Il dado è tratto. O quantomeno, sta per essere tratto. Intel è ormai a pochi mesi, se non a poche settimane, dal lancio ufficiale della piattaforma Sandy Bridge, previsto per il 7 Gennaio 2011, in occasione del CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas. Lì l’azienda di Paul Otellini svelerà nei dettagli la sua ultima fatica, che presto darà potenza a Mac e PC, sia desktop che notebook, passando per i server.

Sandy Bridge ha una lunga storia, che parte da molti anni fa, con il nome in codice Gesher, che in Ebraico significa proprio bridge, ponte. Tuttavia, l’assonanza con un partito Israeliano ha portato Intel ad abbandonare ufficialmente il nome in codice il 17 Aprile del 2007, in occasione dell’Intel Developer Forum di quell’anno. Da lì in poi, Sandy Bridge ha identificato la piattaforma che succederà all’attuale Westmere.

Prima di addentrarci meglio nei dettagli, partiamo analizzando un attimo il processo di fabbricazione. Verrà mantenuto il processo a 32 nanometri, lo stesso degli attuali Westmere. Questo in base al principio “Tick-Tock” di Intel, in base al quale ad una nuova piattaforma (“Tock”) corrisponde poi una sua versione costruita con processi di fabbricazione di minori dimensioni (“Tick”), e così via. Ad esempio, Westmere è una sorta di riedizione della precedente Nehalem, che ha portato il processo produttivo da 45 a 32 nanometri. Sandy Bridge invece parte dallo stesso processo produttivo, ma rappresenta una evoluzione rispetto a Nehalem/Westmere.

Il Mac che verrà: a poche settimane da Sandy Bridge

Caratteristiche della piattaforma
Sandy Bridge porta sia alcune conferme che novità assolute. Le frequenze operative si aggireranno tra i 2,3 e i 3,4 GHz per le versioni desktop, e tra i 2,2 e  i 2,7 GHz per le versioni laptop. Come in Westmere, viene confermata la presenza del Turbo Boost, che potrà arrivare ad un massimo di 3,8 GHz a seconda del modello di processore, e non sarà disponibile sui Core i3. Confermato anche l’Hyper-Threading, che come nelle attuali serie sarà disponibile solo su Core i3 e Core i7, ma non Core i5 quad core. La cache disponibile arriverà fino a 8 MB, anche qui a seconda del modello. La larghezza di banda dedicata alla memoria è di 25,6 GB/secondo massimi, e saranno supportate le DDR3-1600.

Analizzate le conferme, passiamo alle vere novità. O meglio, alla vera novità, poiché già da sola rappresenta un buon 70% del nuovo presente in Sandy Bridge. Parliamo delle istruzioni AVX, Advanced Vector Extensions. Queste istruzioni sono una nuova forma delle istruzioni SSE conosciute finora, arrivate alla versione 4.2. Le AVX presentano un bus a 256 bit, il doppio rispetto a 128 bit. Sempre rispetto alle SSE, le nuove AVX consentiranno ai processori Sandy Bridge di effettuare istruzioni con tre operandi, rispetto ai due permessi sinora. L’uso di AVX potrebbe non essere molto ampio per l’utente casalingo, tuttavia per chi fa uso di applicazioni multimediali professionali oppure scientifiche troverà benefici da queste nuove istruzioni. Per far capire cosa sono capaci di fare, ecco un filmato dimostrativo:

Oltre alle AVX, troveremo anche nuove funzionalità di sicurezza, che consentiranno di disabilitare da remoto un computer oppure di cancellare il contenuto degli hard disk, una cosa utile soprattutto in casi di computer rubati (e dato che i Mac fanno sicuramente gola, va tutto a beneficio dell’utente avere queste tecnologie di sicurezza). I comandi potranno essere ricevuti dal computer in presenza di una qualsiasi connessione Internet. Sarà inoltre disponibile la crittografia AES per le applicazioni di videoconferenza e VoIP.

Per quanto riguarda i core, inizialmente saranno solo dual e quad, e solo in seguito arriveranno versioni a 6 e 8 core. Con Sandy Bridge, i quad core assumeranno maggiore importanza anche nell’ambito mobile, dove finora erano presenti solo pochi Nehalem e quasi tutti nella fascia Extreme.

Da segnalare infine il nuovo chip grafico integrato, che sarà in due versioni: HD Graphics 100 e HD Graphics 200. I due modelli differenziano per le unità di esecuzione, che saranno 6 nel modello minore e 12 in quello maggiore. Anche nell’HD Graphics farà la sua comparsa il Turbo Mode, che potrà portare la frequenza dai 650 MHz di default a 1350 massimi. Il supporto per le librerie grafiche arriva fino alla 10.1 per le DirectX e fino alla 2.1 per OpenGL. Saranno supportate anche le librerie OpenCL, in versione 1.1.

I chipset, o meglio, i southbridge disponibili per la piattaforma sono ancora in parte una incognita. La famiglia di lancio per i desktop sarà probabilmente quella di Cougar Point, che si declinerà nei modelli P67, H67, Q67, Q65 e B65, e che tra le sue caratteristiche dovrebbe presentare il Direct Media Interface, il bus di comunicazione tra il southbridge e il processore, in versione 2.0, una velocità del bus di 4 GB/s, supporto fino a 8 porte PCI-Express di tipo 2.0, nonché supporto alle versioni di SATA sia a 3 Gbit/s che a 6 Gbit/s, la più recente iterazione. A seconda del modello saranno supportate più o meno porte SATA, sia a 3 che a 6 Gbit/s. In alcuni modelli sarà tagliato il supporto PCI, e per un solo chipset, il P67, non è previsto il supporto alla Flexible Display Interface, ossia una interfaccia di interconnessione diretta tra il chip grafico integrato nel processore e il southbridge. Ma la vera sorpresa dovrebbe essere l’USB 3.0, che finalmente sarà supportato anche da Intel, in attesa di vedere Light Peak. Per tutti i modelli, eccetto il B65, si potrà arrivare fino a 14 porte USB 3.0. Per il B65, ci si ferma a 12. Nulla invece per i chipset portatili, che probabilmente saranno svelati solo col lancio ufficiale.

Il socket sarà nuovo e sia per le versioni desktop che per gli Xeon sarà l’LGA 1155. Considerato comunque che nei Mac c’è poco spazio di manovra per aggiornare il processore, direi che è un fattore piuttosto secondario per i computer Apple.

Veniamo infine al Thermal Design Power, ossia ai consumi. Si parla di consumi tra i 35 e i 95 W per le versioni desktop e tra i 35 e i 55 W per le versioni mobile. Ancora nulla riguardo a versioni Low Voltage e Ultra Low Voltage.

I modelli
Attualmente vi è una lista solo provvisoria, frutto dell’unione delle poche informazioni disponibili e di sicuro non comprendente tutta la gamma che verrà proposta per Sandy Bridge. Ecco qua i possibili modelli, come riportati da Wikipedia.

Processori Desktop

Processori mobile

Per questioni sia di lunghezza che di informazioni ancora poco dettagliate non riporto la tabella relativa agli Xeon, visibile nella sua forma molto incompleta nel link indicato più sopra.

Ancor più in là: Ivy Bridge, Haswell e Rockwell
Dopo Sandy Bridge, arriverà Ivy Bridge, la sua versione a 22 nanometri. Ivy Bridge è stata illustrata all’Intel Developer Forum 2010, e presenterà alcune novità minori. La prima è il progressivo abbandono dei dual core, che saranno sostituiti dai quad core anche nei segmenti più bassi della gamma, mentre per le fasce maggiori sono previsti 8-core e addirittura 16-core. La grafica integrata dovrebbe essere compatibile con le DirectX 11, mentre il nuovo southbridge potrebbe avere una nuova revisione della DMI, la 3.0, e il supporto al PCI Express 3.0. Ivy Bridge è prevista per fine 2011.

Dopo Ivy Bridge arriverà Haswell, una nuova microarchitettura, sempre a 22 nanometri, con la presenza di 8-core su tutta la gamma, un nuovo sistema di cache, una unità FMA (Fused Multiply-add) e un coprocessore vettoriale. Tuttavia, Haswell è un discorso per il 2013, e sicuramente ci sarà molto tempo per approfondirlo. Solo a titolo informativo, dopo Haswell arriverà Rockwell, che porterà il processo produttivo a 16 nanometri (ricordiamoci sempre del “Tick-Tock”).

Prospettive per i Mac
Attualmente, i dati su Sandy Bridge a nostra disposizione ci consentono solo di prevedere delle possibilità per gli iMac e per i MacBook Pro da 15 e 17”.

Partendo dal primo, è possibile supporre l’arrivo per la versione base del 21,5” dell’i3 2100 da 3,1 GHz, mentre per la versione massima del 21,5” nonché base del 27” vedo possibile il Core i3 2120 da 3,3 GHz. Al momento, non sarebbe possibile prevedere una eventuale opzione più prestante, magari i5, in quanto si dovrebbe salire dal dual al quad core. Quad core che invece sarà sicuramente usato nella versione massima del 27”, probabilmente nella versione i5 2400 da 3,1 GHz. In opzione potrebbero mettere il Core i7 2600 da 3,4 GHz, praticamente il massimo della gamma.

Per quanto riguarda i MacBook Pro, molto probabilmente saranno adottati i modelli i5 2520M e 2540M rispettivamente da 2,5 e 2,6 GHz, entrambi dual core. Come opzione possibile l’i7 2620M da 2,7 GHz. Con Sandy Bridge potrebbero arrivare nell’high-end 15” e nel 17” i quad core, e in quel caso il principale indiziato potrebbe essere il 2720QM da 2,2 GHz, oppure il fratello maggiore da 2,3 GHz.

Le prospettive per MacBook, MacBook Air, per i Pro da 13” e per i Mac mini sono attualmente impossibili da valutare, in assenza degli i3 e di una qualsiasi variante LV o ULV. La cosa certa è che i Core 2 Duo dovranno essere abbandonati.

Altro discorso vale per i Mac Pro, che si ritroverebbero in una situazione praticamente contraria a quella di adesso, in caso di aggiornamento: Sandy Bridge per la versione d’attacco monoprocessore e per la prima biprocessore, e Westmere per la versione biprocessore a 6 core. Il fatto sarebbe dovuto all’assenza iniziale dei 6-core, che potrebbe far slittare un vero e proprio aggiornamento della gamma Pro a Ivy Bridge. Dunque, è piuttosto probabile che avranno solo un semplice speed bump.

Tornando al discorso fatto per i MacBook e per il Mac mini, si apre una questione relativa alla grafica. Come si farà? Apple troverà il modo di integrare grafica di tipo discreto anche sui processori Sandy Bridge, oppure si affiderà a quella Intel? A mio parere, anche questa generazione risulterà inferiore alle attuali soluzioni integrate di nVidia presenti nei Mac, dunque sarà interessante vedere cosa sceglierà di fare Apple. Anche la USB 3.0 è una incognita. Col supporto di Intel, anche Jobs deciderà di farlo oppure proseguirà con la versione 2.0, in attesa di Light Peak?

Questi dubbi potranno sicuramente trovare una risposta dopo il 7 Gennaio, dunque non resta che aspettare Sandy Bridge e le novità che essa porterà sui Mac.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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