Qualche giorno fa vi ho detto di essere indeciso se comprare o meno un nuovo MacBook Pro 13″. Alla fine non ho saputo resistere, ma ho preferito scegliere un ricondizionato, che mi ha permesso di risparmiare 200 Euro rispetto al prezzo di listino. Il modello in questione è il Pro 13″ base da 2,26Ghz, con 2GB di RAM e 160GB di Hard Disk. Il Mac è arrivato dopo soli 2 giorni e, tranne la scatola, è identico al nuovo in tutto e per tutto (lo dico per tutti coloro che ancora non si fidano dei ricondizionati).

Da quando è arrivato ci ho lavorato un bel po’ ed ho fatto una serie di test approfonditi al fine di poter scrivere questa recensione. Come per l’iMac 27, recensito qualche giorno fa, eviterò di dare i numeri e mi concentrerò invece sulle impressioni d’uso, il vero banco di prova di ogni computer.

apri

Design ed Ergonomia
Tolto dalla scatola colpisce subito per la sensazione di robustezza. Il guscio unibody è davvero eccellente e l’impressione che se ne ricava è quella di un lingotto: un blocco solido e compatto. Con nessun altro portatile ho mai avuto un feeling simile a primo acchito. Le superfici superiore ed inferiore sono smussate agli angoli, così da rendere più aggraziato il profilo. Un trucco che Apple ormai sfrutta benissimo, come ha fatto con il MacBook Air prima e con l’iPhone 3G dopo. Lo spessore è comunque piuttosto sottile, meno del modello che sostituisce ed inferiore anche al nuovo MacBook bianco (anch’esso con guscio unibody, ma in policarbonato bianco). Il freddo alluminio non è particolarmente piacevole per via della temperatura, ma è perfetto per la dissipazione del calore ed al tatto la qualità percepita è altissima. Inoltre l’assemblaggio rasenta la perfezione: non ho trovato neanche un particolare fuori posto in tutta la scocca. Mi chiedo perché gli altri costruttori non prendano esempio e continuano invece a realizzare quei grossi portatili plasticosi e con forme irregolari e poco armoniche.

striscia macbook

Installazione e Configurazione
Quando si parla di Mac, questo punto potrebbe effettivamente essere tolto. C’è poco da dire, basta accenderlo e funziona. Nessun programma inutile da disinstallare, nulla da configurare. Tutto funziona a dovere e quindi mi metto subito a fare un po’ di test. Ho installato Perian per avere i codec audio/video, skype per la videoconferenza e dropbox per accedere ai miei dati remoti. Dopo ho impostato i miei dati su MobileMe ed in pochi istanti ho avuto email, preferiti, password personali, etc.. già pronte sul Mac. E poi via a provare la suite iLife.

schermo macbook pro 13

Schermo
Su questo punto ho dibattuto molto (con me stesso) prima di fare l’acquisto. Come tutti vorrei un computer portatile che lo sia veramente, ovvero: piccolo, leggero e con grande autonomia. D’altro canto però qualsiasi computer nelle mie mani grida pietà per quanto lo stresso, per cui anche le prestazioni sono molto importanti. E soprattutto: lo schermo quanto deve essere grande? Il 13″ è una misura ottimale per molte cose, però il vero “coltellino svizzero” dei portatili rimane ancora il 15″, con il quale si riesce a lavorare – senza impazzire troppo – anche con software impegnativi, dove le aree di lavoro diventano complesse e ricche di palette e pulsanti. Ma è pur vero che per lavori tali (come editing grafico o montaggio audio/video) il MacBook Pro 13″ in versione base, non è il computer più adatto. Mi sono però ricordato di quando, ancora utente Windows, ho usato per un anno un HP serie dv1000 (per la sigla vado a memoria) con schermo wide da 14″. Uno spettacolo: ricordo con grande piacere quel computer proprio perché era comodissimo portarlo sempre con se, in un minimo ingombro. E allora dopo tre anni di 15″ mi son deciso a ritornare su una superficie di lavoro leggermente più compatta. Vorrà dire che per i lavori impegnativi userò l’iMac, che con i suoi 27″ di schermo, di sicuro non è carente di spazio. Tornando al MacBook Pro, la superficie visibile permette di navigare in modo perfetto sul web ed anche le interfacce di iMovie e GarageBand sono facilmente manovrabili. Per migliorare il tutto ho comunque ridotto al minimo la dimensione del Dock e, in alcuni casi, ho preferito nasconderlo temporaneamente con cmd+alt+d. Ho provato anche ad utilizzare photoshop e devo dire che, dopo aver sistemato per bene l’area di lavoro, si usa con tranquillità, anche se la migliore soluzione è quella di minimizzare le palette ad icona per poi richiamarle, con le tendine, solo quando necessarie.

particolare tasto di accensione

Tastiera
Una delle scelte intelligenti di Apple è stata quella di dotare tutti i recenti Mac (portatili o fissi) dello stesso layout tastiera. Usando un MacBook (di qualsiasi dimensione e modello) o un iMac (con le tastiere wireless) tutti i tasti sono allo stesso posto, così possiamo iniziare immediatamente a digitare senza incertezze. Inoltre la tastiera nera (che inizialmente mi ha fatto storcere il naso) non solo è bella, ma è anche molto comoda. Soprattutto di sera, quando l’illuminazione dei tasti scolpisce tutte le lettere in modo chiaro e preciso, anche a bassa luminosità. Il feedback alla pressione è liscio e secco, anche lunghe sessioni di battitura non affaticano minimamente. I tasti funzione standard (F1, F2, ecc..) lasciano il posto definitivamente alle icone per la modifica immediata dell’illuminazione, al richiamo di Exposé e Dashboard ed al controllo musicale. Dopo pochissimo ci si fa l’abitudine anche se si era abituati ai vecchi comandi di controllo su F9, F10, F11 ed F12. Ma se non fosse così, si può sempre riattivare il metodo precedente tramite Preferenze di Sistema / Tastiera / Utilizza tutti i tasti F1, F2, ecc. come tasti funzione standard.

foto macbook pro 13

Trackpad
Durante i primi minuti di utilizzo ho avuto sensazioni contrastanti. Dapprima sono rimasto molto soddisfatto dall’estetica e dalla qualità costruttiva, poi ho visto con piacere un computer veloce e reattivo, ma qualcosa non mi quadrava perché mi sentivo leggermente impacciato nell’utilizzo. La colpa (per così dire) era del trackpad in vetro. Bellissimo, per carità, e all’avanguardia, non c’è che dire, ma per chi è abituato al tasto fisico qualche difficoltà c’è. Io sono avvezzo a mantenere il pollice posizionato (seppur leggermente) sul pulsantone in basso, per poi premerlo all’occorrenza. Di solito disattivo anche il clic leggero: quello a sfioro, senza la pressione fisica del tasto. Con il Trackpad in vetro (che ricordo essere tutto un intero tasto basculante, incernierato nella parte superiore) la mia posizione naturale crea problemi, in quanto dove solitamente tengo il pollice ora è tutta area sensibile e il Mac percepisce la pressione di due dita durante i movimenti, causando spesso blocchi del puntatore e, in qualche raro caso, anche il resize di icone o immagini (solitamente avviabili con il classico “pizzico”). Alla fine ho modificato leggermente il mio metodo di utilizzo e mi sono abituato, ma chi viene da un MacBook con tasto (modello precedente), deve mettere in conto un minimo tempo di apprendimento

porte nuovo macbook pro 13

Utilizzo
Venendoda un MacBook Pro da 2,5Ghz e 4GB di RAM, mi aspettavo di trovare un sistema più lento. Invece devo dire di essere rimasto piacevolmente stupito dalla risposta di tutto il computer, sia nelle comuni operazioni con i file, che con i programmi testati. Dopotutto si tratta comunque di una generazione successiva e il raffronto non va fatto solo tra velocità di clock dei processori, ma anche sul velocità del BUS e della RAM, nonché del modello di CPU/GPU. Anche i software di grafica viaggiano piuttosto allegramente a patto di non spremere troppo i 2GB di RAM, che sono l’unico punto dove interverrò sicuramente con un upgrade (i 4GB ci vogliono sicuramente). Le porte di espansione (tutte sul lato sinistro) contano una Mini Displayport (dovrò comprare l’adattatore), la porta Ethernet, 2 USB, 1 Firewire 800 e il MagSafe ed 1 ingresso/uscita audio. Compare inoltre anche il lettore di schede SD che fa onestamente il suo dovere ed è piuttosto utile in moltissime circostanze. Dall’altro lato invece abbiamo il Superdrive e lo slot per il cavo di sicurezza Kensington. Nota dolente è quella relativa all’audio, almeno per me che mi diverto a suonare in cuffia con GarageBand. Avendo un solo connettore per ingresso ed uscita audio, non è possibile collegare direttamente delle cuffie e un input diretto, come una chitarra. Di contro il set cuffie/mic/controllo dell’iPhone funziona benissimo e con 1 solo cavo ci premette di avere tutto collegato (funziona anche il controller come telecomando). Ho tentato di collegare uno splitter audio per duplicare i cavi ed ho potuto attaccare sia degli auricolari che la chitarra, ma il computer non riesce a separare i segnali, pertanto registrava anche dagli auricolari! Insomma sarà necessario un componente esterno per poter dinuovo registrare i miei brani musicali. Poco male perché comunque così miglioro anche la qualità del suono, ma sottolineo la scelta miope e senza senso di Apple su questo frangente. Cosa gli costava mantenere tutte e due le porte separata? Forse non lo sapremo mai.

superdrive e slot kensington

voto 4 Conclusioni

Escluso il periodo di adattamento necessario per il Trackpad (almeno per chi già abbia radicate abitudini differenti), l’unico problema riscontrato è relativo al connettore unico per ingresso/uscita audio. Cosa che però per molti non rappresenterà nessun ostacolo reale. Riguardo il costo del nuovo (1.149 Euro) ritengo sia più conveniente il MacBook bianco, che con i suoi 899 Euro ci fornisce pari prestazioni ed un HardDisk più capiente (250GB contro i 160GB del modello in prova), costringendoci però a privarci di:

  • Case in alluminio
  • Porta FireWire 800
  • Tastiera illuminata
  • Ricevitore ad infrarossi
  • Design PRO

Però considerando che questo modello si trova spesso ricondizionato a 200 Euro in meno (venendo a costare 999 Euro: solo 100 Euro in più del MacBook bianco) continuo a preferirlo nettamente. Lo consiglierei quasi a tutti, escludendo solo quelli che hanno necessità di grandi capacità di calcolo o uno schermo più grande. In particolare su questo ultimo punto, ritengo che Apple farebbe cosa giusta e saggia se, nelle prossime versioni, incrementasse la risoluzione dei display. Avere un 13″ con la risoluzione del 15″ sarebbe ottimale ed i caratteri non sarebbero ancora troppo piccoli.

PRO
Guscio Unibody in Alluminio con costruzione solida e curata
Buone prestazioni nell’uso di iLife / iWork
Connettività completissima (ethernet/wifi n/bluetooth/firewire/usb/sd)
Buona durata della batteria (anche se non si arriva alle 7 ore dichiarate con un utilizzo normale)
Ottimo Prezzo (se si compra il ricondizionato)
Schermo al LED brillante e di alta qualità

CONTRO
Audio in ed out su una sola porta

DA CONSIDERARE
Bisogna abituarsi al Trackpad
L’Hard Disk potrebbe essere più capiente
Conviene aumentare la RAM

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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