In agricoltura esiste un tecnica molto nota denominata rotazione delle colture. In pratica per migliorare il rendimento del terreno di anno in anno si alternano differenti coltivazioni, ognuna delle quali lo lascia in condizioni migliori per la successiva semina. Si è visto infatti che coltivare allo stesso modo un terreno lo impoverisce sempre degli stessi elementi, diminuendo costantemente la sua fertilità semina dopo semina. La mia personale impressione è che con la linea di riproduttori musicali, Apple stia applicando un concetto simile, che io definisco alternanza degli iPod.
Noto infatti una certa ciclicità nelle caratteristiche degli iPod nano e shuffle, in particolare rispetto al fattore forma. La ritmicità non è una novità per Apple (sappiamo delle cadenze regolarmi con le quali esegue gli aggiornamenti hardware), ma ora si inizia ad evidenziare anche una cadenza specifica alternata rispetto alle caratteristiche estetiche. Prendendo ad esempio l‘iPod shuffle, nelle quattro generazioni fino ad oggi è stato prima verticale, poi orizzontale, ancora verticale ed infine orizzontale (più precisamente quadrato, ma comunque non verticale). Il tutto è meglio visibile nel seguente grafico.
Qual è la logica dietro tutto questo? Si sa che qualsiasi scelta si faccia, quale che sia la forma di un dispositivo nel suo aggiornamento, ci sarà sempre qualcuno che dirà: “mi piaceva più prima”. Esclusa quella piccola percentuale che ama così tanto le novità che potrebbe acquistare il nuovo modello di anno in anno proprio perché diverso dal precedente (e che quindi rimane soddisfatta dall’alternanza), il numero di persone che aggiorna il suo shuffle con tale frequenza è nettamente inferiore rispetto a quello delle persone che lo fanno ogni due o più (e ciò è statisticamente normale). Perciò chi ha acquistato l’1G e apprezza il form factor verticale, si ritroverà dopo un tempo medio di 2 anni con un 3G sufficientemente aggiornato nelle caratteristiche, ma che mantiene grosso modo la sua forma. Stessa cosa per chi parte dal 2G e che preferisce l’orizzontale: dopo 2 anni troverà nuovamente un prodotto sufficientemente appetibile nel design. Chi invece non è tanto convinto della forma del modello acquistato, dopo 1 anno avrà la possibilità di cambiarlo con il nuovo. Una logica che tende a massimizzare le vendite seguendo in modo diretto le esigenze latenti degli acquirenti. Tutto frutto, secondo me, di attente analisi di marketing e non del puro caso.
Voi la pensate diversamente? Allora guardiamo cosa è successo con l’iPod nano:
Qui il ritmo ha una cadenza leggermente diversa, ma la ciclicità è altrettanto evidente: 2 modelli verticali, 1 orizzontale e ancora 2 verticali e 1 orizzontale (seppur l’ultimo sia quadrato è comunque ‘diverso’ dal verticale, che è il senso dell’alternanza). Quindi 2-1/2-1. Sempre supponendo che il lineup tenti quanto più possibile di soddisfare le richieste che vengono fuori dalle ricerche di marketing, si potrebbe pensare che l’acquirente medio del nano tende a sostituirlo ogni anno oppure ogni 3 e non ogni 2 come nel caso dello shuffle. E si potrebbe anche dedurre che le vendite siano maggiori (e che quindi riscontri maggior successo) il modello verticale, visto che la triannualità si è ricercata raddoppiando la presenza di tale versione.
Perché allora non farlo sempre verticale? Proprio per il motivo che dicevo all’inizio: per massimizzare la resa. Facendolo sempre uguale non si soddisferebbero mai gli utenti con preferenze diverse. E dopo il cambio il rientro sul design precedente, riattiva nei potenziali acquirenti il desiderio d’acquisto.