Recensione: Bower & Wilkins PX, anima british per un suono che arriva al cuore

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La mia promessa di pubblicare quattro recensioni di altrettante cuffie top entro i primi 5 giorni del mese andrà sicuramente rivista. Problemi di salute mi hanno tenuto lontano dal sito per un po’, ma vedrò di rientrare a pieno regime prima possibile. Inizio parlandovi di una storia in cui sono stato ammaliato, allontanato, stupito, deluso e poi ancora conquistato, in un’altalena di emozioni iniziata quando ho ricevuto il comunicato stampa con l’annuncio delle Bower & Wilkins PX.

Direi che è stato amore a prima vista, ma chi mi conosce sa che non è così difficile trattandosi di cuffie. Però queste le ho attese per settimane andando a controllare compulsivamente i vari store online ed è trascorso un ulteriore mese dal pre-ordine alla consegna. Era da tempo che meditavo di acquistare le bellissime P7 Wireless, che ho provato per alcune ore e mi hanno colpito molto, ma con l’uscita del nuovo modello mi sono indirizzato su questo. Le PX sono le prime cuffie con Noise Cancelling della prestigiosa firma britannica e quando si unisce un nome del genere con funzionalità moderne ed un design bellissimo, è difficile resistere.

La confezione è semplice ma curata, contiene giusto un cavo audio ed uno USB, nonché una sacca da trasporto morbida con effetto trapuntato. Il design delle PX è davvero originale, sia per l’aspetto esteriore che per le soluzioni strutturali. Il family feeling si vede chiaramente in tanti dettagli, ma ve ne sono altri del tutto inediti.

L’archetto è ben imbottito e rivestito di ottima pelle nella parte interna, mentre vi è un bel tessuto robusto in alto. Qui si nota il profilo ad U con bordi leggermente rialzati e la linea affusolata che si congiunge armoniosamente ai supporti dei padiglioni.

Questi sono molto particolari, con una forma sinuosa tipica del brand ma una struttura sottile e concava che contiene il cavo telato di connessione. Una soluzione tecnica bellissima che rende anche molto bene esteticamente. L’aggancio ai padiglioni è laterale, con uno snodo che offre una buona libertà di inclinazione in verticale, mente un secondo, posto più in alto, consente di ruotarli orizzontalmente per quasi 180°… in avanti.

Prima ancora di indossarle sono rimasto stupito da questa soluzione, che aiuta certamente ad ottenere la giusta angolazione sulle orecchie ma arriva ben più in là solo per poterle appiattire e trasportare comodamente, dato che non si richiudono. Ho tantissime cuffie che si piegano allo stesso modo, penso ad esempio alle B&O Play H7, ma anche alle Sony 1000x o le Bose QC35… ma di norma la rotazione più ampia avviene verso il retro del capo e non al contrario.

La scelta di B&W è bizzarra e lo si nota subito. Le cuffie hanno una mobilità a dir poco eccessiva aprendosi in questo modo, perché già devono avere un buon grado di libertà dall’altro lato per assecondare un fit perfetto. Sarebbe bastato andare un po’ più in là e risolvere come fanno tutti. La mia lamentela non si basa su una questione di principio, ovviamente, ma di sostanza. Il risultato dell’inversione proposta nelle PX è che basta poco, davvero troppo poco, per far spostare i padiglioni verso l’esterno, staccandoli dalle orecchie.

Poggiando la testa sul divano succede spesso, ma anche in aereo o in metropolitana e può essere causa di grande frustrazione: si perde pressione acustica, l’isolamento meccanico e si vanifica completamente il NC. Per non dire che in alcuni casi ho rischiato di vederle cascare a terra alzandomi dalla poltrona, visto che si sono aperte da entrambi i lati come una banana.

Tuttavia i padiglioni sfoggiano una costruzione eccellente. Sono bellissimi, questo lo si vede facilmente, e realizzati abbinando diversi materiali con uno stile impeccabile. La placca esterna di metallo ha la tipica forma ovale delle altre cuffie Bower & Wilkins, ma questa volta sono più arrotondati anche i padiglioni.

I cuscinetti sono l’elemento che preferisco in assoluto, perché di una qualità strepitosa. Il profilo è alto ma sottile, rigido in basso e più morbido in cima, capace di sigillare bene e adattarsi alla forma del capo anche indossando gli occhiali. Il fit può non piacere a tutti, perché si avverte bene l’appoggio, come se avessimo le orecchie in un bicchiere, ma l’isolamento acustico che ne consegue è ottimale.

La piccola camera d’aria che si crea all’interno è un ambiente perfetto per veicolare il suono dei driver da 40mm in posizione inclinata (di derivazione P9 Signature). Certo è che questo vale fintanto che non si poggia la testa da nessuna parte, altrimenti il rischio di vedere i padiglioni aprirsi e vanificare tutto è in agguato.

Dal punto di vista ergonomico non sono le cuffie più comode che io abbia provato ma ci vanno molto vicino. A seconda della conformazione delle propria testa si può sentire un po’ di pressione in alto, a me succede dopo alcuni minuti, ma sono i padiglioni ad essere i protagonisti. Non schiacciano per nulla, anche perché in tal caso si sarebbe limitato il rischio di rotazioni involontarie, ma si avvertono abbastanza chiaramente. Eppure è una sensazione che non dà fastidio, la si dimentica in fretta e l’ho trovata persino piacevole oltre che giustificata. È un po’ come fare un giro di pista in moto con una tuta professionale invece che con una da palestra: non stai comodo allo stesso modo ma sei consapevole del fatto che è molto meglio così.

I controlli sono tutti disposti sul padiglione destro e prevedono un selettore di accensione, un tasto NC e i tre tipici per la riproduzione. Qui a livello di ergonomia c’è poco da gioire, perché ci sono gli stessi tastini delle P7 Wireless ma disposti anche peggio. Sono tutti piccoli e sottili e nessuno risulta davvero comodo. L’accensione è nell’angolino ed ha uno switch a molla, per cui bisogna spostarlo verso il basso per qualche istante sia per chiudere che per accende le cuffie. Ma è abbastanza scomodo perché piccolo e poco sporgente. Inoltre si può anche premere (operazione che attiva il pairing), per cui è ancora più difficile azionarlo se non con movimenti forzati ed un certo… fastidio.

Il tastino del Noise Cancelling è quello meno problematico: sta lì, piccolo piccolo, e se si riesce a riconoscere al tatto o se ne memorizza la posizione si usa senza difficoltà. I tre dedicati a volume e play/pausa sono centrali e leggermente più grandi rispetto quelli delle P7 Wireless, ma rimangono troppo in alto per azionarli comodamente da dietro con il pollice e la forma sporgente di quello centrale renderebbe difficoltoso raggiungere il volume su.

Personalmente trovo molto più semplice alzare il braccio in avanti e poggiare la mano a cucchiaio sul padiglione, arrivando ai pulsanti con indice e medio. Forse non l’hanno pensata così, ma poco importa.

Non è la prima volta che B&W realizza dispositivi wireless e quando ho provato le P7 mi è parso avessero una portata buona ed un segnale stabile. Non posso dire la stessa cosa delle mie PX, in quanto con diverse sorgenti dimostrano una resa ottimale solo entro un raggio di 3/4 metri, al di fuori dei quali si possono avvertire dei vuoti, specie se si ostruisce il padiglione destro.

C’è sempre l’eventualità di aver ricevuto un esemplare imperfetto, ma ho letto qualcun altro lamentare problemi in tal senso e se fosse una questione dovuta ad un pessimo controllo qualità non deporrebbe comunque a loro favore (dopotutto ormai sono “made in china” pure queste). Comunque a me hanno dato qualche problema con il Bluetooth e non posso evitare di riportarlo, sia connesse a smartphone che a media player, sia con iOS che Android, sia sfruttando aptX che AAC.

A proposito: le PX supportano la versione HD del codec aptX, ovvero quella fino a 24-bit/48kHz (576kpbs) invece che 16-bit/44.1kHz (352kpbs), per questo motivo gran parte del test in mobilità l’ho effettuata con dispositivi Android. Con la giusta fonte la differenza rispetto all’AAC da 250kpbs usata da Apple si percepisce, ma in generale non è così marcata. Soprattutto: non influenza la timbrica o il carattere delle cuffie ma la risoluzione del brano.

Un secondo aspetto che non mi ha convinto nell’uso riguarda gli automatismi del sensore di rilevamento. La promessa è che basta togliere e mettere le cuffie per interrompere o riprendere la riproduzione, che capiscono da sole quando andare in standy by se non le indossiamo che si riaccendono appena si indossano nuovamente. L’idea è buona, anzi ottima, ma l’interpretazione di questo sensore è grossolana e almeno una volta su cinque interpreta male, arriva in ritardo o si incarta. Forse per questo hanno inserito la possibilità di determinare il livello di sensibilità del sistema, ma alla fine si fa prima a disattivarlo del tutto perché rimane poco affidabile nella mia esperienza.

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Per sintetizzare l’area relativa all’ergonomia ed al funzionamento, direi che le PX si indossano con grande soddisfazione e senza alcuna fatica, bisogna solo evitare di sollecitarle per non farle spostare, mentre per i controlli… beh, non sono perfetti. Non vorrei risultare pedante ma persino i suoni emessi per le varie segnalazioni sono inutilmente complessi. Non dubito che li si possa persino amare, ma ci vuole un po’ prima di memorizzare cosa significhi l’uno o l’altro e questo non è un bene. Così come alcune volte neanche si capisce se sono accese o spente se si ha il sensore di rilevamento attivo. Rispetto l’estrema semplicità delle B&O H9, l’intuitività delle Bose QC35 e la funzionalità estrema delle Sony 1000x, qui abbiamo delle cuffie con una personalità spiccata che si devono apprezzare per i pregi pur tollerando qualche piccolo difetto, che comunque rimane secondario rispetto l’esperienza d’ascolto ed una comodità molto elevata.

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L’app companion è necessaria per definire il profilo di riduzione rumore preferito, il quale non si basa su una semplice scala di valori ma propone tre scenari tipo con una regolazione aggiuntiva sul passaggio delle voci. L’opzione predefinita è quella per l’aereo, che riduce quasi esclusivamente i suoni roboanti a bassa frequenza, poi vi sono quella per l’ufficio e la città. Ognuna agisce al meglio su specifiche frequenze ma l’efficacia è davvero buona, quasi a livello delle migliori della categoria pur essendo un primo tentativo per B&W. Il lato negativo, però, è che si avverte abbastanza l’impatto sulla musica, che perde dettaglio, spazialità ed estensione, specie sugli alti.

Senza NC le cose migliorano di molto e si riescono ad apprezzare appieno le potenzialità di queste cuffie. Il suono rimane forse un po’ cupo, ci si fa l’abitudine, ma la dinamica è eccellente e il dettaglio nell’area media è incredibile. Le frequenze basse sono meno in vista rispetto le P7 – qui vado a memoria – tuttavia hanno una timbrica importante che dà persistenza ai brani. La batteria è precisa, secca, forse un po’ trattenuta su piatti e rullante, ma al giusto volume (cioè il massimo o quasi) risulta potente come un treno in corsa. Il suono delle PX è scolpito con un ritmo impeccabile e a volume medio-basso si rischia di avvilirlo. Bisogna tirarle su per godersele. Sì, le ho apprezzare con il pop, mi ci sono divertito con il jazz e la fusion, ma ho iniziato ad emozionarmi solo con il punk/rock ed è con il progressive metal che mi hanno conquistato. Questione di gusti, probabilmente, gli stessi che vi diranno se il suono delle PX vi piacerà o meno. Per me è fantastico perché è corposo, dettagliato, potente e con una tinta dark che spacca.

Ora non è che abilitando il NC le PX diventino immediatamente uno schifo, ma di smalto ne perdono parecchio. Infatti quando lo si disattiva sembra come se improvvisamente ci si togliesse il cerume dalle orecchie (bleah!). Sicuramente riescono a darci la possibilità di sentire musica a volume basso in ambienti rumorosi, ma in quell’ambito non sono le migliori. La vera anima british vien fuori disattivando la riduzione del rumore e pompando il volume, perché lì di rivali ce ne sono pochi. Sottolineo anche che i padiglioni sono così ben fatti che l’isolamento meccanico è già di per sé strepitoso, per questo nelle PX ho deciso di considerare il NC come un plus ma tendo a tenerlo disattivato.

La durata della batteria è buona, si superano facilmente le 20 ore senza NC, un po’ meno quando si alza il volume e si usa la riduzione del rumore. La ricarica avviene tramite porta USB-C, che può anche essere usata per collegamento diretto al computer che riconosce le cuffie come una periferica audio in ingresso e uscita. C’è anche il microfono per le conversazioni telefoniche, infatti, se proprio volete parlare invece che ascoltare buona musica. C’è però un aspetto negativo importante nelle PX, in quanto non si possono usare da spente ma richiedono sempre e comunque la batteria carica. La qualità rimane per lo più identica in ogni modalità, ma è un vero peccato non poterle adoperare passivamente.

Conclusione

Voto, voto, voto… sta diventando una vera croce assegnare delle stelline a prodotti così sofisticati. Soprattutto perché capita che gli utenti mi incalzino quando ne consiglio uno a cui ho dato mezza stellina meno di un altro. Ed è una cosa che mi succede spesso dal momento che reputo l’esperienza personale più importante di una tabella di pro e contro. Per questo le mie recensioni sono lunghe e per questo uso con soddisfazione prodotti a cui darei meno di 4 stelle mentre mi capita di odiarne altri che però sono “oggettivamente” da 5. E non è sempre chiaro che devo necessariamente fare una valutazione anche in base al prezzo, in quanto è normale che le pretese aumentino insieme a questo e nella fascia economica anche un 5 stelle è magari più scarso di un 3 stelle dato ad un prodotto che costa il doppia. Ma veniamo alle Bower & Wilkins PX. Non so se si sia capito a sufficienza, ma il sound di queste cuffie mi è piaciuto davvero tanto. A bassi regimi possono sembrare docili, ma quando si sale colpiscono duro e lo fanno con stile, rimanendo sempre composte. Nelle P7 ho apprezzato quel tono vigoroso e pieno che ho ritrovato nelle PX, seppure con qualche piccola differenza che non è sempre facilissimo percepire. L’aggiunta del Noise Cancelling è un po’ la moda del momento e B&W ha fatto bene i compiti proponendo impostazioni variegate ed una soppressione efficace che però impatta troppo sulla qualità dell’audio. Preferisco non usarla, onestamente, così come preferisco la struttura delle P7 Wireless che si chiudono normalmente. Di cose per cui si potrebbero odiare le PX ce ne sono, vedi il discorso dell’apertura involontaria perché si appiattiscono al contrario, l’NC un po’ troppo invasivo, l’impossibilità di usarle da spente e un Bluetooth non sempre perfetto, eppure io ho deciso di amarle. Un amore burrascoso, certo, al punto che mi fanno davvero arrabbiare quando si spostano e che probabilmente le farò sostituire nella speranza di pescare un esemplare con un Bluetooth più stabile, ma al cuore non si comanda. Spero inoltre che le mie foto abbiano reso giustizia alla loro bellezza, perché sono stato indeciso fino alla fine se optare per quest’illuminazione colorful, per esaltare la ricca timbrica, o per uno sviluppo in bianco e nero che sottolineasse quest’anima dark che io personalmente vi ho ritrovato.

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A livello di prezzo Bower & Wilkins è stata addirittura cauta, in quanto ha messo le PX sullo stesso gradino delle P7 Wireless, ovvero a 399€, quando altri brand concorrenti ormai sparano facilmente 100€ in più sul listino per prodotti analoghi (sconti esclusi, ovviamente). Già ora si trovano ad una ventina di euro in meno su Amazon, sia le grigie che le blu con inserti dorati. Visto il mercato attuale, le specifiche ed il brand, il costo è certamente equilibrato, ma non capisco perché l’azienda abbia tolto le P7 Wireless dal proprio sito… spero non intendano rimpiazzarle completamente con queste perché ci sono diversi aspetti per cui io le preferirei ancora, specie se scendessero un tantino di prezzo visto che ora sono praticamente allo stesso livello ed ha poco senso. Ad ogni modo, sicuramente non piacerà a qualcuno che io abbia assegnato solo uno “buono” alle PX. Sappiate che a me piacciono molto ma se hanno alcuni limiti oggettivi non posso ignorarlo.

PRO
+ Design bellissimo, ricercato ed originale ma anche familiare
+ Costruzione al top
+ Comodità eccellente, la loro presenza si avverte ma con discrezione
+ Cuscinetti magnetici di qualità ottima ed un isolamento passivo da prima della classe
+ Il Noise Cancelling è abbastanza efficace nel sopprimere i rumori
+ Il sound è davvero unico, potente ma sempre equilibrato
+ Supporto per aptX HD
+ Buona durata della batteria (ottima senza NC)

CONTRO
- Il sistema di chiusura al contrario causa facili aperture dei padiglioni sul davanti
- Il Bluetooth non è tra i migliori in quanto ad efficienza e stabilità
- Impossibilità di utilizzarle passivamente o senza batteria
- Sensore di rilevamento inaffidabile

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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