Recensione: MacSpeech Dictate, da oggi parli al tuo Mac come ad un amico

In ogni libro, racconto o film di fantascienza che si rispetti, i computer del futuro non sono più controllati da mouse e tastiera. Tutti gli incredibili strumenti di input che le menti più geniali del pianeta hanno immaginato nel corso del tempo, hanno avuto come fine ultimo l’obiettivo di rendere più diretta e naturale la comunicazione uomo-macchina. Il futuro è ancora una incognita, ma già oggi possiamo controllare il nostro Mac con il solo ausilio della nostra voce…

Questo incipit mi è venuto in mente dopo pochi minuti di utilizzo di MacSpeech Dictate (199€). Sono sempre stato un po’ scettico verso il riconoscimento vocale. Ammetto che sia uno strumento formidabile e lo uso quotidianamente per chiamare con l’iPhone o per i navigatori controllabili con la voce. Tuttavia sul computer, un po’ per la buona dimestichezza con il mezzo un po’ per l’ottima velocità di battitura acquisita in più di 20 anni, non ho mai creduto che potesse essere veramente utile. Se penso al computer però, sono certo che i dispositivi di input attuali, prima o poi, andranno in pensione. Già oggi la rivoluzione multitouch dell’iPhone prima e dell’iPad dopo, ci ha regalato un modo tutto nuovo per interagire con i dispositivi elettronici. E non è difficile immagine un futuro, ormai sempre più prossimo, in cui si potranno abbandonare quelli che dagli albori della storia informatica hanno rappresentato le principali vie di interazione tra l’uomo e la macchina: tastiera e mouse.

Ma la forma di comunicazione d’eccellenza per l’essere umano è un’altra: la voce. Parlando riusciamo a trasmettere informazioni nel modo più naturale. Per questo molti scrittori di fantascienza sono stati portati ad immaginare un futuro in cui si potrà parlare con le nostre macchine, così come facciamo con il prossimo. E come sempre la scienza si è messa ad inseguire i sogni dei visionari. La potenza di calcolo di un comune computer odierno ha dell’incredibile, ma non è comunque in grado di discernere e giudicare. Ed è per questo che il primo passo prima di usare uno strumento di riconoscimento vocale è quello dell’addestramento. Quando conosciamo una nuova persona, siamo subito in grado di capire le sue parole (sempre che parli la nostra lingua), ma il computer non ha questa flessibilità. Ogni utilizzatore di MacSpeech Dictate, dovrà quindi creare un proprio “profilo” eseguendo un breve addestramento. Si tratta in sostanza di leggere dei testi ad alta voce per qualche minuto. Già in questa fase il programma mi ha stupito: in meno di cinque minuti ha interrotto esso stesso la lettura, informandomi di avere elementi sufficienti per il riconoscimento.

profilo vocale

In dotazione nel box troviamo anche una cuffia con microfono professionale ed una chiavetta USB contenente un processore in grado di ridurre il rumore ambientale. Purtroppo il microfono integrato del Mac non va bene, in quanto è necessario qualcosa di più “serio” con una risoluzione di 16bit. Pertanto l’unico “limite”, se così vogliamo chiamarlo, è che dovrete portarla con voi. In alternativa si può optare per il più comodo (ma anche più costoso) pacchetto con auricolare Calisto Bluetooth (329€).

macspeech dictate

Cuffia collegata e addestramento completato: iniziamo quindi a provare il riconoscimento. La modalità “dettato” traduce la nostra voce in testo e lo inserisce in qualsiasi applicazione adatta a ricevere input da tastiera. Ovvero dovunque ci sia un cursore lampeggiante, possiamo scrivere. La prima prova che ho fatto è stata quella di leggere un articolo del blog e vedere la capacità di comprensione dopo il primo breve addestramento. Il risultato è stato per me inaspettato: ho trovato solo 3 errori nel testo in italiano (ad esempio “di quei” al posto di “direi”) ma tutti, ma proprio tutti, i termini in inglese sbagliati (es. invece di “iPhone” “al fondo” e così via…).

Dopo una piccola ricerca ho scoperto che l’applicazione è in grado di riconosce la voce in italiano, inglese, tedesco e francese, ma solo separatamente. Il motivo è molto semplice: dovendo accettare contemporaneamente il testo in tutte le lingue contemporaneamente, diventerebbe quasi impossibile distinguere le parole. Sia perché pronunciate alcune potrebbero suonare in modo molto simile ad altre in diverse lingue, sia perché il dizionario si amplierebbe in modo incredibile, richiedendo ancora più capacità di calcolo. Tuttavia, questo che potrebbe sembrare uno scoglio insormontabile, in realtà si risolve in un attimo. Basta infatti aggiungere la pronuncia delle parole inglesi che ci interessano utilizzando l’editor vocabolario che si trova nel menu strumenti.

editor vocabolario

A questo punto ho ripetuto la dettatura ed è andato tutto liscio come l’olio. Certo qualche piccola incomprensione può capitare, soprattutto se non sappiamo esattamente cosa dire e in alcuni punti balbettiamo qualche parola. Comunque oltre alla dettatura, è importante conoscere i comandi con i quali possiamo agire sul testo. Ad esempio se l’ultima parola inserita è stata capita male, basta dire “elimina parola” e ripeterla nuovamente. Se tutta l’ultima interpretazione è errata allora diremo “elimina questo”. Allo stesso modo possiamo muoverci avanti e indietro nel testo o selezionare una parola specifica per sostituirla. Per usarlo al meglio sarebbe opportuna stamparsi dal manuale le pagine con i comandi e tenerle sott’occhio, dopo un po’ di pratica non si dimenticheranno più.

Oltre che per la dettatura, MacSpeech Dictate può essere usato anche in modalità “Comandi”, con la quale si possono controllare le applicazioni del computer. Questa funzionalità è particolarmente utile ed utilizzata dai diversamente abili. C’è già una vasta libreria di operazioni eseguibili, con le quali comandare il Finder, Safari, Mail, TextEdit, etc..  ma se ne possono creare anche di personalizzate sfruttando le potenzialità di AppleScript, Shell e Automator o, più semplicemente, scegliendo tra le operazioni “incorporate”, come lanciare applicazioni, gestire file e cartelle, eseguire macro, etc..

operazioni personalizzate

Allo scopo di farvi vedere come funziona in pratica l’applicazione, ho realizzato un video in cui parto dall’apertura della scatola, arrivando fino a testare tutte le funzionalità citate nell’articolo. Vi chiedo però di avere un po’ di clemenza per l’introduzione che ho realizzato, forse un tantino fuori dagli schemi.

voto 4,5Conclusioni
Dopo un brevissimo periodo di addestramento vocale siamo pronti per parlare con il nostro Mac come fosse un caro amico. Sono rimasto piacevolmente colpito dall’efficacia del riconoscimento vocale di MacSpeech Dictate. Magari non lo utilizzerò tutti i giorni per controllare il computer — ed oggettivamente non è detto che serva a tutti — ma chi si trova spesso a trascrivere lunghi testi sul computer lo troverà estremamente produttivo. Inoltre con la funzione “Comandi” si apre tutto un mondo di possibilità per i diversamente abili, i quali con un minimo periodo di apprendimento, saranno in grado di usare il proprio Mac solo con l’ausilio della voce. In definitiva considero MacSpeech Dictate il primo software di riconoscimento vocale per Mac che funziona “davvero”. Non esito ad assegnargli 4 stelle e 1/2.

Costi
MacSpeech Dictate non è un software economico. Ma bisogna ricordare che con 199 € non si compra solo un’applicazione incredibilmente complessa e funzionale, ma anche una cuffia con microfono professionale completa di una piccola scheda audio esterna. Non fatico ad immaginare che alcuni professionisti come medici ed avvocati, nonché chi si occupi di trascrivere conversazioni audio registrate, possano trovare in questa applicazione un valido aiuto, capace di farvi risparmiare una grande quantità di tempo.

PRO
ico.piu.png Funziona (e non è poco)
ico.piu.png Dizionario editabile ed espandibile
ico.piu.png Modalità “comandi” per controllare il computer
ico.piu.png Tempo di addestramento minimo

CONTRO
Pro L’aiuto in linea è un po’ dispersivo, servirebbe uno schema riassuntivo dei comandi da poter stampare

DA CONSIDERARE
ico.piu.png La necessità di usare un microfono professionale, rende impossibile adoperare quello integrato nel Mac

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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