occupato ad amarla tanto da dimenticare alcuni miei compiti di recensore e quindi non ho fatto le prove comparative della qualità con una normale reflex FullFrame, anche perché preferivo di gran lunga scattare con la GFX. L’immagine in alto è quella che più potrebbe essere presa a paragone, da un lato abbiamo la GFX con il 110mm a f/2 e dall’altra la Canon EOS 5D Mark II con il 70-200 a circa 80mm f/4. Sebbene le focali siano sovrapponibili come equivalenza al formato 35mm (il GF 110mm equivale ad un 87mm) possiamo notare facilmente che l’angolo di campo è più stretto e con esso anche la profondità di campo (dovuta anche al fatto che la prima foto è scattata a f/1.6 eq. e la seconda a f/4) ma questa è l’unica lente davvero luminosa di tutto il parco ottiche e sarebbe stato bello poterla confrontare con il Canon EF 85 f/1.2L che purtroppo non fa parte del mio corredo. Possiamo quindi concludere che a focali equivalenti non corrisponde un equivalente valore di angolo di campo e che, come logico, la profondità di campo risulta minore anche a parità di apertura.

La GFX 50s è ovviamente una spanna sopra tutte le altre Fujifilm provate e anche sopra le Reflex fullframe grazie alla capacità di assorbimento della luce dell’enorme sensore. Si scatta a ISO 3200 senza pensarci e senza dover fare i conti con il rumore, ma sopratutto con ancora tantissimo dettaglio nei particolari.

Mi sono trovato spesso con la torretta degli ISO impostati a 6400 per fare foto notturne o in ambienti chiusi e c’è da dire che anche in questo caso si può tranquillamente lavorare pensando che basta una leggerissima correzione di luminanza per rendere più pulita la foto, ma spessissimo non serve nemmeno applicarla lasciando una leggera grana che risulta anche piacevole.

Qual è il limite massimo della GFX? Potrebbe essere ISO 12800 per quello che riguarda le stampe e ancora molto dipende dall’effetto che vogliamo ottenere. Certo a questa sensibilità il rumore si fa più presente ed agendo sulla correzione andiamo a perdere un po’ di dettagli nella vista al 100% ma sono convinto che per stampe fino a 30×40 sia un valore ancora utilizzabile.

I valori superiori a ISO 12800 sono effettivamente rumorosi, segno che l’amplificazione digitale del segnale è molto forte e quindi si perdono informazioni nei dettagli anche un po’ più grandi e c’è un’abbondanza di rumore, ma comunque se bisogna portare a casa lo scatto c’è questa possibilità e quindi possiamo sfruttarla. Nel confronto fotografico in alto ho messo a sinistra una foto fatta a ISO 400 f/23 e 40 secondi di esposizione e a desta la stessa veduta fatta a ISO 51200 f/23 e 1/4 di secondo. Si vede anche con questa piccola anteprima l’enorme differenza, ma lascio trarre a voi le conclusioni. Di seguito trovate una galleria di immagini a piena risoluzione che potete utilizzare per valutare la qualità degli scatti effettuati con la Fujifilm GFX 50s, le ottiche utilizzate sono il GF 23mm f/4, il GF 32–64mm f/4 e il GF 110mm f/2.

Come da prassi ecco anche il test in studio per la valutazione della resa ISO con luce controllata. Le foto sono leggermente sottoesposte perché ho utilizzato l’esposimetro integrato nella macchina e scattato con l’esposizione che considera “corretta”.

gfx-testiso

Connessioni, memoria, batteria

Guardando il lato sinistro della macchina si notano 3 sportellini (ma in realtà sono 4) che celano le connessioni e la batteria. Partendo dall’alto, il primo sulla sinistra protegge le connessioni USB 3.0, mini HDMI, scatto remoto (jack da 2,5mm) e DC IN (alimentazione 15V). Guardando con più attenzione si può notare che è possibile sollevare un piccolo sportellino in plastica, recante la serigrafia GFX, che consente l’accesso al solo connettore per lo scatto remoto. Quello immediatamente successivo contiene invece l’ingresso microfonico e l’uscita cuffie, entrambi con jack da 3,5mm. Lo sportello in basso è l’unico incernierato di lato e con apertura a leva ed è posto a protezione della batteria. Anche qui, come nelle altre Fuji, possiamo notare che il verso di inserimento è comodamente contrassegnato da un adesivo arancione da allineare con la leva di sgancio dello stesso colore. Continuando a parlare di batteria vi segnalo che, secondo Fujifilm, la GFX è capace di effettuare circa 400 scatti ed il dato è reale ed approssimato per difetto. Diciamo che è decisamente più facile saturare una scheda da 64GB che non scaricare completamente la batteria.

Sul lato destro è presente un solo sportello che protegge i due slot di memoria della GFX. Questi accettano schede di tipo SD con standard UHS-II (retrocompatibili con UHS-I). Le altre connessioni disponibili sono la porta PC-SYNC posta sulla parte frontale, Il connettore proprietario per l’aggancio del mirino nascosto dietro la slitta del flash e il connettore proprietario per l’aggancio del battery grip sul fondello della macchina.

Anche la GFX 50s possiede le funzionalità Wi-Fi e può essere collegata ad uno smartphone e controllata tramite l’App Fujifilm Cam Remote. Mi sono espresso più di una volta su questa app e purtroppo devo constatare che i difetti riscontrati nella recensione in passato sono ancora tutti li, ci sto semplicemente facendo l’abitudine. La connessione Wi-Fi è comunque molto stabile e consente di trasferire le foto in pochi secondi, solo non mi piace la modalità di riduzione della risoluzione a 3MP; potevo trovarla accettabile per le altre macchine, ma per la 50s avrei preferito poter avere una risoluzione migliore, almeno 10MP. Ovviamente si possono ricevere comunque i JPG a piena risoluzione ma spesso (sempre) per l’utilizzo social non sono necessari.

Video

Potrebbe sembrare curioso, sopratutto pensando agli albori del digitale Fujifilm, ma la GFX 50s è capace di registrare video fino a 1080p e 30 frame al secondo. Non è un risultato sbalorditivo, nessuno lo mette in dubbio, ma stiamo comunque registrando un video con una medio formato, dove per altro sono presenti anche un’uscita cuffie e un ingresso per il microfono esterno. Molto scarso invece il menu delle impostazioni, in quanto possiamo scegliere solo risoluzione e frame rate, la modalità AF (se multi o area) e regolare il livello del microfono. Ci sono ancora un altro paio di punti da aggiungere: la velocità ISO più bassa è 200, ma è possibile utilizzare l’ISO automatico e regolare la compensazione dell’esposizione durante la registrazione del video. Le performance in AF-C sono davvero scarse con una continua ricerca del fuoco: conviene usare sempre la modalità MF che è anche coadiuvata dal focus peaking. La qualità video è buona, il girato è molto nitido (anche troppo) e si possono usare le simulazioni pellicola. In fin dei conti va più che bene se la si considera per quel che è, ovvero una gradevole aggiunta. Non fosse stato per la recensione, probabilmente non mi sarebbe neanche venuto in mente di verificare se ci fosse e di controllare le sue prestazioni.

Conclusione

Ora mi tocca trarre delle conclusioni a cui non sono del tutto preparato. Innanzitutto perché ho dato 4,5 stelle e non 5? Ovviamente perché la fotocamera non è esente da difetti. anche se alcuni sono di gioventù e probabilmente correggibili tramite firmware update. É scontato dire che la Fujifilm GFX 50s sia la migliore fotocamera che io abbia mai provato – e lo è davvero – ma per chi è pensata? Sicuramente per i professionisti dell’immagine, coloro che fanno foto per le riviste patinate, la pubblicità… ma, potendosela permettere, anche per i fotografi matrimonialisti, dato il corpo non troppo pesante e la grande qualità e versatilità di scatto. In buona sostanza se ce la si può permettere e si è interessati alla massima qualità di immagine, non c’è niente di meglio a questo prezzo. Attualmente il parco ottiche non è vastissimo, infatti oltre alle tre che ho potuto provare si possono annoverare il GF 63mm f/2,8 e il GF 120mm f/4 OIS Macro, ma la Roadmap è in continua evoluzione e stanno arrivando sul mercato anche i primi adattatori per le lenti di altri produttori. Considerando che si tratta di una medio formato, considerando le sue caratteristiche e la resa, il prezzo a cui è proposta sembra decisamente convincente. Facendo riferimento a Riflessi Shop (uno dei pochi rivenditori autorizzati) si paga 7115€ per il corpo a cui bisogna aggiungere 1275€ per l’obiettivo più economico. Tuttavia al momento c’è una promozione con sconto immediato di 1300€ per acquisto della 50s più un’ottica, per cui il 63mm si porta a casa gratis. Se si guardano i prezzi della faccia più elevata di Canon, Nikon e Sony si noterà che non c’è tantissima differenza, eppure quelle sono delle tradizionali 35mm.

PRO
+ Sensore medio formato da 50MP
+ Ottima resa ad alti ISO
+ Dimensioni e peso contenuti (per una medio formato)
+ Simulazione pellicole storiche Fujifilm
+ Sistema AF molto preciso
+ Comodi aiuti per la MAF manuale
+ Mirino e display di grande qualità
+ Mirino scollegabile (la rende più compatta alla bisogna)
+ Ottima dotazione di pulsanti e ghiere
+ Personalizzazione completa della macchina
+ Ergonomia al top
+ Menu intuitivo e completo
+ Reattività generale positiva

CONTRO
- Raffica lenta
- AF-C poco performante nel tracciamento di soggetti veloci
- Gli attuali obiettivi poco luminosi non fanno apprezzare il vero vantaggio su PDC ed ISO rispetto il 35mm

DA CONSIDERARE
| Assenza della modalità Panorama
| Impostazioni video solo sufficienti
| Fujifilm significa aggiornamenti firmware costanti e tenuta del valore nel tempo
| Il risveglio dallo standby si ottiene solo premendo a lungo sul pulsante di scatto a metà corsa
| Con la tracolla rivolta verso il basso non è possibile accedere al vano memorie

Massimiliano Latella

Guest Editor - Fotografo matrimonialista, suono il Basso e la tecnologia è il mio leitmotiv.

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