Esiste Innovazione e innovazione: Magic Mouse vs OOMouse

Questa è innovazione? Magic Mouse vs OOMouse

Iniziamo dalle similitudini. Anzi, dalla similitudine, perché è una sola: in entrambi i casi lo si vede e si urla “O MIO DIO MA È VERO?”!

La risposta è a dir poco scioccante: sono entrambi veri e sono entrambi mouse (anche se quello a destra può sembrare un vibromassaggiatore per i piedi). E anche l’OOMouse come il Magic Mouse di Apple è stato presentato nel 2009. Anzi quest’ultimo è così recente da non essere ancora in distribuzione. E allora perché sembra un oggetto fantahippy degli anni 80?

Superando la forse inopportuna ironia (non si ride delle disgrazie altrui) vorrei, seppur brevemente, analizzare le profonde differenze tra questi due mouse:

Magic Mouse

  • nessun tasto
  • superficie multitouch

OOMouse (ovvero OpenOffice Mouse)

  • 18 tasti
  • 1 rotella
  • 1 cavo
  • 1 joypad analoogico
  • 512kb di memoria (?)

E anche se dai numeri potrebbe sembrare un confronto in stile Davide contro Golia, in realtà si tratta più di un Bred Pitt contro il mostro di Frankenstein. Già perché nell’OOMouse ci hanno messo di tutto, quasi pensando che la somma di così tante qualità, avrebbe dato vita ad un oggetto eccezionale. Isterie. Sappiamo tutti come finisce la storia di Frankenstein.

Fortuna che OpenOffice.org ha preso le distanze spiegando che anche se il progetto fa chiaro riferimento a loro (ha anche il logo sul dorso) non è farina del loro sacco.

Però quello su cui volevo riflettere è l’enorme differenza che si può attribuire alla parola “innovazione”. In questo prodotto si notano tutti i limiti di una filosofia di progettazione che troppo spesso è contraria a sè stessa.

Necessità > Soluzione: questa formula non sempre funziona. In tutti i settori dell’IT bisogna iniziare a pensare di produrre qualcosa, molto prima che si possa realmente concretizzare. Pertanto se si ascoltano semplicemente le necessità contemporanee e dirette degli utenti e si inizia a progettare un oggetto, che sarà disponibile solo dopo 6 o 12 mesi, si rischia che qualcun’altro con la capacità di guardare più in là di una spanna dal proprio naso, inventi nel frattempo qualcosa di totalmente nuovo, cambiando le regole del gioco e ridefinendo anche le esigenze degli utenti.

Se avessi più tasti potrei impartire più comandi al computer, avrà detto qualcuno

Allora bisogna iniziare a pensare in modo realmente creativo, rivoluzionando il concetto di una IT che risponde solo ad espresse esigenze e non sia capace realmente di innovare. Perché non ci si può ridurre a fornire “solo” ciò che è richiesto, ma bisogna riuscire ad essere propositivi e visionari. Si rischia forse di più, ma se hai le idee giuste e le sai vendere, i risultati arrivano… state pensando ad un certo Steve Jobs?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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