L’iPad non serve a niente e non avrà successo. Se avessi un centesimo per ogni volta che l’ho sentito dire, aggiornerei il blog dalla mia nuova casa di Cupertino, proprio vicino al campus Apple. E come era prevedibilissimo, pare proprio che non stia andando in questo modo. E dopo i cloni dell’iPhone è arrivato il tempo di quelli dell’iPad.

Inizialmente partono sempre i cinesi, che copiano l’estetica e ci mettono dentro tutte le funzioni del mondo, ma poi producono oggetti di basso costo, scarsa qualità e usabilità che rasenta il tragi-comico. Ma poi arrivano anche i grandi player… e il caso di Samsung, che si appresta a lanciare sul mercato un prodotto particolarmente interessante, il Galaxy Tab. Dovrebbe arrivare nei mercati europei entro questo mese ad un prezzo tra i 699€ e 799€. Già questo basta per capire che tenta di contrastare l’iPad non tanto sul piano economico, ma quanto su quello della fruibilità del mezzo.

GALAXY-Tab-2

Quelli di DDAY (ottimo magazine online dedicato alla tecnologia), sono riusciti a fare una brevissima recensione del prodotto presentato in questi giorni all’IFA 2010. Ricordo che il Galaxy Tab differisce già per un primo aspetto fondamentale: la dimensione. Questo possiede infatti un display LCD da 7″, quindi è più compatto, leggero e trasportabile del 10″ dell’iPad, che tuttavia ha il vantaggio di risultare più comodo per la lettura e la navigazione. E come sempre per gli sfidanti, c’è la voglia di ammaliare con quel qualcosa in più che l’altro non ha. In particolare in questo caso l’espandibilità della memoria, il modulo telefonico e la cam. Ci sono ovviamente pro e contro come in ogni caso, ma resta un device interessante e che montando Android 2.2 è anche piuttosto maturo.

Date uno sguardo e, come sempre, voglio i vostri pareri.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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