Lion Spoiler: il paradigma dello scroll, dal quadro al soggetto

Il titolo non contiene parolacce, ma non trovavo un metodo migliore per spiegarlo con poche parole. In alternativa si sarebbe potuto forse dire: lo scroll di OS X sarà come quello di iOS. Poiché il succo in fondo è questo.

In tutte le brevi pubblicazioni del Lion Spoiler sarebbero più chiari dei video, lo so. Ma visto che li rimuovono piuttosto velocemente, sto evitando di incaponirmi in una inutile corsa ad ostacoli. Non capisco la grande segretezza di informazioni che chiunque può avere, compresa la concorrenza, pagando 79€. Ma tant’è, inutile discuterne. Comunque quando vi parlo delle novità, sto cercando di contenere la mia “vena critica” concedendomi un po’ di tempo per testare e riflettere. Dopotutto vi sono elementi salutati come eccezionali che si dimostrano pessimi nel tempo ed altri che superato un’approccio anche difficoltoso, si rivelano efficaci ed insostituibili.

L’argomento ora è lo scroll. Sappiamo da tempo che in Lion le barre di scorrimento non ci sono, o meglio che sono a scomparsa (appaiono all’occorrenza). L’idea di fondo è quella di spingere sempre più l’utilizzo di trackpad e magic mouse, che nello scroll si comporta come le altre interfacce touch.

Nei desktop siamo abituati da tempo immemore a pensare che lo scorrimento di una finestra vada a modificare il nostro quadro di visione. Ovvero se vogliamo guardare in basso, scorriamo in quella direzione. Semplicemente lineare e comprensibile. Con l’avvento di iPhone ed iOS invece (almeno la mia memoria mi riconduce lì), il paradigma è cambiato. Aumentando il rapporto diretto tra uomo/macchina per merito del touch capacitivo, con le dita andiamo ad interagire non più con la finestra, che tende a sparire, ma direttamente con il contenuto. Tutti quelli che usano gli attuali smartphone, non solo iPhone al momento, avranno in via del tutto istintiva applicato il nuovo approccio. Sono pronto a scommettere che almeno una parte di voi, piccola o grande, non ci aveva neanche fatto caso e che andrà magari a prendere il suo iDevice per verificarlo dal vivo, ma in questi dispositivi per guardare in basso il movimento sarà contrario a quello del desktop, ovvero verso l’alto. Aprendo una pagina web in Safari su iOS, per vedere la parte inferiore di una pagina web, la sposteremo in su. Ecco un’immagine esplicativa:

PARADIGMA-DELLO-SCOLL

Lion di default si comporta nello stesso identico modo. Nelle preferenze si può ristabilire il comportamento classico, ma ho provato a mantenerlo così per un po’. Il primo impatto è stato molto “strano”. Le dita viaggiano istintivamente sempre in direzione opposta a quella voluta. Si potrebbe dire che ci si deve abituare, ma a ben guardare non è così. Siamo già abituati a ragionare allo stesso modo, almeno chi ha uno smartphone touch, per cui si tratta solo di applicare ovunque lo stesso approccio. Ma se razionalmente il discorso fila, l’istinto è istinto, per cui si continua a sbagliare. Almeno per un po’. Il tempo di “adattamento”, sempre che ci si voglia abituare visto che non è una imposizione, sarà breve o lungo a seconda delle persone.

Volutamente evito di addentrarmi in giudizi di merito e facili allusioni, mi aspetto che qualcuno facente parte della schiera dei critici ad ogni costo sollevi questioni come “i desktop devono essere diversi dagli smartphone/tablet”, oppure “vogliono fare diventare il Mac un giocattolo” e tante altre che non mi dilungo ad ipotizzare e che non boccio necessariamente come errate. Personalmente però non mi sbilancio più di tanto in critiche o lodi, perché preferisco attendere, provare e capire meglio prima di giudicare. L’impressione è che seppure si tratta di un’abitudine sedimentata che tutti noi vorremmo istintivamente conservare illesa, il ragionamento di fondo sia corretto. Spostare l’attenzione del contenitore al contenuto, in vista di un rapporto più diretto tra uomo e macchina ed avere un unico approccio indistinto tra diversi dispositivi, non appare errato.

In fondo diciamo spesso che iOS deve crescere acquisendo alcune delle funzioni (o “complessità”) da dekstop, ma potrebbe essere altrettanto corretto che OS X perda alcune delle sue “complessità” in favore di un approccio più amichevole e diretto con l’utente, in stile iOS.

La semplificazione non è regressione se funziona.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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