Si dice che, di solito, i Mac non creano problemi. Ed è vero. Ma in alcuni casi siamo noi utenti che, con un uso negligente, possiamo generare qualche bel problemino. Ed è esattamente quello che ho fatto io sabato. Lavoravo su un MacBookPro da 15″ (non Unibody) su cui ho montato un HDD interno da 500gb@720rpm. Il fatto è che la batteria di questo computer è decisamente andata, sia come durata che come amperaggio (presenta valori tutti sballati e vistosamente sotto la media) e non riesce a gestire — ci ho pensato solo dopo — quel mostro di Hard Disk più altre due unità USB esterne da 2,5″ (non alimentate e che quindi gravano sulla batteria del portatile) e, dulcis in fondo, il DVD che avevo nel SuperDrive! Insomma, si è piantato tutto ed ho sballato sia l’Hard Disk interno che uno dei due USB esterni (che risulta proprio fritto). Fortunatamente ho recuperato i dati di lavoro, ma nell’Hard Disk esterno c’erano veramente tanti altri dati, meticolosamente catalogati, irrimediabilmente persi. Pazienza, colpa mia, lo so che i drive esterni sono tutt’altro che eterni (leggi Dati al sicuro).

Ecco l'occorrente
Ecco l'occorrente

Quando e se il nostro OsX dovesse fare le bizze, un drive di boot esterno può essere d’aiuto. Però magari non si ha sempre dietro un Hard Disk con un sistema operativo bello che pronto. Allora ho voluto fare un tentativo, munito di una copia di Snow Leopard e di una PenDrive da 16Gb: creare una piccola chiavetta usb da cui far partire il nostro Mac OsX Snow Leopard con tutte le sue funzionalità. Vi anticipo che forse sarebbe stato possibile anche con un supporto da 8Gb, togliendo qualcosa, ma ho voluto tentare con una installazione completa.

Ho scoperto con piacere che il procedimento di installazione è il medesimo di quello tradizionale, con l’unica accortezza di preparare la Pendrive ad ospitare il sistema operativo. Per far ciò basta collegarla al Mac e lanciare /Applicazioni/Utiliy/Utility Disco. A questo punto nella colonna di sinistra si seleziona l’unità USB su cui si vuole operare (attenzione ad attivare l’unità e non l’eventuale partizione in essa inserita, che si trova un rigo sotto e più indentata), si clicca sul tab Partiziona, si sceglie “1 partizione” dal menu a tendina Schema Volume e si inserisce un nome a scelta, ricordandosi di impostare il formato su “Mac OS esteso (journaled)”.

Partizionare l'unità
Partizionare l'unità

Prima di procedere con l’inizializzazione, si deve cliccare sul pulsante Opzioni — posizionato in basso sotto Schema Volume — è attivare “Tabella partizione GUID“. Questo è il passaggio fondamentale che ci permette di utilizzare la nostra pendrive per l’installazione dell’OsX. Concludiamo l’operazione selezionando Applica.

Attivare Tabella Partizione GUID
Attivare Tabella Partizione GUID

Da questo punto in poi l’installazione può procedere in modo del tutto normale, basta chiaramente selezionare, quando richiesto, l’unità USB come destinazione per il nostro sistema operativo. Purtroppo l’operazione di installazione è durata ben 6 ore (anche se la barra di progressione continuava a segnare 30 minuti, poi 28, 25, etc.. un po’ come gli pareva). Un’infinità. Per partire con la Pendrive basta collegarla al Mac e tenere premuto il tasto opzione “Alt” durante l’avvio. Verranno mostrati tutti i drive che contengono il boot, compreso quello appena creato sulla chiavetta USB.

I problemi di lentezza purtroppo si riscontrano anche in fase di avvio ed utilizzo del sistema operativo che, pur risultando perfettamente funzionante, mostra un grosso delay nelle operazioni. In conclusione si potrebbe dire che l’esperimento è riuscito, ma il paziente è morto. Nel senso che pur funzionando, non si presta ad essere una soluzione pratica come speravo. Però i possessori di MacBookPro Unibody di ultima generazione, hanno una possibilità in più, poiché possiedono un lettore integrato di schede SD, le quali presentano transfer rate molto più elevati.

Per installare su SD il procedimento è identico a quello indicato per la Pendrive, ma le prestazioni dovrebbero essere di gran lunga superiori, credo paragonabili quasi a quelle di un disco interno. Chi avesse modo di provare può, se lo desidera, informarci del risultato.

A presto

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.