La mia attuale Nikon D90
La mia attuale Nikon D90

Non avevo mai pensato alla fotografia prima di quel giorno.

L’incontro
Ricordo che era primavera ed ero in montagna a casa di un caro amico d’infanzia. Una casa bellissima tra l’altro, piccola ma immersa in una verde ed immensa vallata. C’erano molti altri amici quel giorno, ma in tutta sincerità ne ricordo solo uno. Arrivò quasi di corsa, scendendo la lunga e ripida scala di pietra tutto d’un fiato. Non ci vedevamo da parecchio, ma la prima cosa che mi colpì fu quella strana borsetta che portava a tracolla. Dopo qualche affettuoso saluto, non ho potuto fare a meno di chiedere cosa contenesse. “La mia nuova macchina fotografica”, rispose lui.

Sto parlando di un tempo non così lontano visto che era il 2002, ma allora dicendo macchina fotografica non ti veniva in mente qualche strano aggeggio tecnologico pieno zeppo di megapixel. Oggi non ci facciamo più caso, ma nei periodi in cui la fotografia digitale non era ancora stata eletta a prodotto di consumo, cosa avremmo pensato sentendo la parola “megapixel”? A un nuovo componente dei Power Ranger forse?

Ad ogni modo si trattava di una reflex a pellicola, la Nikon F60 per l’esattezza. Avevo già avuto e visto altre macchine fotografiche sia chiaro. Mio padre è sempre stato un appassionato, così come mia sorella, alla quale, per il compleanno di qualche settimana prima, avevamo regalato proprio una digitale: la Fujifilm A200.

Ma una reflex di quel tipo, con quel bell’obiettivo e così tecnologica come mi parve quel giorno, non l’avevo mai avuta per le mani. La chiesi subito in prestito e dopo qualche brevissimo rudimento sull’accensione e lo scatto, partii per la vallata alla ricerca di qualsiasi soggetto. Fortunatamente nella natura, in una bella giornata come quella, di certo non mancavano: alberi, pietre, animali, scorci pittoreschi e bucolici, ogni cosa sembrava essere lì per essere immortalata. Il tempo passò in fretta, si fece buio e rientrai. La cosa curiosa è che non vidi mai quelle fotografie e neanche seppi se vennero bene o male. Dopotutto non mi importava, mi ero veramente divertito.

Il desiderio
Sapete come ci si sente quando scoppia la scintilla di una passione. Non riuscivo a pensare ad altro. Presi più volte in prestito la A200 di mia sorella, ma non era la stessa cosa. Non è tanto il “fare la foto” che ricercavo, ma tutto quello che lo precede. Cercare un soggetto — magari dove gli altri non lo vedono — impugnare la macchina fotografica, decidere i parametri di scatto, usare il mirino per definire l’inquadratura, mettere a fuoco e…  solo infine, scattare. Tutto questo avendo per le mani una macchina fotografica che ti sappia trasmettere il giusto feeling.

Non passò molto che finalmente fu il 30 Agosto, giorno del mio compleanno. Indovinate cosa ho chiesto in regalo? Fortunatamente mio Padre è sempre stato molto attento a fornirci tutti i mezzi necessari per coltivare le nostre passioni, soprattutto quelle che stimolano la creatività e l’ingegno. Così non fu complicato convincerlo a spendere circa 600.000 lire per un corredo composto da: Nikon F55, obiettivo 28-70, obiettivo 80-200, custodia e un paio di rullini.

La mia prima Reflex - NIkon F55
La mia prima Reflex - NIkon F55

Primi passi
I mesi successivi furono divertentissimi. Non mi separavo mai da quella macchina fotografica e in molti casi, durante il mio tempo libero, decidevo una destinazione e partivo per fare foto. Peccato solo per i costi, sviluppare rullini su rullini era veramente dispendioso. Comunque appena ebbi la F55 tra le mani lessi tutto d’un fiato il manuale, neanche fosse l’ultimo libro di Stephen King, e subito dopo mi misi al computer per preparare una tabella in cui per molto tempo, rullino dopo rullino, ripresa dopo ripresa, ho segnato tutti i parametri di ogni singolo scatto. E poi una volta sviluppate le foto, studiavo i risultati. Volevo riuscire ad avere il controllo del mezzo fino in fondo, odiavo usare una così bella macchina fotografica in modalità automatica, preoccupandomi solo dell’inquadratura e del fuoco.

In poco tempo, coadiuvato da qualche lettura interessante, sono riuscito a prendere confidenza con la fotografia, a fare i primi esperimenti con rullini in bianco e nero o con sensibilità differenti. I risultati erano entusiasmanti, ma nel frattempo la fotografia procedeva a grandi passi verso quella che sarebbe stata la sua naturale evoluzione: il digitale.

La passione cresce
Negli anni successivi ho cambiato moltissime macchine fotografiche (tutte digitali dopo la F55), passando dalle compatte, alle bridge, alle reflex digitali, poi supercompatte, di nuovo bridge e così via. Ne ho cambiate veramente moltissime, arrivando perfino, in alcuni casi, ad acquistarle solo per provarle, rivendendole dopo neanche una settimana. Oggi uso con soddisfazione una Nikon D90 che va più che bene per le mie esigenze, anche se vorrei passare prima possibile ad una FullFrame.

Se alcuni termini appena citati vi giungono nuovi, non temete. Nei prossimi giorni scriverò un articolo semplice ed il più possibile breve, nella speranza di fornire a tutti coloro che lo desiderino, i primi semplici rudimenti sulla fotografia e sull’utilizzo delle odierne macchine fotografiche digitali. Rimanete connessi se la cosa vi interessa e ricordate che potete sottoscrivere l’RSS per ricevere comodamente gli aggiornamenti sui nuovi articoli.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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