Recensione: B&O BeoPlay H8i, più semplicità e minor prezzo per le on-ear con ANC

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Vito Astone, Roberto Ferrero, Alessandro Nichelini, Daniele Dimiccoli, Michele Landolfo, Giuseppe Sorce, Antonio Martella.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Così, di punto in bianco, ho scoperto che Bang&Olufsen aveva aggiornato le sue cuffie wireless top di gamma con riduzione del rumore. Mi sono capitate davanti su Amazon e mi ha stupito in particolare il prezzo delle on-ear H8i a 399€. Alto è alto, ma la precedenti H8 partivano da un listino ben diverso di 499€ per specifiche apparentemente identiche. Di certo ora l’offerta di cuffie wireless appare molto più lineare:

I prezzi della prestigiosa azienda danese non hanno mai risposto al criterio di “economico e popolare”, ma se dalla H8 alle H8i sono riusciti a togliere 100€ qualcosa sarà pur successo. Mi è sembrato impossibile che si trattasse solo di una riduzione sul margine di guadagno, seppure questo sia certamente ampio quando si ha a che fare con Bang&Olufsen.

Nella confezione si trova l’essenziale, ovvero una morbidissima sacca da trasporto, un cavo audio 3,5mm con adattatore per aereo ed uno USB-C/USB-A per la ricarica. Questa è la prima differenza rilevante rispetto le precedente versione, in cui la porta di alimentazione era di tipo microUSB. Un vantaggio, certo, ma che arriva insieme ad uno svantaggio a mio avviso più rilevante, ovvero che non c’è più lo sportellino per la batteria e che questa non è più sostituibile. Sulla colonnina dei pro va invece aggiunta la durata della batteria, che sale addirittura a 30h dichiarate con BT ed NC attivi (24 nella mia prova).

Strutturalmente ci sono molte semplificazioni nelle H8i ed è con queste che si può motivare, in tutto o in parte, la riduzione di prezzo. L’archetto, ad esempio, non presenta più quell’originale e bellissima forcella di metallo a vista. Il materiale non è cambiato – per fortuna – ma adesso vi è un unico snodo tra archetto e padiglione, che consente di ruotare quest’ultimo sull’asse verticale, mentre l’inclinazione su quello orizzontale è stata spostata all’interno, inserendo i driver su una struttura basculante. In sostanza se prima erano in tutto e per tutto simili alle top di gamma H7/9, ora sono quasi identiche alla base gamma H4. Che poi, parlare di base gamma a 299€ rende l’idea di quanto tale aspetto non sia davvero un contro di natura rilevante.

beoplay-h8-vs-h8i

Il design è complessivamente simile e direi che il nuovo modello è anche più gradevole per certi aspetti, come ad esempio per il logo B&O posizionato di lato e non al centro del padiglione, oppure per la più semplice scanalatura dei microfoni destinati alla cattura del rumore ambientale, che trasforma una funzione in un un gradevole “tratto” estetico. All’interno dell’archetto è anche sparita quella particolare forma a gobbe, sostituita da un’imbottitura lineare che mantiene però la medesima rigidità (potevano approfittarne per ammorbidirla un po’, secondo me).

I padiglioni on-ear sono realizzati con la stessa pelle di qualità e cura costruttiva, mantenendo anche la possibilità di rimuovere i padiglioni con una semplice rotazione. Questi sono abbastanza morbidi ma non sono la persona giusta per dirvi quanto siano comodi.

Sia perché porto gli occhiali sia perché ho il viso circolare, non amo davvero questo tipo di cuffie e gli preferisco sempre e comunque le over-ear. Le H8i sono più leggere di 30 grammi rispetto le H8 ma devono comunque stringere un po’ per rimanersi stabili e questo si può avvertire più o meno fastidiosamente. Io le avverto un po’ troppo, non sono certamente intollerabili ma sono distanti dalle pochissime on-ear davvero comode che io conosca: Bose On-Ear Wireless e Plantronics Backbeat Sense.

Oggetto di una semplificazione costruttiva sono stati anche i controlli: niente più superficie touch, sostituita da tre tasti sotto il padiglione destro. Per me qui la perdita è davvero nulla, giusto un po’ meno “cool” ma non si impatta negativamente sull’esperienza d’uso. Piuttosto ho gradito di meno il fatto che l’area di plastica intorno ai padiglioni sia più leggerina e che si avverta quasi come vuota nel momento in cui si premono questi tre pulsanti. Il clic è preciso, ma non restituisce una sensazione premium secondo me.

Avendo anche in prova gli auricolari E8, devo dire che non gradisco nemmeno tanto la deriva che B&O sta prendendo per i controlli. Su quelle devi un po’ sforzarti per capire cosa fanno i vari “tap” perché non sono molto intuitivi e la stessa cosa vale per le H8i. Ho dovuto prendere il manuale persino per il pairing, perché non ti può venire in mente che devi prima premere il selettore di accensione di sinistra e poi schiacciare per 5 secondi play/pausa sul padiglione di destra.

La cosa ha anche un risvolto positivo, nel senso che puoi lanciare il pairing sempre e non solo in fase di accensione come fanno quasi tutte le cuffie di questo mondo, però c’erano altri modi per risolvere. La soluzione di Bose a me continua a sembrare le migliore su tutte ed era anche la stessa usata da B&O fino alla precedente generazione, ovvero con un selettore a 3 posizioni: off, on -> pairing.

Ora, invece, nelle H8i si deve eseguire quella strana procedura, perché il pulsante di accensione è inserito in un piccolo cursore ma questo ha funzioni differenti. Arriviamo così a parlare dell’unica vera novità rilevante delle H8i rispetto le H8, ovvero la modalità “trasparenza” che ci fa sentire l’audio catturato dai microfoni esterni pur indossando le cuffie. Basta spostare il cursore a molla in alto per un paio di secondi per attivarla/disattivarla, mentre spostandolo in basso si controlla il noise cancelling.

Personalmente non mi è sembrato un sistema molto intuitivo nemmeno questo, specie rispetto quelli della concorrenza (Sony 1000x in primis), ma è comunque una gradita novità rispetto le H8/H9. Ce n’è anche un’altra a dire il vero, cioè la presenza di un sensore di prossimità che mette automaticamente in pausa quando si tolgono le cuffie. E funziona quasi sempre.

beoplayh8-app

Il suono delle H8i è molto piacevole ed è adatto a chi preferisce un ascolto equilibrato e fedele. Non hanno forse una limpidezza cristallina che via BT, ma la qualità c’è tutta e basta modificare il profilo di equalizzazione tramite l’app BeoPlay per adattarle ai nostri gusti. Si possono pompare i bassi, scaldare la timbrica o schiarire gli acuti, andando ad arricchire il suono originale. A me personalmente non dispiace affatto l’equalizzazione di fabbrica e se voglio essere maggiormente coinvolto dalla musica alzo semplicemente il volume, che risponde molto bene anche al massimo carico.

Il Bluetooth 4.2 qui supporta anche la codifica AAC, per cui si comportano bene anche su iOS. Inutile dire che collegate ad un LG V30 con un DAC di alta qualità cambia tutto, infatti quel cellulare ormai lo tengo come benchmark di riferimento della trasmissione audio wireless. Nelle H8i ci sono comunque dei driver da 40mm che spingono forte, non bisogna farsi ingannare dalla struttura compatta. Collegate via cavo ad un buona scheda audio tirano fuori un carattere ben più marcato, con una riproduzione molto limpida ed uno stage ben più ampio. Questo subisce una naturale compressione via Bluetooth mentre il NC rimane poco invasivo, tagliando poco o nulla dalle frequenze dei brani ma senza nemmeno riuscire ad isolare i rumori più forti come fanno Bose e Sony.

La nuova versione H8i presenta però ulteriori vantaggi fin qui non citati. Ad esempio si possono collegare due dispositivi BT contemporaneamente (ma non è che poi si riesca a gestire i flussi audio un granché bene), la qualità del microfono per le chiamate è migliorata ed anche la portata del BT.

Conclusione

Le B&O BeoPlay H8i sono sicuramente delle ottime cuffie. L’azienda ha deciso di risparmiare su alcuni aspetti in cui le precedenti H8 risultano migliori, tuttavia vengono proposte con un prezzo di listino più ragionevole. Non aveva senso che le on-ear costassero esattamente come le over-ear, perché chi vuole il top va direttamente su queste ultime. Non dico che 399€ siano abbordabili, tant’è che io gli preferisco comunque le H4, ma le poche caratteristiche sottratte pesano poco ed è molto più importante che si sia riusciti a proporle con un distacco di prezzo netto rispetto le H9i. La qualità costruttiva rimane al top, il design è comunque ottimo e l’audio è molto curato, in più ci sono diverse aggiunte che rendono le H8i più funzionali. Certo è che trovando le “vecchie” H8 a 319€ su Amazon (prezzo attuale, domani chissà), mi sembra lecito farci più di un pensierino. Ricapitolando, ecco i pro e i contro della nuova versione considerando anche la precedente:

PRO
+ Design bellissimo
+ Uso di materiali premium ben rifiniti
+ Morbidissima sacca in dotazione
+ Audio equilibrato e di buona qualità
+ Possibilità di uso via cavo con qualità audio migliore
+ Possibilità di personalizzare il profilo audio tramite l’app
+ Noise Cancelling che non deteriora la musica (ma non è molto efficace)
+ Nuova modalità trasparenza per ascoltare il mondo esterno
+ Ottima autonomia
+ Finalmente il prezzo è inferiore a quello delle over-ear

CONTRO
- Il prezzo rimane quello di un oggetto di lusso
- La sacca in dotazione è morbidissima e bella, ma non protegge
- Interno dell’archetto sempre un po’ troppo rigido
- Il fit delle on-ear non è adatto a tutte le teste e a chi porta occhiali
- Non si richiudono

DA CONSIDERARE (RISPETTO LE H8)
| Batteria non più sostituibile ma con maggiore autonomia
| Collegamento contemporaneo di due dispositivi e maggiore portata del BT
| Struttura semplificata ma un po’ meno curata
| Controlli meno intuitivi e manca pure la superficie touch
| Un po’ più leggere perché c’è meno metallo e più plastica
| Il prezzo di listino è inferiore alle H8, quello di mercato può essere superiore
| Eliminate due opzioni cromatiche

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.