Stranezze di Mac App Store. Utenti poco tutelati?

Già prima che arrivasse il Mac App Store c’era chi si schierava pro e contro. Io ho provato a sospendere il giudizio in attesa di poter avere le idee più chiare, ma devo dire che alla fine a fronte di maggiore semplicità, sto vedendo numerosi elementi a sfavore dell’utenza. Non che ci siano solo lati negativi si intende. C’era chi pensava che sarebbe stato un problema per gli sviluppatori indipendenti, per via delle politiche Apple. Ma in effetti chi vuole rimanere al di fuori può farlo senza problemi. A me sembra invece che siano proprio questi sviluppatori, meritatamente sia chiaro, a trarne maggiore vantaggio. Abbiamo già visto numerosissimi esempi di applicazioni gratuite diventate a pagamento sul Mac App Store, ma ve ne sono anche altre che adottano una politica “particolare”.

Sto parlando di CyberDuck, probabilmente il client FTP più usato su Mac OS X: snello, curato, funzionale, multilingua e donationware. Evidentemente le donazioni ricevute non erano adeguate all’ottimo livello del software, da anni sempre aggiornato con puntualità. Per ottenere maggiore visibilità è stato ora messo a pagamento sul Mac App Store, per la modica cifra di 18,99€. Non mi permetterei mai di giudicare gli sviluppatori, ci sono delle schifezze incredibili in circolazione, non vedo perché un’applicazione così valida non dovrebbe guadagnare qualcosa (lo avranno pensato anche loro?). Comunque la precedente 3.8.1 si può ancora scaricare gratuitamente, mentre sullo store si trova la 3.8.2, che non ha sostanzialmente nessuna differenza.

cyberduck

Sembra da quel che leggo su Macity che il progetto continuerà ad essere open-source e donationware tramite il loro sito, mentre chi vorrà fare una donazione potrà passare dal Mac App Store. Per quanto mi riguarda qui sento qualcosa che stona: l’utente sullo store Apple non dovrebbe essere quantomeno avvisato che l’applicazione si può scaricare anche gratuitamente?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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