Google Wave chiude i battenti… ma parte del codice continuerà a vivere

Il 3 Novembre dell’anno scorso, ho scritto un articolo entusiasta dal titolo: Alla scoperta di Google Wave: il futuro delle email o un progetto destinato al fiasco?

Pur non potendo dare una risposta alla domanda, ero però arrivato alla conclusione che Google Wave mi piaceva. Ed effettivamente l’ho anche usato con i miei collaboratori per qualche tempo a livello produttivo e per svago. Ma per essere del tutto sinceri, dopo qualche settimana è caduto totalmente nel dimenticatoio. E deve essere stato così un po’ per tutti dal momento che ieri Google nel suo blog ha dato l’annuncio ufficiale delle chiusura del progetto.

Pare che questo non abbia ottenuto i risultati sperati. A mio avviso l’idea rimane tuttavia estremamente valida. Forse non per tutti, ma per chiunque abbia una rete di relazioni web sì. E direi che ormai un po’ tutti rientriamo in questa casistica. Per fare un’esempio concreto di ciò che potenzialmente sarebbe potuto diventare Wave dal mio punto di vista, io immaginavo un sistema dove inserire il contatto di un’azienda, il link alla loro pagina, vedere tutte le email scambiate, gli aggiornamenti su twitter e facebook, condividere documenti, chat audio/video, etc.. tutto insieme in un unico strumento senza dover aprire come oggi 10 programmi differenti e dover fare i collegamenti mentalmente.

Comunque credo che Wave abbia pagato il fatto di non essersi riuscito ad integrare con il servizio gmail. Per non parlare dell’interfaccia (un po’ complessa e troppo per addetti ai lavori). Riassumendo direi che chi lo ha pensato non è riuscito a farsi porta voce delle qualità del mezzo. Tuttavia tutto il lavoro svolto su Google Wave non va certo alle ortiche. Infatti moltissimo codice sviluppato esplicitamente per lui è già pronto per essere inserito all’interno degli altri servizi di Google.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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