Come si fa: pulire la ventola di un MacBook Pro

Lo scorso gennaio scrissi a Maurizio per propormi come guest writer, promettendogli una collaborazione per una ventina di articoli a cadenza bisettimanale. Purtroppo non sempre i disegni della mente riescono a tradursi in atti di volontà e talvolta i problemi personali non ci permettono di tenere fede alle promesse fatte. Per questo, ad oltre un mese dall’ultima pubblicazione, mi scuso con Maurizio per la lunga attesa e vi presento un nuovo articolo che spero inauguri una fase di ripresa e in cui vi parlo di ventole.

Uno dei fattori più dannosi per la salute di un computer è il calore. Generato dalle componenti del calcolatore, causa una serie di effetti negativi su di esse: ad esempio il surriscaldamento del processore smorza le sue performance, mentre frequenti sbalzi di temperatura usurano le componenti, accorciandone la vita. Ancora, per un hard disk un aumento di soli 5° C della temperatura operazionale equivale, in termini di affidabilità, al passaggio da un utilizzo del 10% ad uno del 100%. È perciò necessario dotare il computer di un sistema di regolazione termica, costituito nella maggior parte dei casi da una o più ventole poste all’interno dello chassis della macchina che dissipano il calore generando una corrente d’aria.

Con il passare del tempo tali ventole tendono a congestionarsi con la polvere, perdendo efficienza e aumentando rumorosità. È pertanto consigliato, di tanto in tanto, pulirle. Nei computer portatili questo intervento è ancor più necessario, poiché il formato ridotto limita la circolazione dell’aria, ed è percià indispensabile ottenere la massima efficienza dalle ventole presenti. Questo vale anche per i nostri amati Mac. Tralasciando confronti tra la longevità di Mac e PC, possiamo concordare che i primi sono esposti agli stessi fattori ambientali dei secondi, immagazzinano polvere in egual misura e in egual misura beneficiano di una buona manutenzione.

Vi illustro dunque come eseguire la breve ed indolore operazione di pulizia per un portatile Apple: il mio caro MacBook Pro. Il mio modello ha una singola ventola; altri possono averne due, alloggiate in posizioni differenti. In ogni caso la procedura che si applica dovrebbe essere universale.

Nota bene: per pulire la ventola è necessario maneggiare le interiora del computer. Pur non essendo nulla di particolarmente difficile, se siete alle prime armi e non volete rischiare di danneggiare il portatile è meglio che lo portiate ad un esperto. Eseguire questa procedura INVALIDA potenzialmente la garanzia. Se fate tutto a dovere e con le dovute precauzioni (ovvero se non usate la scheda madre come porta bevande o come incudine) essa non lascia traccia. In ogni caso per il primo anno di utilizzo del computer potete vivere liberi dalla preoccupazione della pulizia della ventola; pertanto i problemi riguardanti la garanzia decadono con essa.

cacciaviti

Strumenti necessari:
– un piccolo cacciavite a stella;
– un cacciavite a taglio;
– un cacciavite Torx T6;
– una bottiglietta di aria compressa o un compressore.

Per prima cosa spegniamo il computer, aspettiamo qualche minuto perché si raffreddi, dopodiché lo voltiamo sottosopra. Rimuoviamo la piastra d’appoggio inferiore svitando le viti perimetrali con il cacciavite a stella, ricordandone la disposizione.

Dopo aver rimosso la piastra prendiamo la precauzione di scaricare l’eventuale elettricità statica accumulata sul nostro corpo toccando una superficie di metallo all’interno del portatile (non la scheda madre!) o un oggetto metallico collegato a terra, per esempio un termosifone. Se avete un MacBook Pro in alluminio, l’operazione di rimozione della piastra inferiore sarà probabilmente stata sufficiente. Sarebbe anche consigliabile rimuovere la batteria prima di procedere. Ciononostante penso sia maggiore il rischio che si corre nel toglierla che lasciandola stare.

ventola

Individuiamo la ventola. Essa è collegata alla scheda madre attraverso tre piccole viti (nella foto sopra cerchiate in rosso) e un connettore (riquadrato in rosso). Iniziamo rimuovendo le viti. Per questo ci servirà il cacciavite Torx T6.

Screenshot 3

Sconnettiamo poi la ventola dalla scheda logica. Il metodo più semplice che ho provato consiste nel sollevare per pochi centimetri la ventola, in modo tale che i quattro cavetti che la collegano alla scheda madre si sollevino a loro volta.

cavo-da-scollegare

A questo punto basta infilare il pollice sotto i cavetti ed appoggiarlo a ridosso del connettore per poi spingere avanti e verso l’alto.

scollegare

In alternativa possiamo usare un cacciavite a taglio: lo infiliamo sempre sotto i fili a ridosso del connettore, facendo attenzione a non rigare la scheda madre, e lo spingiamo gentilmente verso l’alto. Onde evitare disastri, possiamo foderare la punta del cacciavite con una fettuccina di carta che, qualora ci scappasse il cacciavite sulla scheda, sarà più gentile dell’acciaio.

A meno che non viviate in una clean room come quelle in cui vengono fabbricati i processori, probabilmente la vostra ventola assomiglierà alla mia:

ventola-scollegata

Per pulire la ventola basta soffiare sopra di essa un po’ di aria compressa (fuori casa per evitare spiacevoli nuvoloni e femminili rimproveri). Per non danneggiare la ventola con un getto d’aria troppo potente che la fa girare all’impazzata, potete impedirne la rotazione bloccando le alette con le dita. In ongi caso è preferibile non sparargli contro un getto a 30 atmosfere.

polvere

Prima di reinserire la ventola, puliamo il radiatore metallico (l’heatsink di cpu e gpu) sul bordo esterno dell’alloggiamento. Evitando categoricamente aspirapolvere e panni elettrostatici, utilizziamo invece il cacciavite a taglio, passandolo delicatamente sulle alette del radiatore per convogliare la polvere verso un estremità, per poi rimuoverla, semplicemente, con le dita.

Riposizioniamo la ventola nell’alloggiamento, allineiamo il connettore al suo slot e spingiamolo verso il basso per agganciarlo. Riavvitiamo le tre viti torx, fancedno attenzione a non stringerle eccessivamente (in linea di massima, appena sentite un po’ di resistenza fermatevi) ed infine rimontiamo la piastra inferiore.

Godiamoci ora il portatile che, a seconda della gravità della condizione, sarà meno rumoroso e più fresco.
Se sotto il cofano del portatile avete trovato uno scenario degno di un film dell’orrore, vi segnalo questo simpatico contest indotto dal blog britannico bit-tech.net, che mette in palio due schede grafiche GTX 460 per i peggiori orrori hardware documentati.

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