Era il 13 settembre del 2000 quando un Jobs decisamente più incarne di oggi, presentò al pubblico del MacWorld di San Francisco la prima beta di un nuovo sistema operativo: Mac OS X (video).

Erano trascorsi 4 anni dal dicembre del 1996, quando Jobs rientrò a far parte di Apple con l’acquisto di NeXT Computer. Società che aveva fondato nel 1985, subito dopo la famosa estromissione dall’azienda di Cupertino. È fu proprio sulla base del know how sviluppato da NeXT, che era impegnata nella creazione di nuovi computer basati su un sistema operativo più semplice e funzionale, che nacque il progetto OS X.

Mac OS X 10.0 beta Ghepardo

La svolta effettivamente fu epocale se si pensa che a quei tempi Microsoft, il rivale di sempre, stava avendo le sue grosse gatte da pelare con Windows Me, il sistema operativo più sfortunato della sua storia, che fu infatti accantonato dopo solo 1 anno di vita, nel 2001, in favore di XP, che invece fu molto più longevo.

Da allora OS X mutò notevolmente in quanto a funzionalità, ma il progetto di base rimase pressoché invariato. Difatti la major release rimane ancora oggi la 10, modificando ad ogni uscita solo la numerazione secondaria. Ognuno di questi è però famoso per il nome del felino che lo contraddistingue:

  • 10.0 Cheetah (Ghepardo)
  • 10.1 Puma
  • 10.2 Jaguar (Giaguaro)
  • 10.3 Panther (Pantera)
  • 10.4 Tiger (Tigre)
  • 10.5 Leopard (Leopardo)
  • 10.6 Snow Leopard (Leopardo delle nevi)

L’ultimo e che ancora oggi usiamo nella release 10.6.4 (in attesa della 10.6.5, che già gira tra i beta tester) ha subito notevoli modifiche “sotto il cofano” (tra cui il completo passaggio ai 64bit per l’OS e le app di sistema), mentre sono state veramente minime quelle visibili (gli Stack, QuickLook, CoverFlow nel finder, etc..). Concetto evidenziato anche nel nome che passa da Leopard a Snow Leopard, con una piccola variazione sul tema.

osx snow leopard

Il 28 agosto del 2009 iniziò la distribuzione del leopardo delle nevi, ma era stato presentato più di sei mesi prima alla WWDC del 2008. Guardando le date dei precedenti rilasci, si notano i primi 3 a distanza di un anno l’uno dall’altro e i successivi ogni 2. A meno di una ulteriore dilazione ci si dovrebbe quindi attendere la presentazione del nuovo OS entro la fine dell’anno.

Personalmente ritengo che OS X abbia fatto il suo corso. Non è perfetto sicuramente, ma nessun software lo è. Tuttavia a parte qualche piccola miglioria che si potrebbe richiedere sul Finder, difficile immaginare una sua ulteriore evoluzione. Interessante però l’accento che MacWorld ha posto su un’affermazione di Avie Tevanian, vice presidente dell’area sviluppo software di NeXT e della Apple ai tempi della prima beta di OS X:

Apple had a 20 to 30 year lifespan in mind for OS X during its development, says Tevanian, but he suspects its fundamental underpinnings may last even longer.

I piani dunque erano (e forse sono ancora) quelli di far durare molto più a lungo questa versione. Ma ancora più importante è la seconda parte del discorso, quando Avie faceva riferimento alle ‘fondamenta’. Difatti anche iOS degli odierni iDevice è basato su OS X. Perciò in qualche modo questo sistema operativo continuerà sicuramente a vivere. Ma soprattutto questo dimostra come sulle sue basi vi si possa costruire anche qualcosa di molto diverso.

iOS è un sistema molto evoluto per uno smartphone, ma se già sull’iPad si iniziano ad evidenziare alcune sue lacune (mancanza del file system navigabile), su un computer sarebbe un fiasco totale. Eppure volendo ipotizzare una strategia di lungo respiro, avrebbe senso investire per aumentare sempre di più le sue funzionalità e cercare di renderlo così evoluto da poter essere usato anche su un computer desktop. Dopotutto io ricordo sempre a chi pensa che ciò si assolutamente impossibile, che ai primi albori delle GUI, tutti pensarono che sarebbero state usate solo saltuariamente e da utenti “incapaci”, perché il computer, quello vero, si sarebbe comandato sempre dalla shell. E se tale affermazione può essere considerata ancora valida dal momento che la shell è ad un livello più basso rispetto alla GUI e quindi più vicina al kernel, oggi come oggi nessuno la usa più per lavorare.

E se Apple non ha ancora rilasciato un computer Touch è semplicemente perché fa le cose per bene. I vari HP, Acer e compagnia bella, che hanno realizzato degli all-in-one touchscreen, hanno semplicemente confermato la loro incapacità di sapere creare macchine usabili. Se ne provate uno vedrete come la funzionalità del touch sia stata semplicemente aggiunta ad un normale computer, con una interfaccia supplementare che permette giusto di fare due o tre operazioni, ma per il resto rimane inutile. Cliccare sul tasto start con le dita su uno schermo verticale risulta innaturale e stancante. Alla fine si riprende mouse e tastiera e ci si dimentica dei soldi spesi per una funzione che non funziona (per altro il multitouch crea problemi su tutti i modelli e spesso interpreta male le azioni).

Abbiamo visto di recente il brevetto per un iMac touch con base inclinabile. E per quanto molti rimangano solo idee non concretizzate, è lecito pensare che l’azienda che ha reso famoso il multi-touch non resti lì a guardare i concorrenti scimmiottare l’uso di tale tecnologia sui computer desktop.

imac touch

Ma come dicevo prima Apple difficilmente inserirebbe questa funzione senza darle un senso ben preciso. E l’unica possibilità che mi pare percorribile è quella di creare un iOS desktop. In verità la proposta del brevetto che vedete sopra, prevede che al normale utilizzo con mouse e tastiera, si aggiunga la modalità touch, che potrebbe essere attivata automaticamente da un sensore di movimento interno, quando il display venga abbassato e reclinato. Perciò l’introduzione delle funzionalità touch tipiche di iOS potrebbe avvenire tramite una applicazione da lanciare all’occorrenza. In sostanza ciò potrebbe andare a sostituire Front Row che, se ci pensate, altro non è che una diversa possibilità di fruizione dei contenuti del Mac.

Dopotutto recenti analisi dell’SDK di iOS 4, hanno evidenziato come la nuova Apple TV potrebbe in effetti essere basata su iOS. Esteticamente le differenze rispetto al software della vecchia versione (basata su OS X Tiger) sembrano minime e appare molto lontana dal sistema operativo che conosciamo ed usiamo sugli iDevice. Ma il core potrebbe essere lo stesso e le differenze nell’interfaccia dettate solo dalla diversa modalità di controllo: telecomando vs dita.

Personalmente ritengo che con altri 5 anni di sviluppo nel senso giusto, iOS potrebbe diventare sufficiente anche a muovere un computer desktop. Non di certo per un uso professionale, ma sicuramente potrebbe soddisfare le esigenze di un buon 80% dei normali utilizzatori.

Forse mi sto illudendo e quanto prima ci troveremo davanti ad un ennesimo OS X, il 10.7, che non potrà che chiamarsi Lion, visto che altri felini importanti non mi pare ne siano rimasti. Ma se ho ragione il ritardo nella presentazione delle suite iLife ed iWork potrebbe essere imputabile ad un progetto molto più corposo a livello software: un nuovo e rivoluzionario sistema operativo desktop con funzioni touch.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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