Recensione: sotto i riflettori il nuovo Mac mini aluminium. Tutto quello che c’è da sapere

mac mini al completo

Dopo il mio unboxing, saprete che da qualche giorno sono un felice — ma più povero — possessore del nuovo Mac mini. Credo che sia il quarto che compro, di volta in volta ho sempre sostituito il vecchio con il nuovo, con una nota molto positiva: nell’usato (se l’hai pagato bene all’origine, magari con un ricondizionato) perde veramente pochissimo. Come di consueto, dopo il periodo di test, vi propongo la mia recensione. Visto che l’argomento principale su questo prodotto dalla sua presentazione è stato il prezzo (diffusamente etichettato come troppo alto), cambio un po’ l’ordine dei focus prendendo il toro dalle corna.

Costo
Inizio con una secca affermazione: il nuovo Mac mini costa. A prescindere da tutte le considerazioni che farò di seguito, è un dato di fatto che quello che poteva essere considerato l’entry level tra i computer Apple (spesso acquistato come primo Mac dagli switcher) il 15 giugno è passato da un prezzo minimo di 549€ a quello attuale di 799€ (+250€). E aggiungendo il costo di monitor, tastiera e mouse il conto aumenta, soprattutto se questi si chiamano LED Cinema Display, Wireless Keyboard e Magic Mouse. Senza considerare il nuovo Magic Trackpad, il quale a ben vedere è il compagno perfetto proprio per il Mac mini utilizzato in salotto. Da questo primo, veloce e rudimentale calcolo, si evince chiaramente che ad oggi il computer più conveniente di tutta l’offerta Apple è un altro. Mi riferisco al famoso all-in-one recentemente aggiornato: l’iMac. Il modello base da 21,5″ con 400€ in più ci da:

  • mouse e tastiera wireless Apple
  • un buon LED monitor Full HD da 21,5″ Widescreen
  • CPU più recente (Core 2 Duo vs Core i3) e più veloce (2,4Ghz vs 3,06Ghz)
  • il doppio di RAM (e anche più veloce: 1067Mhz vs 1333Mhz)
  • soluzione grafica discreta e con memoria dedicata
  • disco rigido più capiente

Senza neanche scomodare la calcolatrice o i nostri stanchi e affaticati neuroni, possiamo affermare con assoluta certezza che il valore di mercato di queste “differenze” è nettamente superiore alle 400€ che invece separano i due computer sul listino. Per di più mentre il recentissimo iMac è stato proposto con il classico cambio Apple 1:1 (senza approfondire qui critiche o attenuanti) il mini in Italia costa 100€ in più rispetto al prezzo che avrebbe avuto rispettando il medesimo rapporto ($699 vs 799€). Ed è proprio questo confronto che mette un po’ in crisi, più del prezzo considerato come valore assoluto. Altrettanto certo però, è che in Apple tali considerazioni le avranno fatte molto prima di noi. Personalmente non ho neanche la più lontana presunzione di capire, sostenere o criticare le motivazioni delle scelte di un’azienda che piaccia o non piaccia, macina dollari e successo come una mietitrebbia. Però qualche ragionamento insieme possiamo farlo.

Il cambio
Date per assunte le politiche commerciali di Apple che vedono il prezzo di un prodotto mantenersi costante nel suo intero ciclo vitale (con quale rara eccezione), il momento del lancio sui mercati internazionali non può non essere influenzato dai rapporti di cambio delle monete. Andando a guardare lo storico del valore euro:dollaro, si può notare come il Mac mini sia stato presentato proprio in un momento in cui l’euro era in forte crisi. Non che oggi ci sia da gridare al miracolo, siamo ancora ben lontani dai picchi della primavera del 2008 (1,58) e dal recupero del natale 2009 (1,5), ma il trend ora è in salita. In qualche misura possiamo pensare che ciò abbia influito nella determinazione del prezzo del nuovo iMac, il quale risulta avere un cambio a noi più vantaggioso.

cambio-euro-dollaro

Ricerca e sviluppo
Altra importante riflessione da fare è che il progetto del mini era rimasto sostanzialmente invariato dal gennaio 2005, data in cui fu presentato. Pensate che a quei tempi Apple non aveva ancora fatto il passo verso Intel e il computer montava i processori G4. Per continuare il paragone con l’all-in-one, sarebbe come se fino a pochi giorni fa l’iMac fosse rimasto fermo a quello in policarbonato bianco da 17″ e 20″. In realtà le due linee hanno mercati differenti (molto più ampio quello dell’iMac) e quindi vanno fatte dovute differenze, tuttavia il confronto rende l’idea. Ciò che in definitiva volevo portare alla vostra attenzione è che nel momento in cui un prodotto viene totalmente ripensato e ridisegnato dentro e fuori, è normale avere un incremento di costo maggiore rispetto a quando si fa un semplice upgrade dei componenti. Ci sono una grandissima quantità di costi aggiuntivi in un progetto ex-novo (soprattutto per un’azienda che cerca sempre soluzioni innovative e originali) e questi finiscono inevitabilmente spalmati sul suo prezzo finale.

Posizionamento sul mercato
In passato il Mac mini è stato più volte dato per spacciato. La sua collocazione commerciale nell’offerta Apple è stata da più parti messa in discussione, soprattutto con l’avvento della Apple TV. Nel ripensare il progetto si sarebbe potuto tendere all’unione dei due prodotti, presentando un mini più piccolo e senza incrementare la sua potenza di calcolo, ma con uscita HDMI e supporto per il FullHD; completandolo a livello software con la versione di Front Row, leggermente potenziata, di cui dispone attualmente l’Apple TV. Un unico prodotto tale da rappresentare una discreta soluzione dekstop entry level e/o un buon media center da salotto. Ma evidentemente i piani di Cupertino sono ben diversi. E potrebbero esserne una conferma le numerose indiscrezioni che anticipano un nuovo progetto anche per l’Apple TV: grande come un iPhone e senza memorizzazione interna, tutta indirizzata verso il web ed iTunes Store, con il solo eventuale “sfogo esterno” su una Time Capsule di rete. A prescindere da questi rumor, resta di fatto che Apple ha riposizionato il Mac mini sul mercato a partire dallo slogan, che da “il Mac più conveniente e a maggiore efficienza” è diventato “incredibile sotto ogni punto di vista”. Non più quindi il prodotto ideale per chi vuole risparmiare (neanche poi tanto a dirla tutta), ma piuttosto il computer più piccolo, bello e chic e con la migliore efficienza energetica di sempre, perfetto per il media center (e l’aggiunta dell’HDMI ne è un chiaro segnale). Cambia quindi in definitiva anche il target di riferimento insieme con il prezzo.

nuovo mac mini

Le novità
Il design unibody è ormai in ogni dove nell’offerta Apple e non poteva infine non investire anche il piccolo, grande mini. Su di lui si sposa alla perfezione, soprattutto nei casi in cui venga adoperato nel salotto collegato alla TV. L’altezza è stata ridotta notevolmente e la base è ora delle stesse dimensioni di Apple TV, Time Capsule ed Airport Extreme. Il volume del case è rimasto pressoché invariato, ma il nuovo formato, la riduzione del consumo energetico e dell’ingombro dell’alimentatore, ha permesso di inserirlo all’interno. Evitando così di dover trovare una collocazione anche per quel brutto scatolotto.

Mac mini alimentatore esterno

Lo vocazione da media center è stata sottolineata con l’aggiunta dell’uscita HDMI (con audio multicanale), mentre per i monitor c’è la mini DisplayPort. Anche per questa introduzione è venuto a mancare lo spazio per la 5a porta USB, per cui sul retro ne troviamo solo 4. Un piccolo prezzo da pagare tutto sommato. Uscita ed ingresso audio sono come sempre a doppia funzione: sia digitali che analogici. Si adattano automaticamente in base al tipo di cavo collegato. Invariati anche il resto dei collegamenti, tranne per il nuovo lettore SD. Il quale però essendo posizionato nel retro, potrebbe in alcuni casi risultare difficilmente raggiungibile.

mac-mini-ingressi-uscite

Tuttavia è innegabile che una fessura in bella vista avrebbe rovinato il frontale il quale è invece alterato solo dalla sottile feritoia del SuperDrive. Il ricevitore ad infrarossi per il telecomando è nascosto proprio qui, all’estrema destra della bocca del masterizzatore. Come da recente tradizione, l’Apple Remote va acquistato a parte. E se è pur vero che si tratta solo di 19€, rimane una scelta secondo me poco azzeccata, soprattutto se, come appare evidente, si vuole spingere sull’uso del computer come media center. Sarebbe stato un piccolo prezzo da pagare per le finanze di Cupertino se lo avessero dato in dotazione. Nella confezione invece, oltre al computer, il cavo di alimentazione ed i cd, c’è un adattatore HDMI-DVI.

mac-mini-ricevitore-infrarossi

Hardware
Fatta eccezione per la declinazione Server, la quale rimane un’opzione principalmente indirizzata agli ambienti produttivi, il nuovo Mac mini si discosta dal precedente anche perché viene proposto in una unica soluzione (mentre prima c’erano le varianti 2,26Ghz e 2,53Ghz). Le caratteristiche di base sono:

  • Intel Core 2 Duo a 2,4GHz
  • 2GB di memoria
  • Disco rigido da 320GB
  • SuperDrive doppio strato 8x
  • Grafica NVIDIA GeForce 320M

L’architettura rimane pressoché invariata, il clock della CPU è posizionato a metà tra i due modelli precedenti e la RAM è uguale a quella della vecchia “base” (il “top” aveva 4GB). La novità hardware più importante quindi (escludendo l’uscita HDMI) risiede nel comparto grafico. Viene abbandonata la storica ma ormai vetusta GeFoce 9400M, in favore della 320M, appositamente realizzata da NVIDIA per essere accostata alle soluzioni equipaggiate con Core 2 Duo (non va con i Core ix). Si tratta della stessa GPU con memoria condivisa da 256MB presente sui nuovi MacBook e MacBook Pro da 13″ e che garantisce prestazioni di gran lunga superiori (Apple dichiara fino all’80% testato con il gioco Doom). Le personalizzazioni più importanti in BTO sono:

  • Intel Core 2 Duo da 2,66Ghz (+135€)
  • RAM 4GB (+90€) / 8GB (+450€)
  • HDD 500GB (+90€)

Posto che ognuno può avere diverse esigenze e scegliere in base al proprio gusto, vista la natura del computer non toccherei la CPU, ma valuterei seriamente l’upgrade di RAM. Quello da 8GB Apple lo propone a prezzo esorbitante, mentre il passaggio a 4GB è più ragionevole e mi pare dunque consigliabile. Se avete bisogno di maggior spazio di archiviazione può essere una buona idea investire anche sul disco da 500GB, più che altro perché la sostituzione manuale è tutt’altro che semplice. Rimane però vero che la cifra richiesta per l’upgrade è esagerata. Con 90€ si passa da 320GB a 500GB, quando sul mercato reale con quel prezzo si prende un disco da 1TB. Anzi, stupisce che non ci sia in opzione un taglio più grande del 500.

Prestazioni
Il nuovo Mac mini è molto più vicino al precedente top di gamma che al base. L’indice SpeedMark 6 di MacWorld (il quale si caratterizza per eseguire una serie di operazioni comuni con il computer valutandone i tempi di esecuzione) ha dato questo risultato (in rosso la nuova versione):

speedmark-6

Tuttavia questo valore è dato da una media. Il vecchio processore 2,53Ghz è comunque leggermente più veloce nelle operazioni matematiche, mentre è molto più lento con la grafica. Specialmente quella tridimensionale. Con la GeForce 320M ci si potrà anche togliere lo sfizio di giocare con risultati accettabili, anche se è lontano anni luce dal rappresentare una valida piattaforma per chi ha la passione del gaming. Ecco una tabella completa dei tempi di risposta dei 4 Mac mini presi in esame con SpeedMark 6 (cliccate per ingrandire):

dettaglio speedmark 6

Precedentemente io avevo il modello da 2 Ghz (il quarto delle lista) e la differenza si sente. Dai miei test con Geekbench 2 il nuovo modello è risultato il 16% più veloce, confermando anche quanto esce da SpeedMark (100 vs 117 è il 17%):

test

Nella vita di tutti i giorni non è che si sta lì con il cronometro in mano. Tuttavia la differenza è percepibile non appena si esegue un’operazione un po’ più consistente di una semplice copia di file. Per chi arriva dalla versione da 2Ghz come me, il nuovo è un netto salto in avanti. Per chi possiede la versione subito precedente il cambio va valutato più in base alle novità nell’estetica e nell’uscita HDMI.

Altri vantaggi
L’HDMI porta con se anche un paio di vantaggi importanti per chi vuole usarlo come media center. Il primo è che basta collegare il cavo alla TV (o all’amplificatore) per avere audio e video. Basta questo semplice passaggio per essere pronti a riprodurre video in FullHD. Nel pannello preferenze monitor (o dall’icona nella barra dei menu se l’attivate) è possibile selezionare facilmente il formato di output e, se la vostra TV lo supporta, vi troverete l’opzione 1080p.

video hdmi e underscan

Nella stessa schermata si trova poi un’altra opzione fondamentale: Underscan. Di cosa si tratta? Il segnale che arriva alle TV con via HDMI, viene trattato in Overscan, tagliando tutta una cornice di pixel intorno all’immagine. In pratica non vedrete la barra dei menu, parte del Dock e le icone laterali. Questo era un problema che affliggeva chiunque avesse un precedente Mac mini collegato (con adattatori) via HDMI. Con quel piccolo selettore invece è possibile ridefinire la dimensione dell’uscita video riducendo il quadro (per questo under-scan) e facendolo arrivare ad occupare con precisione l’area dello schermo.

La gestione dell’uscita audio è altrettanto semplice. Sia dal pannello preferenze che dalla barra dei menu (cliccando sull’icona del suono con il tasto alt premuto), si può decidere se indirizzare l’output sugli altoparlanti del Mac oppure sull’uscita HDMI, dove viene riconosciuta automaticamente anche la TV:

selezione uscita audio

Una piccola menzione d’obbligo va al nuovo sistema di apertura del fondo che permette l’upgrade di RAM self-service in meno di 1 minuto e senza l’uso di nessuno strumento, neanche il cacciavite. Di contro però la sostituzione dell’Hard Disk ora è diventata più complicata che mai. In caso vi dovesse servire vi consiglio di guardare la guida di iFixit.

mac mini particolare

voto 4Conclusioni
Non è facile tirare le somme su questo Mac mini. Inizierei dai punti a suo sfavore: prezzo, prezzo, prezzo. Certo qualcuno potrebbe trovare anche altre carenze realistiche (4GB di RAM o Apple Remote in dotazione) ed altre un po’ meno (Blu-ray Disc? USB 3.0? ), ma la verità è che l’unico vero limite all’acquisto (ovviamente se interessati al prodotto) è rappresentato dal prezzo. Perché per tutto il resto non potrete che innamorarvi di questo computer. Con un po’ di RAM aggiuntiva è in grado di essere utilizzato anche per compiti più gravosi, ma la sua vera vocazione è il multimedia. Anche qui giustamente si può obiettare che un media center WiFi e con disco capiente si compra con meno della metà del prezzo, ma non bisogna dimenticare che questo è un computer a tutti gli effetti. Tolgo al voto massimo 1 intero punto per via del costo. Ci sono molte motivazioni che avrebbero potuto giustificare un aumento come abbiamo visto in cima, ma 250€ in più sono troppe. Per essere giusti, a mio giudizio, sarebbe dovuto costare 100€ in meno. Ma al cuor non si comanda…

PRO
Silenziosissimo e parsimonioso di corrente
Bello da fare invidia a qualsiasi PC
Costruito con materiali di altissima qualità ed assemblato alla perfezione (per quanto per lo più sia un blocco unico di alluminio grazie alla struttura Unibody)
Uscita HDMI con Underscan
Semplice espansione della RAM
Grafica molto migliorata rispetto al passato

CONTRO
lati negativi Prezzo: pur considerando tutte le motivazioni possibili, sarebbe dovuto costare 100€ in meno
lati negativi Costo dell’upgrade Hard Disk eccessivo e il montaggio manuale è molto complesso

DA CONSIDERARE
lati negativi Il lettore SD c’è, ma è in posto che potrebbe risultare poco raggiungibile. Ma dove altro si poteva mettere?
lati negativi Se lo volete usare come computer tutto fare o lanciare anche Win virtualizzato, meglio 4GB di RAM

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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