Wine & Wine Bottler: eseguire in OS X le applicazioni di Windows

Può capitare che passando da Pc a Mac ci si trovi con il problema della non disponibilità di alcuni applicativi che, per un motivo o per un altro, risultano indispensabili nella nostra vita quotidiana o lavorativa. Nel 90% dei casi (personalmente) ho ritrovato controparti progettate per OS X di pari o, più spesso, superiore livello. Ma determinati software, purtroppo, non hanno invece un equivalente Mac. L’ultimo caso che mi si è presentato è LTSpice IV, un software di simulazione di circuiti basato sul celeberrimo (almeno in questo campo) Spice. Vuoi per motivi didattici, vuoi per non aver trovato un sostituto soddisfacente mi sono visto costretto ad ingegnarmi per renderlo operativo anche su Mac.

Per eseguire un programma Windows ci si presentano solitamente tre strade:

  • partizionare il disco utilizzando l’utility integrata Boot Camp ed installare ed avviare il Mac con Windows
  • creare una macchina virtuale con software quali Parallels Desktop, VMware Fusion o VirtualBox
  • virtualizzare il singolo l’eseguibile mediante programmi quali Wine

La strada da me intrapresa in questo caso è stata l’ultima, ma è obbligatorio fermarsi a spendere due parole su Wine. Il nome nasce da un acronimo ricorsivo per “Wine is not an emulator”, tale programma creato inizialmente per il mondo linux e poi trasposto su vari sistemi operativi crea un layer di compatibilità per le applicazioni collegandole alle API di Windows interessate appoggiandosi al sottosistema grafico X11 presente in ogni sistema Unix-like. Si potrebbero spendere migliaia di parole su questo fantastico programmino ma per quello che ci riguarda basta questa “infarinatura di base”

Allo stato attuale il progetto per il sistema operativo della Apple  condensa due applicativi: il succitato Wine e Wine Bottler. Quest’ultimo permette di creare delle applicazioni native di OS X (delle .app per intenderci) partendo da file .exe. A mio parere è più saggio procedere per gradi e d iniziare a comprendere come funziona la virtualizzazione pura (mediante Wine) e poi addentrarsi nei meandri di Wine Bottler che, tra l’altro, essendo ancora una versione beta presenta molti bug.

Il punto di partenza è ovviamente il download del pacchetto del peso di circa 50MB da qui. Dopo una consueta installazione (basta trascinare nella cartella Applicazioni i due applicativi contenuti nel .dmg) possiamo subito familiarizzare con il semplice funzionamento di Wine. Nella cartella Applicazioni avremo installati sia Wine che Wine Bottler ed inoltre si creerà una cartella chiamata Wine Files all’interno della vostra Home Directory. All’interno di questa sarà presente una sottocartella denominata drive_c che simulerà il nostro C:\ di Windows dove si andranno ad installare tutti i programmi.

È necessario, prima di procedere, fare un appunto importante: Wine è un progetto totalmente open-source e gratuito, non vi aspettate che ogni singolo vostro applicativo Windows giri su Mac così virtualizzato. Spesso questo vale per piccole applicazioni che non necessitano di installazione, mentre è più difficile che funzioni con quelle molto complesse.

Per eseguire un file eseguibile (.exe) non si dovrà far altro che cliccarci sopra: si avvierà automaticamente Wine che aprirà una sessione di X11 per permettere la visualizzazione del programma o più realisticamente dell’installer del programma.

Come si può vedere dallo screenshot l’installazione è identica a quella che si verificherebbe su un computer Windows

Alla fine dell’installazione potremo avviare il programma navigando dal finder in ~/Wine Files/drive_c/Programmi/… e cliccando sull’eseguibile. Si avvierà così il programma virtualizzato in X11

Avviando Wine da Applicazioni comparirà un icona nella barra superiore (stilizzata con un bicchiere di vino) e da qui avremo la possibilità di agire su molti parametri:

  • Change Prefix (si prossono creare dei Prefix, cioè dei sistemi a sé stanti selezionabili di volta in volta)
  • Task Manager
  • File Manager: è a tutti gli effetti un file manager che permette di navigare all’interno del drive_c mediante l’interfaccia di Windows
  • Registry Editor: l’editor di registro di Windows (odioso: uno dei principali motivi per cui uso un Mac)
  • Configuration: permette di configurare le impostazioni di Wine
  • Control Panel: il pannello di controllo che permette di disinstallare le applicazioni
  • Dos Prompt
  • Winetricks: permette di installare dei pacchetti che servono all’esecuzione (ad esempio le DirectX)

Va ribadito che Wine non può sostituire appieno i software di virtualizzazione quali possono essere Parallels Desktop o VMware  Fusion nè tantomeno può gestire applicativi esosi di risorse quali ad esempio un gioco (più avanti faremo degli esempi). Per tali situazioni è consigliabile un partizionamento del disco tramite Boot Camp. Nelle situazioni in cui ci si ritrova ad utilizzare saltuariamente singoli programmi di Windows non eccessivamente complessi, a mio parere Wine si rivela la scelta migliore per leggerezza e pulizia (evita di installare macchine virtuali).

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