MacBook Pro 2010: test degli SSD montati da Apple con il Trim ballerino

Non sempre a fare l’indovino ci si prende. Anzi, non è affatto così semplice. Una delle cose più divertenti che mi è capitata è stata quella di prevedere con mesi di anticipo il nome del prossimo OS X (Lion), quando ancora non era nell’aria. Riguardo alla funzione TRIM invece, mi sono sbilanciato dicendo che su Mac sarebbe potuto non arrivare mai. E invece…

Però allo stato attuale abbiamo avuto dei MacBook Pro con Snow Leopard 10.6.6 “modificato” e TRIM attivo, non confermato poi con la 10.6.7 di ieri. E su molti (tutti?) quei computer, l’aggiornamento ha anche disabilitato tale funzione (almeno da me è stato così). Su Lion il supporto per tale funzione è presente nella preview sviluppatori, ma solo per i dischi Apple. E non sappiamo per certo se verrà confermato.

In questo marasma di confusione ho tentato di fare un po’ di chiarezza con qualche articolo, ma le domande rimangono. L’unica cosa certa è che Apple per il momento ha dotato i suoi più recenti portatili di SSD Toshiba dalle buone prestazioni ma SATAII (3Gb/s) su un controller SATA3 (capace di 6Gb/s). Una scelta infelice forse, ma che potrebbe avere un senso se la proposta di dischi “migliori” avesse significato cifre ancora più alte di quelle che già ora vengono richieste. Si starà seguendo la logica dei piccoli passi?

Saltiamo per un momento le speculazioni e vediamo come si comporta il disco da 128GB che ho trovato nel mio MacBook Pro 15″.

MBP2011-SSD

Si tratta di un Toshiba HG Series THNSNC128GBSJ che, con o senza TRIM attivo, ha dato questi risultati:

benchmark-ssdtoshiba

Una precisazione è d’obbligo: questi tool nascono prima degli SSD e non sono ancora “tarati” per valutare con precisa efficienza la reale risposta dei dischi allo stato solido. Basti notare che QuickBench sopra ha restituito valori circa il 20% più bassi, in alcuni punti, rispetto il Vertex 2 di OCZ, mentre Xbench (anche questo non aggiornato da molto tempo) dice qualcosa di molto diverso, assegnando al Toshiba uno score decisamente più elevato (testato sulla stessa macchina a parità di condizioni):

xbench

Si noti però che il Vertex con il SandForce fornisce tempi rapidissimi per i piccoli blocchi random, decretando in teoria una maggiore reattività generale del sistema (anche in avvio). Tralasciando per un attimo questi numeri e ritornando con i piedi per terra, c’è da dire che i benchmark lasciamo il tempo che trovano. Li eseguiamo, li analizziamo, ne discutiamo, ma sfido chiunque a sentire la differenza con un disco capace di 200 MB/s ed uno da 280MB/s. Figuriamoci poi quando le differenze si assottigliano. Il vero salto si ottiene passando dai valori “poveri” dei dischi meccanici.

Ecco perché spero che SATA3 o SATA4, 5 e 6, si inizino a diffondere a macchia d’olio gli SSD, anche SATAII, ma con tagli accettabili e costi umani. Se proprio Apple deve fare la scelta di rimanere su una tecnologia “vecchia”, lo faccia con costi più abbordabili e si proceda tutti verso questo importante cambio di passo. E per la verità guardando questo disco da 128GB montato con +200€ sul 15″, una scelta così assurda non mi sembra. Il taglio è stretto e non è certo definibile economico, ma già qualche minuto fa mi è capitato di parlare con un utente deciso a prendere un i7 2.2GHz (quindi non il modello base) mantenendo un HDD tradizionale. Siamo sicuri che sia la scelta giusta?

Potrebbe esserlo se poi in autonomia si monterà un SSD più “economico” o uno “migliore” SATA3 appena si troveranno con più facilità sul mercato. Ma se poi non funzioneranno a dovere? Se ci si troverà obbligati ad una trafila di aggiornamenti (come a molti di noi con i SandForce è capitato) solo per non avere Kernel Panic? Jack, un nostro utente, si rasserena ogni volta che parliamo di tali argomenti per aver scelto il Kingston V+ 100 (recensione) che usa lo stesso controller Toshiba presente nei MacBook Air. E tutto sommato ha ragione, anche perché si è assicurato il più possibile di non avere problemi sui Mac, visto che Apple stessa ha tutto l’interesse a tenere operativi quei dischi con OS X. E allora vale di più qualche manciata di MB/s o la tranquillità di un sistema stabile, ma comunque molto veloce?

Domande, domande… alle quali ognuno risponderà soggettivamente. Ma ricordate sempre che se noi utenti Mac affermiamo con serenità che chiunque ha provato OS X non è mai tornato a Windows. Ma è vero anche che chiunque ha provato un disco allo stato solido non si sogna di tornare a quelli meccanici. Anche se questo comporta problemi di aggiornamento (è capitato e forse capiterà) e soluzioni alternative esterne (o interne con OptiBay) per aumentare lo spazio di archiviazione.

Ecco perché continuo a dire +SSD -GHz.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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