USB 3.0 vs Firewire 3200 vs Light Peak: tecnologie a confronto, cosa sceglierà Apple?

Ha fatto molto discutere il progressivo abbandono di Apple delle porte Firewire nei suoi computer. La S400, dopo l’ultimo rinnovo di gamma del 20 ottobre, è sparita definitivamente anche dal Mac mini e dal MacBook. E quest’ultimo è l’unico nel quale non c’è neanche la S800, presente in tutti gli altri modelli.

È stata proprio la Apple nel 1986 ad inventare l’originale IEEE 1934 (Firewire) ed a riuscire, negli anni successivi, ad imporlo nel mercato professionale. Ed è stata sempre lei, nel 1998, a lanciare l’iMac, il primo PC a fare a meno delle numerose porte seriali e parallele utilizzate fino ad allora da tutti i computer, affidandosi esclusivamente alle USB 1.1 per la connessione di mouse, tastiera, stampante & company.

Nel tempo l’USB ha raggiunto un livello di diffusione inizialmente impensabile, tanto da riuscire a soppiantare il Firewire (nell’ambito consumer ed in parte di quello semi-pro) anche nelle aree in cui il secondo è nettamente superiore. Per le periferiche Audio/Video o per lo Storage di dati per esempio, la minore latenza, la migliore gestione energetica, la maggiore velocità reale, il supporto alle comunicazioni host to host, al peer-to-peer ed al full-duplex, così come il minor uso delle risorse hardware del computer, avrebbero dovuto decretare una netta prevalenza del Firewire, eppure, la maggior parte di questi dispositivi nel settore cosiddetto mainstream utilizza connessioni USB 2.0.

A decretare il successo dell’USB è stata prima di tutto la sua maggiore economicità, derivata sia dai minori costi di produzione rispetto al Firewire, sia dal fatto che quest’ultimo, essendo uno standard proprietario, può essere utilizzato solo previo pagamento delle royalties. In più sui sistemi Microsoft, le prestazioni delle Firewire sono sempre state incredibilmente castrate da pessimi driver di sistema (vedi grafico sottostante). La stessa Apple ha preso atto di questa realtà di mercato ed ha recentemente dimostrato di voler progressivamente abbandonare il suo standard Firewire, almeno nella sua versione più datata, la s400.

Prestazioni Dischi FireWire e USB 2.0 su Osx e Windows Vista
Prestazioni Dischi FireWire e USB 2.0 su Osx e Windows Vista (fonte Les Numériques)

Nel frattempo però è stata aggiunta molta altra carne sul fuoco. Lo standard S-ATA per esempio, che da connettore interno si è riversato anche all’esterno con la variante eSata, molto performante (al punto che non esistono dischi capaci di usare tutta la sua banda) ma che ha anche alcune lacune, come l’impossibilità di alimentare le periferiche, cosa che invece già fanno da tempo sia l’USB 2.0 che la Firewire 400 ed 800.

Inoltre nel 2007 di queste ultime due sono state presentate le rispettive evoluzioni:

Unità e Distribuzione delle USB negli anni
Unità e Distribuzione delle USB negli anni (fonte In-Stat)

La SuperSpeed USB è già realtà e sono stati recentemente presentati i primi prodotti che la utilizzano (come l’Hard Disk di Freecom) e la sua diffusione avverrà con certezza quasi matematica e con incredibile naturalezza, data la quasi totale retrocompatibilità, sia dei componenti che dei cavi. Un po’ come avvenne nel passaggio tra USB 1.0/1.1/2.0, vedremo velocemente il supporto alla USB 3.0 nei dispositivi e nei computer. Al momento la Apple non si è espressa in merito il supporto al SuperSpeed USB in OsX e anche Windows 7 non è compatibile, ma per entrambi è teoricamente possibile un upgrade. Linux invece è già avanti in questo campo ed è stato il primo sistema operativo con supporto alla USB 3.0 (fonte Linux Magazine).

La Firewire 3200 invece, sembra essere poco più di una “intenzione” e dal 2007 ancora non si è avuta notizia di una possibile, remota o prossima, realizzazione pratica.

Ultima, ma non per ultima, la grande novità costituita da Light Peak di Intel. Questa tecnologia, che da più parti si dice sia sostenuta da Sony e addirittura partorita da un’idea di Steve Jobs e della Apple, sembra essere decisamente un passo avanti alle altre concorrenti. Non soltanto per la velocità dimostrata di 10 Gb/s (contro i 4,8Gb/s della USB 3.0 ed i 3.2Gb/s della S3200) ma anche per quella teoricamente raggiungibile di 100 Gb/s. Roba da far impallidire qualsiasi contenuto digitale.

Passiamo ai dati
Bene, ora che abbiamo dato un’occhiata al panorama, vediamo un po’ di dati. Ci sarebbe veramente tanto su cui discutere, ma per avere un punto di partenza il più possibile chiaro, ho realizzato uno schema con i principali dati di queste tecnologie, presenti e future (cliccate per ingrandire).

Tabella Connessioni USB 2.0 3.0 Firewire 800 3200 Light Peak eSata

Per quanto riguarda caratteristiche, punti di forza e debolezza di tutte le tecnologie, ho inserito tutto nella tabella (che vi invito a visionare). In merito le velocità teoriche e reali dei differenti sistemi invece, ecco un confronto diretto:

Velocità Reali e Teoriche delle connessioni
Velocità Reali e Teoriche delle connessioni

Il vantaggio di Light Peak è immediatamente visibile. L’USB 3.0 sulla carta è superiore al Firewire 3200 (area grigia), ma come sappiamo i dati reali (area rossa) hanno solitamente avvantaggiato sempre il Firewire che, a differenza dell’USB, nel mondo reale arriva molto vicino al suo massimo potenziale (del 3200 ancora non abbiamo dati certi).

Anche su Light Peak la Apple non si è espresssa. Ad ogni modo, per quanto sia una tecnologia già reale e provata, i costi di produzione e di realizzazione resteranno alti per molto tempo, relegandola, almeno inizialmente, al solo ambito professionale. Ed in tal caso potrebbe rendere “inutile” la Firewire 3200 e lasciare solo la USB 3.0 per tutto il settore mainstream. Tutto è ancora possibile, ma una cosa è certa:

la decisione che prenderà Apple potrebbe indicare, come in passato, la strada del futuro

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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