Recensione: Logitech Craft, la tastiera bella con la rotella

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Uno dei problemi che si incontra quando si giudica un prodotto è quello di definire il metro di valutazione. Conviene cercare di rimanere completamente distaccati o far pesare le proprie considerazioni personali? Io ho sempre provato a bilanciare le due cose, consapevole che l’oggettività assoluta non sia raggiungibile e che una misurazione del tutto asettica non sia poi così interessante. In sostanza parto da una semplice lista di pro e contro su cui faccio pesare la mia personale preferenza con una piccola variazione sul voto sintetico. Non è una scienza esatta, infatti ho già pensato più volte di rimuovere completamente le “stelline”, ma sono comunque utili per capire a colpo d’occhio se un prodotto merita o non merita attenzione. Il tentativo di mantenersi il più possibile oggettivi può anche portare a storture e la prima che mi viene in mente riguarda il mouse Logitech MX Master. Nella mia recensione gli ho dato 4 stelle, perché mi sono costretto a mettermi dalla parte dell’utente Mac “tipo” abituato a certe indubbie comodità del Magic Mouse (recensione). E l’ho fatto con tale convinzione che le poche note negative rilevate mi sono state sufficienti a metterlo da parte. Per fortuna non do mai nulla per scontato, neanche le mie stesse considerazioni, così l’ho tenuto e gli ho dato un’altra chance più in là. Usando il mouse Apple nelle settimane successive a quella prova, mi rendevo conto di quanto mi mancasse l’ergonomia dell’MX Master, l’efficienza del dongle Unifying rispetto al Bluetooth e la possibilità di ricarica durante l’uso. La scena del topo in fin di vita in sala rianimazione mette costantemente alla prova la mia fiducia negli ingegneri e designer di Apple. È finita che in pochi mesi sono diventato dipendente dagli MX Master, al punto da averne collezionati diversi per ritrovarlo su ogni postazione (a breve pubblicherò anche la recensione dei nuovi 2S).

Non avevano finito le lettere: Logi è il nuovo nome commerciale di Logitech

Sempre in ottica di oggettività ho dato 4 stelle alla tastiera Logitech K780 (recensione), ma anche queste salirebbero a 5 se dovessi far pesare solo il mio giudizio soggettivo. Pur non essendo esente da difetti, è senza dubbio la migliore tastiera che io abbia usato negli ultimi 10 anni. È compatta pur avendo il tastierino numerico, ha una linea semplice ma elegante, i tasti hanno una corsa non brevissima ma sicura e si abbina a 3 dispositivi insieme, con un supporto che uso sempre più spesso per poggiare lo smartphone e liberare la scrivania (per giunta diventato ancora più comodo con iPhone X e lo sblocco con Face ID). Usa tradizionali batterie AAA invece di quelle integrate agli ioni di litio, ma io lo preferisco perché mi basta un attimo per ritornare operativo e non devo avere fili sulla scrivania. Logitech è certamente il mio brand preferito quando si tratta di mouse e tastiere, perché riesce a combinare l’efficienza con uno stile gradevole. Uso anche prodotti di Razer, Mionix, Cooler Master, ecc… ma in quel caso non mi posso dire altrettanto soddisfatto dal punto di vista della compatibilità con macOS e dallo stile, specie adesso che sto usando quasi sempre iMac. Per tornare alla K780, ho sempre pensato che l’unico aspetto davvero migliorabile fosse la mancanza di retroilluminazione, ma quando ho visto la Logitech Craft ho capito che si poteva fare ancora meglio.

La Craft è 5 cm più larga della K780

Molto sinteticamente, si tratta di una tastiera estesa (con layout e dimensioni identiche rispetto quella Apple) con nuovo design, materiali e colori più professionali, tasti retroilluminati, batteria integrata con ricarica USB-C ed una curiosa “rotella” sopra il tasto Esc. A tutto questo si aggiungono i vantaggi già noti della K780, tra cui associazione con 3 diversi dispositivi, dongle Unifying, supporto Mac/PC. Inutile dire che l’ho preordinata immediatamente. Viste le premesse e visto che si tratta di un prodotto in cui l’ergonomia e l’esperienza personale sono fondamentali, mi permetto di passare in modalità 100% soggettiva per raccontarvi come sono andate le mie prime due settimane con la Craft senza perdermi in troppi tecnicismi. Il primo impatto è stato davvero molto positivo: ritengo sia una tastiera bellissima. Ma non solo, l’uso di alluminio nella parte alta e i colori scuri (forse ideati per un abbinamento perfetto con l’iMac Pro), la rendono super professionale. I tasti non sono tondi come quelli della mia adorata K780, ma vi è comunque una bizzarra forma convessa e circolare all’interno di quelli principali. Esteticamente è un dettaglio che non ho ancora del tutto digerito ma penso che l’idea fosse quella di accogliere bene le dita, come nell’altra, mostrandosi al tempo stesso più tradizionale (probabilmente si sono accorti che tanti ritengo i tasti circolari brutti o scomodi solo basandosi sulle immagini).

Non lo avevate notato? Sì, c’è una rotella!

Non c’è dubbio che la qualità costruttiva sia ottima e superiore alla K780, lo si avverte anche dalla precisione con cui sono realizzati i singoli tasti. L’escursione è inferiore, quasi identica alla Wireless Keyboard di Apple, mentre a dispetto del nome (Craft..) siamo ben distanti da quella sottiletta che è la Magic Keyboard. Quest’ultima la uso con soddisfazione sull’iMac di casa, è compatta ed elegante, ma quando devo scrivere tanto preferisco avere dei tasti un po’ più consistenti. Pur con ottime premesse, devo ammettere che l’esperienza di scrittura della Craft non mi ha convinto del tutto. Questo mix di tasti ampi che richiedono però una delicata pressione mi ha portato a compiere diversi errori di battitura all’inizio. Dopo qualche giorno mi sono trovato meglio, alla fine ci si può abituare a qualsiasi cosa, ed ho iniziato ad apprezzare quanto sia silenziosa e leggera. Parlando di valutazioni meramente soggettive, però, quando scrivo in velocità preferisco i tasti “secchi” della K780 rispetto a questi più “raffianti” della Craft.

Il tasto quadrato col cerchio al centro… cose che non avreste mai pensato di vedere

L’apprezzamento ritorna alle stelle per via della retroilluminazione. Mi capita spesso di digitare la notte in penombra e anche se non guardo i tasti mentre scrivo, poterli vedere aiuta a prendere le misure ed a localizzare quelli meno “battuti” quando servono. Inoltre nella Craft si spengono quando ci si allontana ma vi è un sensore di prossimità per cui basta avvicinare le mani (senza premere tasti) per vederla accendersi. Inutile dire quanto sia cool questa cosa. Viene proprio da chiedersi: ma che aspetta Apple a mettere la retro-illuminazione nelle tastiere wireless? Probabilmente aspetta che vi siano batterie ad energia negativa che aprano un tunnel spazio temporale per una alimentazione infinita… perché quelle attuali non sono adatte. A meno di non disattivare questa utilissima funzione, la Craft si scarica ogni 3gg con il mio uso. Forse può arrivare a 5 o persino 7 per chi non digita molto, ma resta comunque una gran seccatura.

Comoda la porta USB-C di lato

C’è da dire che hanno posizionato in modo intelligente la porta USB-C, perché si trova di lato e scorre di fianco alla base del monitor per risultare più discreta. L’ho dovuta ricaricare così di frequente che alla fine ho lasciato il cavo sempre lì e nell’ultima settimana non l’ho proprio staccato (anche se questo fa mantenere la retroilluminazione sempre attiva a meno di non spegnerla dai tasti funzione).

Il cavo di lato dà molto meno fastidio sulla scrivania… ditelo anche ad Apple

Il problema più grosso che ho avuto con la Craft è un altro e non l’ho risolto neanche con l’abitudine nei primi 20gg. Essendo estesa è larga 43cm (contro i 38 della K780) e quei 5cm mi hanno portato a sentirmi scomodo tutto il giorno. Ognuno ha il suo modo di scrivere al computer e io tengo la tastiera leggermente inclinata, ma proprio poco, con il blocco centrale quasi perfettamente in linea con il centro dello schermo. Per la distanza vario a seconda della seduta, la avvicino se mi stravacco, ma quando la sposto orizzontalmente da quella posizione devo tenere le spalle in tensione e mi ritrovo col torcicollo. È esattamente quello che mi è successo con la Craft, perché non posso metterla “al punto giusto” in quanto quei 5cm in più sul lato destro mi limitano il movimento del mouse o mi costringono a tenere il braccio destro teso per allontanarlo quanto basta da non urtare la tastiera. Ribadisco che la tastiera ha la stessa larghezza di quella estesa di Apple che moltissime persone utilizzano con soddisfazione, giusto per chiarire ancora una volta che di giudizio soggettivo si parla.

Ma perché… perché il tasto Fn a destra?

Altra cosa che proprio non mi è andata giù è il posizionamento del tasto Fn a destra. Io lo uso spesso in combinazione con quelli funzione nei software professionali di fotoritocco e montaggio, e mi abituo facilmente se si trova più a sinistra o destra (nella K780 è invertito rispetto alla posizione sulle tastiere Apple ma riesco ad usarle entrambe senza problemi), mentre nella Craft lo hanno messo a destra della barra spaziatrice. Quindi tutte le shortcut in cui devo unire più tasti funzione e che di norma faccio con una sola mano (la sinistra), ora mi costringono ad usarne due o addirittura a cambiare completamente mano. Considerando che nasce per i professionisti, mi pare davvero assurdo che non abbiano ragionato su queste cose.

1,5cm di splendore, pronta per essere urtata per errore e lanciare comandi random

Ho tenuto per ultimo il discorso sul “pulsante girevole” (che è il nome ufficiale della rotella), che inizierei con: ma cosa diavolo hanno tutti contro il tasto Esc? Prima Apple me lo mette nella Touch Bar del portatile facendolo premere per errore quando non serve e avendo difficoltà a premerlo rapidamente quando invece serve, soprattutto per l’assenza di feedback fisico che nelle combinazioni a due o tre tasti è difficile da mandare giù se gli altri sono fisici. Poi Logitech mi piazza questa rotella che si erge per circa 1,5cm proprio sopra il tasto Esc. Risultato: nel movimento muscolarmente acquisito per arrivare lì, urto sempre sul bellissimo pulsante girevole (che è sensibile anche di lato ed è facile far danni). Ho provato a contare e ieri ho premuto Esc 37 volte in un giorno e non penso fosse un record. Sarò un Esc-addicted, forse, ma è comodo in mille circostanze oltre ad essere pulsante attivo in altre (vedi ad esempio la chiusura forzata delle applicazioni). Ancora: io mi posso abituare a tutto, l’ho fatto altre volte in passato e non mi pesa, ma perché dovrei farlo ora? Qual è il vantaggio di questo pulsantone girevole?

Ma sarà più comodo alzare il volume girando o con i tasti?

La domanda la rivolgo a voi perché io ancora non l’ho capito, ma inizio a descrivervelo. Può effettuare tre azioni principali collegate a: pressione, rotazione e pressione più rotazione. La pressione è fisica, fa proprio clic, ma rileva il tocco attivandosi anche sui lati… per cui tu poggi la mano da quelle parti e lei ti fa ciao eseguendo comandi random e mostrandoti delle schermate in sovrimpressione. Cose belle, insomma. Nella configurazione di default mi pare che le due rotazioni fossero correlate e luminosità dello schermo e volume. Beh, dai, una cosa carina. Certo puoi già farlo da sempre coi tasti, ma vuoi mettere quant’è divertente girare una rotella?

L’idea è bella, l’implementazione: meh

Il problema è che la luminosità non funziona sull’iMac, al punto che ho dovuto settarla manualmente su due combinazioni di tasti e poi usare una configurazione personalizzata su Logitech Options per attivarne uno andando verso destra e l’altro verso sinistra (penso un aggiornamento software risolverà). Così funziona, ma se già era imprecisa prima in questo modo è pessima. Va a scatti, tentenna, poi salta di colpo. Meglio usare i tasti. Per il volume però… ecco, quello da me non funziona nemmeno, ma questa volta è colpa mia visto che uso una scheda audio esterna. La pressione ho pensato un po’ a come sfruttarla ma proprio non mi è venuto in mente niente. Ho provato con lo screenshot delle finestre visto che è un’operazione che eseguo mille volte al giorno, ma proprio per questo sono così abituato a premere ⌘⇧4 che mi dimentico della rotella.

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Tutto questo vale per il Finder, ma l’utilità del pulsante girevole è che si può configurare con funzioni specifiche per le applicazioni professionali. Questo era sostanzialmente il claim di Logitech. Infatti io speravo di poterla usare per definire i valori di correzione su Lightroom ma poi ho notato che manca il plugin per questo software e manualmente non si riesce ad ottenere un risultato decente.

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La lista di app supportate è abbastanza lunga ma quelle per cui esistono profili specifici sono poche. Nel mio caso due browser e quattro app di Adobe. Allora ho provato con Photoshop e devo dire che qualcosa fa, ma non quello che vorrei. In pratica consente di agire su quattro cose (luminosità, contrasto, saturazione e metodo di fusione), andando a creare dei livelli di regolazione.

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Il tutto viene gestito con una grafica a schermo di Logitech, non con quella nativa di Photoshop, e si passa da un controllo all’altro con il semplice tocco. Semplice nel vero senso della parola perché basta soffermarsi un attimo o sfiorare sui lati la rotella nel momento sbagliato, tra una rotazione e l’altra, e si passa al controllo successivo (4 tocchi ti fanno fare il giro e ripartire da dove eri). Quando userei una cosa del genere? Assolutamente mai. È veloce, questo sì, ma non è precisa e fa cose piuttosto banali per quanto mi riguarda. Ho provato ad ottenere risultati più interessanti andando nella personalizzazione manuale della rotella, però è un gioco sterile perché la rotazione richiede elementi “fluidi” e non la simulazione di successive pressioni dello stesso tasto o combinazione. Dove funziona molto bene (almeno con Photoshop) è nello zoom.

Conclusione

Io ho preso uno strumento come la Logitech Craft e ho provato a vedere se potesse piegarsi alle mie esigenze. Il risultato è stato un secco no, sia in termini di ergonomia che di funzionalità. Messe da parte le mie aspettative e considerando quella rotella come un simpatico “di più”, gli ho trovato una collocazione decente per cambio desktop sul Finder o lo zoom di Photoshop, ma comunque poca roba e nulla di cui non si riesca a fare a meno. Confermo l’iniziale sensazione sulla qualità, infatti i tasti rimangono piacevoli e silenziosi nel tempo. Ma per quanto questa Craft sia bella, completa, solida e con un pizzico di originalità, ho ripreso ad usare la K780. Mi sembra che Logitech abbia centrato molti obiettivi con la Craft, perché è senza dubbio la loro tastiera migliore in termini di immagine, con un design moderno, materiali pregiati e funzioni originali; ma quella rotella lì, che doveva essere elemento di svolta per i professionisti, è in realtà un piacevole gioco per geek e principianti. L’avrei usata comunque, anche solo per la retroilluminazione  – ma con cavo sempre connesso, altrimenti è una schiavitù – e per il design, ma purtroppo il problema dell’ergonomia dovuto alla sua larghezza è per me insormontabile. A parte questo, c’è da dire che costa tanto. Io l’ho pagata circa 200€ mentre oggi si compra su Amazon a 175€. Onestamente non ne faccio un problema, perché è uno strumento che uso tantissimo, più dell’auto, del microonde o del TV, per cui si merita le mie attenzioni e la spesa, però non è esattamente la ciambella col buco che avrei voluto. L’anno scorso ho detto che Logitech stava sbagliando le scelte cromatiche, perché non aveva un mouse ed una tastiera per Mac abbinabili, ed hanno fatto i nuovi MX Master 2S che sono bellissimi e con colori indovinati. Sarà stato sicuramente un caso ma io ci riprovo: partendo dal layout fantastico della K780 e dai suoi tasti circolari (comodissimi), metteteci il design e i materiali della Craft ed avete fatto tombola. Va bene anche la retroilluminazione, se uno la vuole sempre attiva attacca il cavo e via, ma sta cosa rotante o la fate funzionare bene o la evitate e riducete il prezzo. Un consiglio: buttate un occhio al progetto Midi2LR o al Loupedeck. Non dico che si debba arrivare a quei livelli, ma anche una sola manopola potrebbe essere molto utile se ben integrata all’interno dei software più amati dai professionisti. Altrimenti finisce che la usiamo per trastullarci a passare da uno schermo all’altro o per modificare il volume, cose che si fanno benissimo con mouse e tastiere tradizionali.

PRO
+ Design elegante con colorazione indovinata
+ Costruzione ottima, il metallo in cima è un ottimo tocco
+ Layout esteso completo
+ Tasti ampi e abbastanza precisi
+ Retro-illuminazione con sensore di prossimità
+ Possibilità di connessione su 3 dispositivi
+ Presenza dell’ottimo dongle Unifying oltre al normale uso Bluetooth
+ Sfiziosa “rotella” programmabile
+ Batteria integrata..

CONTRO
- Prezzo alto
- Il pulsante girevole non si integra bene con le app professionali
- Il pulsante girevole sensibile al tocco anche di lato è spesso un problema
- Con la retro-illuminazione attiva la batteria dura niente
- Non tutti amano questo layout, la soluzione intermedia della K780 mi sembra migliore

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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