Dopo il Mac App Store c’è chi teme il jailbreak di Mac OS X

Qualche minuto fa Gizmodo, come segnalato da Carlo nei commenti, ha titolato: Mac App Store Cracked Open for Piracy. La notizia discussa è quella apparsa su GadgetDNA, ovvero che il team di Hackulous (già famoso per l’attività su iOS) è riuscito a superare le “protezioni” dei software pubblicati sul Mac App Store.

Un brutto inizio si potrebbe dire, ma precisando che non è stato lo store in sè ad essere “crackato”, bensì la protezione delle applicazioni (aggiornamento: almeno questo è ciò che ho per il momento dedotto). Qual è la differenza? Direi che è sostanziale visto che non si tratta di mettere in pericolo il vostro account, i vostri dati e i vostri soldi (seppure a questo ci pensino già gli hacker cinesi), piuttosto sono le applicazioni che possono essere acquistate, scaricate, “modificate” e condivise illegalmente nei classici p2p o sul web per poterle installare “pirata”.

kickback Hacks Mac App Store

In sostanza quello che accade già oggi con iOS e con i medesimi risultati già ottenibili da sempre anche su Mac tramite canali di condivisione illegale. Nulla di nuovo se vogliamo. Inoltre già da tempo è stato dimostrato che tutte le forme di protezione sono in qualche modo aggirabili, rimane poi a discrezione dell’utente se navigare in acque torbide o meno. Un po’ come nella vita si può essere disonesti a prescindere da quelle che sono le limitazioni della legge.

Aggiungo a questo un dato a mio avviso interessante: si sente parlare sempre di jailbreak in riferimento ad iPhone, ma quanti sono quelli che lo eseguono? Nel 2009 secondo Pinch Media erano l’8%, quando ancora molte funzioni come il multitasking si potevano avere solo sbloccandolo. Nel 2010 Saurik (creatore di cydia) parla di un 10% e, sempre secondo l’autorevole fonte, solo il 40% usa applicazioni pirata. Per cui si può dedurre che in totale su iOS sono circa il 4% degli utenti ad usare software illegale.

E su Mac? Non ho statistiche in tal senso, ma sono aperto a valutare le vostre fonti, tuttavia se dovessi scommettere direi che sono più di 4 su 100 quelli che pre-MacAppStore si sono affidati ai torrent per scaricare e “valutare” qualche applicazione a pagamento.

Cerco di fare un ragionamento asettico ed esente da influenze, seppure sia difficile. Proprio qualche minuto fa ho evidenziato l’assurda situazione di Smultron a pagamento mentre sul web si trova gratuitamente (essendo open-source almeno fino ad una versione precedente), per cui non sono incline a risparmiare critiche. Comprendo tutti quelli che non lo sopportano questo store per varie ragioni attuali ed anche alcune in prospettiva per il futuro, però preferisco un approccio pragmatico ad uno istintivo. Ciò che verrà lo vedremo, come già anticipato nella profezia del Mac App Store.

Il “kickback”  non è disponibile al momento, per cui non fiondatevi alla ricerca di siti che vi spieghino “come crackare Mac App Store” perché perdereste solo del tempo. A questo punto si apre però la classica trafila che già fastidiosamente siamo costretti a vedere su iOS dei vari team di hacker che in quanto dissidenti e capaci, dimostrano le loro capacità sproteggendo software da prima che esistessero.

Ma si può quindi parlare di Jailbreak per Mac? Orrido solo il pensiero, non c’è che dire. La frase, oltre a generare un senso di ribrezzo, al momento non ha però alcun fondamento. A differenza di iOS che è un ambiente chiuso, sul Mac si può (e si deve in molti casi) usare la classica procedura per acquistare o rimuovere i software. Tempo fa vi dicevo anche che le applicazioni professionali, come quelle della suite Adobe, sarebbe stato difficile vederle nello store. E per il momento la previsione è confermata. E questo non per timore degli hackers (visto che se volete la CS5 gratis la trovate illegalmente in 30sec sul web già senza Mac App Store), ma perché non contemplando possibilità di demo e soprattutto di upgrade, vengono meno i principali canali di vendita di queste applicazioni.

Non possiamo certo prevedere il futuro, ma stando così le cose il Mac App Store sembra destinato a veicolare e racchiudere oltre che le applicazioni Apple, le migliaia di piccole e grandi utility (ma anche inutility) che già di norma si possono trovare sul web e negli altri store esistenti, come il più volte citato bodega. In merito il software Apple c’è da dire che quantomeno l’azienda si è prodigata nel dimostrare di credere in questo progetto anche nei fatti. Sia vendendo a prezzo vantaggioso le singole applicazioni della iLife ed iWork, ma anche scontando in modo drastico uno dei suoi software di punta come Aperture, che da 199€ del listino è sceso a 62,99€.

Ci sarebbe tanto altro da dire su questo store, in positivo ed in negativo. Relativamente alla pessima procedura di acquisto 1-click apparentemente non disattivabile, al metodo decisamente “fallibile” con il quale si verificano le applicazioni già installate (con un occhio alla privacy), al processo di upgrade e quant’altro. Ma ne parleremo di certo a breve.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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