Il fenomeno dello SPAM è forse una delle peggiori piaghe della rete. Secondo il Kaspersky Lab, nel primo trimestre del 2009 la quota di spam nel traffico di posta elettronica ha raggiunto l’impressionante quota di 86,8%. Fortunatamente la maggior parte di questi dati vengono scartati via direttamente dai server web e dai sempre più potenti filtri euristici dei software antispam, pertanto le email spazzatura che arrivano nelle nostre caselle di posta elettronica sono solo una minima quantità rispetto a quelle reali. Inoltre delle email che riescono ad aggirare i primi controlli, un’altra fetta viene riconosciuta e scartata dai software di posta elettronica o antivirus/spam/malware. Eppure il fenomeno continua ad essere presente.
La cosa peggiore è che, come un virus, il principio dello SPAM si è poi trasmesso anche ad altri canali. Ed ecco il motivo per cui tutti i giorni ricevo nel mio studio almeno 2 fax con “imperdibili” offerte telefoniche e, perché no, anche qualche laurea da comprare con poche migliaia di euro. Per non parlare delle telefonate: salve sono di british telecom, di wind, di enel, di sorgenia, diqualsiasialtracosavivengainmente.
Una volta un operatore che diceva di chiamare dalla Telecom mi ha chiesto: “lei ha un contratto Telecom Italia”? E io: “mi scusi ma se lei È la Telecom non lo dovrebbe sapere”?
Però il massimo lo ha raggiunto una operatrice di Sorgenia (almeno così diceva) che voleva farmi chiudere il contratto con Sorgenia (che già ho) per passare a Sorgenia. Si avete capito bene, non ho sbagliato a digitare. Da Sorgenia a Sorgenia.
Mah…
Comunque, la buona notizia di oggi è che il Garante della Privacy ha ribadito ieri lo stop al fax selvaggio. Il 21 ottobre una società di intermediazione aziendale è stata multata proprio per l’invio selvaggio di fax pubblicitari c/o numeri telefonici che, a detta dell’azienda, sono stati reperiti su cataloghi liberamente consultabili, come le pagine bianche e gialle. Ma il Garante ha ancora una volta ribadito che l’uso di sistemi automatizzati per inviare messaggi promozionali, come è il fax (ma il discorso vale anche per sms, mms, e-mail, etc.) impone la preventiva acquisizione del consenso informato e specifico da parte dei destinatari, anche quando si tratti di dati estratti da elenchi categorici o da albi.
Avranno recepito questa volta? Oggi — e per il momento — il fax tace.