Tre basi di ricarica Wireless Qi a confronto con iPhone

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Alcuni preferiscono chiamarla ricarica di prossimità o ad induzione invece che Wireless, ma è questo il nome ufficiale della soluzione che sta ormai prendendo piede. Oltre alla basette la vediamo nei mobili, nelle auto e sarà sempre più presente in futuro. Per fortuna Apple ha smesso di rimanere insensibile sull’argomento ed ha dotato i suoi nuovi iPhone 8 ed X di questa tecnologia, scegliendo il noto standard Qi. Con iOS 11.2 sarà supportata anche la modalità Fast Wireless Charging da 7,5W, ma l’utilità di questo metodo di ricarica va secondo me al di là della pura velocità. Certo che se si risparmia tempo è sempre meglio (le batterie potrebbero non concordare), ma se la usiamo la notte il fatto che sia più calma non fa alcuna differenza e durante il giorno è pratico usarla per appoggiare lo smartphone senza pensieri e far sì che questo recuperi batteria nei momenti di pausa. Io, come molti, sto aspettando di poter provare l’Apple AirPower, che si preannuncia essere davvero comodo per i tanti che possiedono il tris iPhone/Apple Watch/AirPods, ma nell’attesa non potevo esimermi dal sfruttare questa funzionalità che tanto ho atteso. Ho scelto volutamente dei prodotti super economici, perché ci sarà da spendere parecchio con la soluzione nativa di Apple e volevo averne qualcuno solo per tamponare nell’attesa.

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Uno di quelli che ho testato è il Fantasy Wireless Charger, presente su Amazon con mille nomi diversi, fornitori differenti e prezzi altalenanti. Personalmente l’ho pagato circa 13€ spedizione inclusa e devo dire che mi è piaciuto. In una delle tante incarnazioni su Amazon dello stesso dispositivo, avevo letto voti davvero negativi, ma non riguardavano il prodotto come spesso succede. Ha questa parte attiva centrale di colore bianco circondata da una sottile gomma antiscivolo che è comodissima per evitare che il telefono guizzi via, e poi una cornice trasparente che fa un po’ di scena. È molto sottile e tecnologicamente sarà una roba banalissima, però funziona bene.

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C’è un piccolissimo LED di stato arancione al centro, così anche al buio possiamo capire come allineare lo smartphone, mentre durante la ricarica se ne accende uno azzurro ben più ampio nella parte frontale, rifrangendosi all’interno dell’area trasparente. L’effetto è bello, ma l’ho dovuto togliere dalla camera da letto perché fa davvero troppa luce. Per alcuni potrebbe essere anche un vantaggio, a me dà un po’ fastidio di notte. Per quanto riguarda la velocità di ricarica, scrivo una sola volta i risultati del test, perché sia con questa che con le altre basi ho ottenuto praticamente i medesimi numeri.

La ricarica dal 20% al 95% ha richiesto circa 3h, con un leggero picco di velocità nella prima parte, che mi ha consentito di arrivare dal 20% al 40% in poco più di mezz’ora.

Come smartphone di riferimento ho scelto l’iPhone 8 Plus (recensione) con su iOS 11.1.2, mentre come alimentatore ne ho usato uno multiporta con un totale erogabile di 40W, giusto per essere sicuro che non fosse lì il collo di bottiglia, ma in teoria si otterrebbe lo stesso risultato con quello da 5W nativo visto che ad oggi è lì che il sistema si auto-limita (in attesa di iOS 11.2 per lo meno). Già che ci si trova, però, meglio prenderne uno già pronto per il Fast Wireless Charging (dovrebbero esserlo tutti quelli con Quick Charge 3.0).

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La seconda basetta che ho testato – che in realtà ho acquistato prima ma ho smarrito e dovuto ricomprare – è quella più economica di Aukey. Questa è ancora più sottile, al punto che c’è da chiedersi che diavolo ci sia all’interno. Di certo nulla di particolarmente sofisticato, perché se si poggia l’orecchio durante la ricarica si avverte un leggerissimo rumorino come di criceti che fanno andare avanti gli ingranaggi. Sarò sincero, sulle prime non l’ho proprio notato neanche di notte, però un utente nel SaggioSlack mi ha portato a farci caso. A me non dà affatto fastidio perché non lo sento, specie da quando l’ho posizionato sulla scrivania bianca dello studio, però c’è da dire che lì si trova pure un NAS con 6 dischi, per cui forse il rumorino (che c’è) si disperde. Comunque non è un aspetto che depone a suo favore, questo è certo.

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Il disco è tutto bianco o nero, a seconda del modello che si preferisce, con una luce LED bianca frontale sempre attiva, che diventa verde durante la ricarica. Questa però non è statica ma pulsante, con una frequenza lenta che però mi dà comunque fastidio a luci spente. Motivo per il quale non si è guadagnata neanche lei il comodino, insieme al fatto che è troppo liscia e basta pochissimo per spostare lo smartphone e interrompere la carica (o farlo cadere per terra).

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L’ultimo di questa breve lista iniziale (altre prove arriveranno in futuro) è il caricatore di Veetop, su cui nutrivo moltissime speranze. Il motivo è che all’interno della base vi è un piccolo cavalletto, che si può usare per farlo stare in verticale. La mia idea era dunque di avere un dispositivo compatto (perché si richiude) che al tempo stesso potesse mantenere lo smartphone in mostra. Ce ne sono diversi del genere su Amazon, ma tutti o troppo grandi o con disegni orribili ed evidenti che mi hanno portato ad evitarli. Questo qui sembrava perfetto in quanto minimal e piccolino, ma proprio lì è stato il mio errore.

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Il problema è che quando si mette il cavalletto la base è comunque troppo bassa, per cui con lo smartphone in verticale non si carica e ci costringe a tenerlo in modalità landscape. Inoltre se non si stringe la base al punto giusto si notano saltuarie disconnessioni (quando è in carica si accende una freccia rossa minacciosa sulla destra). Non mi ha convinto, insomma. Al momento sto quindi usando il primo della lista che non mi dà alcun problema e, per il prezzo pagato, è un ottimo tappa buchi in attesa di soluzioni migliori.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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