Dopo le recensioni dell’iPod Touch 4G e dell’iPod nano 6G, non poteva mancare all’appello quella del nuovo shuffle 2010, modello 4G. Molti hanno bollato questo aggiornamento come un ritorno al passato. Ed effettivamente appare proprio così, visto che si riprende la clic wheel con i controlli. In verità però si tratta di una summa dei due precedenti modelli:

  • 2G rettangolo orizzontale con controlli
  • 3G rettangolo verticale senza controlli con voice over
  • 4G quadrato con controlli e con voice over

Peso e portabilità rimangono pressoché invariate (circa 10gr), mentre il volume complessivo aumenta di circa il 30% (clip compresa). Tuttavia è ancora molto piccolo se si considera che ogni lato è di soli 3cm:

confronto dimensionale ipod shuffle 3G vs 4G

Aprendo la confezione però si ha una spiacevole sorpresa. Come in tutti i recenti iPod, Apple ha deciso di non inserire più gli auricolari con controllo remoto e microfono. Ciò significa che l’unico modo per comandare lo shuffle è rappresentato dai tasti fisici. Io ho adorato il modello precedente perché aveva un design minimal fantastico. Ma avere i pulsanti fisici è comunque un vantaggio in alcuni casi. Basti pensare a quando si collega lo shuffle ad una amplificatore: con il vecchio modello si perdeva la possibilità di controllarlo, mentre col nuovo è possibile. Rimango però dell’idea che essendo nato per essere indossato e dimenticato (magari durante l’attività fisica), il controllo sull’auricolare era mille volte più comodo ed intuitivo. Mentre il nuovo deve essere guardato per capire a cosa corrisponda un dato tasto visto che è quadrato e la weel perfettamente circolare.

A proposito di indossare, su questo punto ho trovato un altro lato negativo. Il precedente modello si poteva prendere, spostare, sganciare, riagganciare a piacimento, anche durante l’esecuzione musicale. Provando a fare la stessa cosa con il nuovo shuffle invece, anche facendo molta attenzione, si rischia di premere il tasto indietro:

clip a rischio pressione tasti

A questo punto però, sono finiti gli aspetti negativi, perché l’iPod shuffle 4G è un piccolo gioiello. Bello, piccolo, leggero, pratico. Si indossa e si dimentica. Non è però un player per tutti, sono molti quelli che non lo sopportano o semplicemente non ne capiscono l’utilità. Con la sua piccola capacità di 2GB è destinato ad incamerare poca buona musica. Solo quella che ci piace, da mettere su volendo, di volta in volta, in base alle preferenze del momento. È questo dopotutto il concetto di shuffle. Metti play e non sai mai con certezza cosa ti capiterà di ascoltare, brano dopo brano. Avete presente quando avete centinaia di brani musicali che non vi viene in mente di ripescare, ma se vi capita di trovarli alla radio li sentite con piacere? A me succede anche con i film per dire la verità… e con lo shuffle avete continuamente questa sensazione. È il vostro piccolo dj personale, che snocciola per voi emozioni canzone dopo canzone. Chiedere qualcosa di più allo shuffle è sbagliato perché al di fuori della sua stessa natura. Eppure si può utilizzare anche in modo più selettivo. Si possono infatti caricare anche le playlist da iTunes, per poi scorrerle facilmente con voice over, che ne legge il titolo ad alta voce. Il tasto circolare esegue voice over, mentre il selettore laterale ha tre posizioni: spento, shuffle (esecuzione casuale) e in ordine:

pulsanti shuffle

In questo aggiornamento sarebbe stata cosa gradita l’introduzione del taglio da 4GB, tuttavia sempre per la natura del prodotto, anche i 2GB sono sufficienti. O meglio, sarebbero insufficienti anche i 4GB per tutta la nostra musica, quindi non si sente questa grossa differenza. La qualità audio è invariata ed è la stessa del nano. Rispetto a quest’ultimo la dimensione è decisamente inferiore, così come il costo che è di circa 1/3:

shuffle vs nano

La durata delle batterie è eccellente. L’ho usato una intera settimana e non è ancora scarico. Non ho eseguito il test in riproduzione continua, ma pare proprio che le 15 ore dichiarate da Apple siano facilmente raggiungibili.

Rispettiamo la sua essenzialità anche nella recensione. Aveva poco senso una video review completa dal momento che non fa altro che riprodurre musica. Però vi ripropongo il video unboxing, senza parole.

voto 4Conclusioni
In questo aggiornamento l’iPod shuffle riacquista i controlli fisici e mantiene la funzionalità voice over. Ha qualche difetto come l’assenza dei tasti sugli auricolari e la possibilità di pressione involontaria dei controlli usando la clip. Tuttavia rimangono invariate le sue peculiarità che lo hanno reso un prodotto unico. Non è mai stato il mio iPod preferito sia chiaro. Display, maggiore controllo e funzioni mi fanno troppa gola. Però passare al nano, che ora come ora acquista molta della sua praticità, significa spendere altre 114€ (anche se la capacità di memorizzazione passa da 2GB a 8GB). Lo shuffle è così, o si ama o si odia. Ma personalmente continuo a preferire la vecchia versione.

Costi
55€ per l’unica versione da 2GB disponibile in 5 colorazioni diverse. Confrontando GB e prezzo, non è sicuramente il più economico del mercato. Tuttavia non lo è mai stato e mai lo sarà. Discorso se vogliamo estendibile a quasi tutti i prodotti Apple. Tuttavia qui si nota tutta la filosofia dell’essenzialità di Cupertino. Un prodotto per certi versi nudo, scarno ed essenziale. Premi play e la musica parte, non c’è altro da sapere. Anche per questo rimango affezionato al modello precedente…

PRO
ico.piu.png I tasti sul corpo permettono di controllarlo anche se collegato ad amplificazione esterna
ico.piu.png Piccolo, compatto e ben costruito: appare indistruttibile

CONTRO
Pro Mancano i controlli sugli auricolari e quelli sul corpo non si usano alla cieca

DA CONSIDERARE
Pro O si ama o si odia: snocciola emozioni random, canzone dopo canzone

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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