Recensione: Magic Trackpad sotto esame con tutti i Mac e a confronto di mouse e tavolette

Quando è stato presentato (esattamente una settimana fa), ancora prima di scrivere l’articolo sul Blog lo avevo già acquistato. Era da tempo che speravo che venisse realizzato un prodotto simile e quando finalmente l’ho visto era già deciso che sarebbe stato mio. Per la verità ai tempi in cui acquistai il mio primo Mac mini “da salotto”, avevo immaginato e cercato qualcosa di simile. Scrissi anche un post in un forum molto conosciuto in cui elencai tutte le tastiere senza fili dotate di un trackpad integrato, scartandole poi tutte per via della pessima realizzazione e per il fatto che essendo progettate per PC con Windows, avevano un layout non adatto al Mac. Infine, non trovando ciò che cercavo, feci un piccolo fotomontaggio di una Wireless Keyboard con sotto un trackpad. Avrebbe funzionato (sembrava la parte superiore di un MacBook Pro con i tasti bianchi), ma non avevo invece pensato che si potesse realizzare un dispositivo a sé. E l’idea partorita in quel di Cupertino mi sembra decisamente più pratica e flessibile (non per niente da quelle parti comandano una delle migliori aziende del mondo ed io un piccolo Blog). Il Magic Trackpad, così si chiama, in 36h mi è stato consegnato (abito in Cala-frica). E molto probabilmente avrete avuto già modo di vedere il filmato del mio unboxing. In questi quattro giorni l’ho usato come unico dispositivo di puntamento prima sull’iMac 27″, poi sul MacBook Pro ed infine sul Mac mini.

magic trackpad scatola

Prima di addentrarmi nella recensione sono doverose due premesse. La prima è che l’installazione è insolitamente confusa, per colpa di un aggiornamento che non viene rilevato su tutti i Mac, ma solo su quelli dotati di trackpad (maggiori indicazioni su questa pagina), la seconda è che eviterò paragoni sterili del tipo “meglio o peggio del mouse” dal momento che su questo le abitudini personali non si discutono. Conosco più di una persona che collega un mouse al portatile perché non si trova con il trackpad e conosco anche me stesso, che tendenzialmente odio i mouse ed uso solo tavolette grafiche per i computer desktop e trackpad per i portatili. Ciò che proverò invece ad illustrare sono i lati positivi e negativi in base all’uso che se ne intende fare.

magic trackpad aperto

Magic Trackpad con l’iMac 27″
Uno dei dubbi che mi ponevo era quanto potesse essere usabile un trackpad con l’immensa area di lavoro dell’iMac 27″. In particolare temevo che per gli spostamenti fossero necessari troppi movimenti, risultando alla fine più un problema che altro. Invece la superficie è sufficientemente spaziosa e ben dimensionata: circa 1,8x rispetto al già grande trackpad dei MacBook Pro. Ciò permette movimenti fluidi e tutto sommato non troppo ampi per spostarsi di qua e di là nei 2560 x 1440 pixel.

trackpad e magic trackpad

Ma il più grande vantaggio è sicuramente quello di poter avere anche sull’iMac tutte le gesture multitouch. In particolare l’accesso ad Exposé è una vera manna dal cielo, sopratutto perché questo non è disponibile sul Magic Mouse. Certo si possono installare utility di terze parti come Better Touch Tool, ma usare 4 dita sulla piccola superficie del mouse è scomodo (d’altronde è questo il motivo per cui Apple non ha inserito di default tutte le gesture). Invece con lo spazio a disposizione sul Magic Trackpad è tutto un altro pianeta e potrete usare le stesse identiche combinazioni a cui magari vi siete abituati sul portatile, garantendovi una continuità d’uso senza precedenti anche sul desktop. Per qualche ora ho provato a lavorare ad un progetto piuttosto complesso con Photoshop ed Illustrator. La mia impressione è che rispetto al mouse i movimenti siano un po’ più “lunghi”. Di norma per passare da un punto A ad un punto B piuttosto lontani, mantenendo una velocità di spostamento di un paio di tacche sopra la media (oltre si perde un po’ in precisione a mio giudizio), con il Magic Trackpad si richiedono più movimenti, anche laddove con il mouse ne sia sufficiente soltanto uno. A fare da contro altare però bisogna considerare i vantaggi derivanti dalla superficie multitouch, che sono tanto più importanti quanto sia la vostra abitudine — o voglia — di usarli.

velocita di spostamento

Certo è che le affinità con la Wireless Keyboard sono molte ed evidenti. Tant’è che viene spontaneo tenerli vicini. Ma dopo qualche minuto si capisce che è necessario invece posizionarli un po’ staccati per stare comodi. Per non parlare del fatto che se sono collegati si muove il mouse inavvertitamente con l’esterno della mano premendo i tasti sulla destra, come invio, backspace, etc..

magic-trackpad-e-wireless-keyboard

Mouse, trackpad e tavolette grafiche
Il concetto appena introdotto mi porta a spiegare con più accuratezza le differenze tra i principali dispositivi di puntamento per i nostri Mac. Il mouse, come il trackpad, permette di spostare il puntatore con movimenti di tipo relativo. Ovvero “più in là” rispetto al punto dove ci troviamo; che quindi risulta determinante. Posizionando il puntatore nell’angolo in alto a sinistra e iniziando a muovere il dito sul trackpad dallo stesso angolo, di norma riusciremo, seguendo la diagonale, a percorrere tutta la superficie ed a posizionarci nell’angolo opposto dello schermo. Il tutto sempre tenendo in considerazione la velocità di spostamento impostata un po’ sopra la media (come da immagine precedente). Questa osservazione ci porta però ad una seconda e più importante conclusione. Ovvero che se non iniziamo il movimento da un angolo, non riusciamo a raggiungere l’altro con un unico spostamento.

magic-trackpad-tasti-piedini

Già, ma perché questo problema è molto meno “sentito” sui mouse? Sostanzialmente perché quando usiamo una trackpad gli unici movimenti possibili sono quelli delle nostre dita (infatti si tende a mantenenere costante la posizione del braccio e del polso), mentre con il mouse non abbiamo vincoli e quindi in caso di necessità muoviamo anche (in modo del tutto istintivo) l’intero braccio per raggiungere la nostra destinazione. Tutte queste considerazioni hanno il solo fine di chiarire le differenze tra i due dispositivi, senza voler o poter determinare quale sia meglio dell’altro. Dopotutto l’uso è molto differente e non è insolito che l’abitudine giochi il ruolo più rilevante. In definitiva credo che chi faccia largo uso ed apprezzi il trackpad dei portatili si sentirà subito a casa sua. Chi è abituato al mouse potrebbe abituarsi facilmente o sentirsi in “imbarazzo” per qualche giorno prima di prendere dimestichezza. In entrambi i casi a fare la differenza potrebbero essere le gesture multitouch, sulle quali non mi dilungo ulteriormente dal momento che sono le stesse dei Mac portatili.

Caso a parte sono invece le tavolette grafiche: il mio vero amore. Sulle tavolette (in configurazione standard) la superficie fisica è fatta virtualmente coincidere con quella dello schermo e i movimenti sono di tipo assoluto e non relativo. Ciò significa che non si deve spostare il puntatore “da lì a là”, ma basta posizionarsi direttamente sul punto di destinazione. Per fare un esempio se avvicinate la penna all’angolo in alto a sinistra della tavoletta, il puntatore si posizionerà nello stesso angolo dello schermo. Fate lo stesso con l’angolo opposto e il puntatore apparirà magicamente dall’altra parte dello schermo. Facendo provare la tavoletta ad altre persone, mi sono reso conto che la curva di apprendimento è piuttosto ripida ed inizialmente si può non riuscire proprio a muoversi, sentendosi in forte disagio. Ma se ci si prende la mano e dopo un po’ si assimila istintivamente il rapporto con lo schermo, si riescono ad eseguire le normali operazioni d’uso di un computer in almeno la metà del tempo. Senza considerare i vantaggi derivanti dall’uso in grafica a mano libera e dei “livelli di pressione”. Tutte le tavolette infatti riescono a valutare “quanto” la penna venga premuta sulla superficie. In questo modo vengono simulati gli effetti pittorici dei pennelli. Sul Magic Trackpad ho potuto provare una penna destinata all’uso con lo schermo dell’iPhone e funziona regolarmente, ma non ci sono i livelli di pressione e va utilizzato un software apposito per trasformare i movimenti da relativi ad assoluti. In tutti i casi è più un esercizio di stile che altro, nella pratica è scarsamente utilizzabile.

Il Magic Trackpad con il Mac mini (in salotto)
Dopo averlo provato anche sul MacBook Pro (dove è assolutamente inutile visto che è un duplicato, più grande, del trackpad integrato), ho finalmente collegato il Magic Trackpad al suo computer, quello per il quale l’ho acquistato: il Mac mini. In salotto, sul divano, muovere un mouse è tutt’altro che comodo. E anche avergli appioppato l’aggettivo “Magic” non cambia molto la situazione. Un trackpad invece è il complemento ideale, che si può posizionare anche su superfici morbide e di fortuna mantenendo tutta la sua funzionalità. Di primo acchito però sono rimasto atterrito da un problema: non funzionava il clic. Il Magic Trackpad non è un tasto, ma i due piedini alla sua base invece lo sono.

piedini magic trackpad

Pertanto quando è posizionato su una superficie solida (come una scrivania) il risultato sarà esattamente come se fosse un normale tasto, ma su una superficie morbida, come il divano, niente da fare. In realtà però è un falso problema, infatti basta attivare nelle preferenze l’opzione “Tocca per fare clic” per riavere tutta la sua funzionalità.

tocca per fare clic

Questa opzione è sempre attiva sul mio MacBook Pro, pertanto per me è assolutamente naturale usarlo così. Però è giusto segnalarlo perché qualcuno potrebbe invece rimanerne deluso. Altra precisazione doverosa è che il tap-to-click non funziona per le pressioni prolungate. Quindi se siete soliti ad esempio tenere premuto su una icona del Dock per accedere al suo menu contestuale, con il Magic Trackpad su un divano non potrete farlo, ma dovrete invece usare il tasto destro (due dita oppure, se attivato, un tap nell’angolo in basso a destra).

Le altre soluzioni touch
Wacom ha presentato tempo fa una delle sue famose tavolette, per la prima volta con supporto touch. Pur permettendo alcune funzioni tipiche dei Mac, il supporto non è nativo. Quindi non avrete le combinazioni a tre o quattro dita ed anche quelle che ci sono non sono dirette. È come se il software della tavoletta leggesse alcuni movimenti e li traducesse sul computer una volta eseguiti, ma non “durante”. Per fare un esempio se effettuate una rotazione con il Magic Trackpad, vedrete l’effetto sull’immagine immediatamente, anche per gli angoli intermedi, fino al rilascio. Facendo la stessa operazione su una tavoletta touch di Wacom, terminata la rotazione delle due dita, vedrete direttamente l’immagine nella nuova posizione. Praticamente è lo stesso effetto ottenibile con cmd+L o cmd+R: tutta un’altra storia.

voto 5Conclusioni
In definitiva questo Magic Trackpad è esattamente ciò che si immagina. Se avete usato già un trackpad dei MacBook, vi troverete a casa vostra dal primo istante. Per un iMac è fantastico e poter avere finalmente le comode gesture a tre o quattro dita è un sogno per chi le usa con frequenza. Con il Mac mini poi è il compagno perfetto, l’unico dispositivo di puntamento che potete usare anche sul divano comodamente come su una scrivania. Il suo unico difetto? Ne vorrei uno per ogni Mac… ad eccezione del MacBook Pro, dove in tutta sincerità non serve assolutamente a nulla. Un ultimo appunto di carattere opinionistico: personalmente ritengo che per l’uso quotidiano sia insuperabile, ma per l’utilizzo con applicazioni pro, una tavoletta è un altro pianeta.

Costi
“Troppo” è il classico aggettivo che si accosta al prezzo dei prodotti Apple. Non lo discuto, soprattutto perché parliamo di un prodotto unico (come quasi sempre succede, se hanno una mela morsicata sopra). Comunque è esattamente quello che ci si poteva aspettare: 69€. In linea con Magic Mouse e Wireless Keyboard. Giudicare se li valga o meno è ancora più complicato. A me ha stravolto in un solo giorno l’uso che facevo del Mac mini, permettendomi un controllo migliore e più comodo. E sol per questo, nel mio caso, vale tanto oro quanto pesa. E poi c’è l’innovazione, il design, etc.. discorsi triti, ritriti e sostanzialmente sterili, che non è il caso di approfondire ulteriormente. Il succo potrebbe essere: se ti serve, la compri. Tanto, ci potete scommettere, arriveranno i cloni a breve termine. E allora tutti quelli che appartengono alle schiere anti-apple, avranno il loro trackpad wireless a prezzo minore e dopo un paio di mesi, dimenticheranno da dove viene quel prodotto così economico che sono riusciti a comprare su ebay.

PRO
Pro Gesture multi-touch per tutti i Mac
Pro Superficie ampia e molto comoda
Pro Perfetto vicino alla Wireless Keyboard
Pro Design essenziale ma con materiali nobili e con costruzione perfetta

CONTRO
Nulla di rilevante

DA CONSIDERARE
Pro Se vi trovate bene con il trackpad del portatile, non potrete farne a meno

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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