A determinare il comportamento e le prestazioni di un disco allo stato solido ci sono essenzialmente tre fattori: il controller, le memorie e il firmware. Nell’anno appena trascorso il mercato degli SSD è stato letteralmente dominato dal nome SandForce, i cui controller sono stati utilizzati dai più importanti produttori di dischi. I vari SF-1xxx ed ora SF-2xxx si sono comportati molto bene in differenti aspetti, dalla velocità (con valori di IOPS ottimi) alla sicurezza, con i vari meccanismi di Wear Leveling e il sempre presente Garbage Collector. E superati i primi problemi di kernel panic, ora si presentano come soluzioni molto stabili anche sui nostri amati Mac.
Il dominio di un brand in uno specifico mercato non è chiaramente ben visto dai concorrenti. Specie quando si tratta di un settore in forte espansione e molto fruttuoso come quello dei dischi allo stato solido. Ma già abbiamo visto in atto le prime contromisure. OCZ ha recentemente siglato un accordo per l’acquisizione di Indilinx, azienda che ha realizzato i controller Barefoot implementati in alcuni dei suoi primi SSD. Dalla fine del 2009 in poi però, Indilinx non è stata in grado di proporre soluzioni all’altezza di quelle SandForce, per cui la stessa OCZ ha ripiegato sui vari modelli di SF per le sue nuove linee di dischi (compreso il Vertex 2). I frutti di questa acquisizione potrebbero arrivare più tardi nel 2012, ma il progetto di OCZ sembra essere quello di portare tutto in casa. E se a questo aggiungeranno anche un miglior controllo qualità, in un futuro non troppo remoto potrebbero far sentire in modo ancora più pressante la propria presenza in questo mercato.
Chi della qualità e della produzione interamente in casa ha fatto invece il suo fiore all’occhiello è Intel, la quale vanta la migliore percentuale di prodotti non conformi (<1%) di tutto il mercato (la media è oltre il 2%). Dopo gli ottimi risultati ottenuti con l’X25-M G2 era stato annunciato qualche mese fa il futuro modello G3, concretizzatosi solo di recente con il nome 320 Series, il primo SSD del marchio con memorie a 25nm e con tagli fino a 600GB. Questo però è rimasto legato alla SATAII, creando sicuramente del malcontento in tutti coloro che lo attendevano con ansia. D’altro canto però è con la serie il cui numero inizia per “5” che Intel ha introdotto il supporto per la SATA3 da 6Gb/s e più precisamente con il 510, di cui ho ricevuto un campione di test.
Le NAND in questo caso rimangono MLC da 34nm, ma il controller è il Marvell 88ss9174, lo stesso utilizzato anche da Corsair nel P3 (small test). Il modello è compatibile anche con i precedenti SATAII ovviamente, ma la sua vera potenzialità viene sfruttata solo con i più recenti SATA3. Ecco perché l’ho testato sul MacBook Pro 2011 che, come già saprete, è il primo Mac a supportarlo in quanto basato sull’architettura Sandy Bridge. Dei due tagli disponibili — 120GB e 250GB — ho ricevuto il secondo, con il pacchetto che comprende anche l’adattatore per bay da 3,5″. Importante sottolineare che i due hanno prestazioni piuttosto differenti, già in base alla dichiarazioni della casa:
Il montaggio avviene nel classico modo che abbiamo illustrato ormai decine di volte. Si gira il Mac, si tolgono tutte le viti sul bottom case, si svita il fermo nero che blocca il disco interno e si sgancia dal cavo SATA. Sul disco preesistente si trovano anche 4 viti torx laterali che servono per stabilizzarlo nell’alloggiamento, queste vanno spostate sul nuovo disco prima dell’inserimento.
Al primo avvio se arrivate dalla clonazione di un vecchio OS conviene sempre eseguire il reset della PRAM (cmd+alt+P+R subito dopo il classico suono di partenza) e personalmente eseguo anche cinque o sei riavvii prima di iniziare con i test. La prima impressione è di un disco sicuramente reattivo e veloce, ma non ho notato una sensibile variazione rispetto l’OWC Mercury Extreme Pro SATAII che ho voluto considerare per un confronto (essendo questo il migliore degli SF-12xx testati).
Uno dei “pregi” più evidenti di un SSD è la velocità nella fase di boot. Ma cosa succede se al login si hanno 21 applicazioni (di cui molte con pesanti archivi) e 8 demoni? Ecco un confronto video sotto stress:
Con il 510 Series ci sono voluti (28 sec totale):
- 15,8 sec (avvio e desktop pronto)
- +6,3 sec (tutte le applicazioni lanciate)
- +5,9 sec (applicazioni e librerie caricate)
Con il Mercury Extreme Pro (31,4 sec totale):
- 21,0 sec (avvio e desktop pronto)
- +5,3 sec (tutte le applicazioni lanciate)
- +5,1 sec (applicazioni e librerie caricate)
Pur essendo eseguiti sullo stesso MacBook Pro 2011 15″ base da 2,00GHz, i test in oggetto sono assolutamente indicativi. Vale più che altro il confronto relativo tra i due essendo sulla stessa macchina e con la stessa installazione del sistema operativo, ma i numeri in termini assoluti sono decisamente diversi (ovvero migliori) con OS X pulito.
Inoltre eseguendo il test più di una volta e in condizioni apparentemente identiche, noterete variazioni anche sensibili. Xbench comunque conferma che il disco di Intel offre prestazioni complessivamente superiori all’OWC, ma considerando che quest’ultimo sfrutta la metà della banda il gap prestazionale non è così consistente.
Guardando più nel dettaglio ed esaminando i singoli risultati di transfer rate registrati dal benchmark, si iniziano però a capire meglio le caratteristiche di questo controller. Per cercare di fornirvi un’idea più chiara, vi propongo un confronto con 3 dischi che usano controller differenti, aggiungendo ai due finora citati anche il Kingston V+ 100 (con Toshiba T6UG1XBG):
Intel ha fatto un buon lavoro equiparando ed in alcuni casi superando i risultati con piccoli blocchi dei SandForce SF-12xx, seppure questi ultimi continuino ad apparire più performanti nella scrittura casuale a 4K. Il risultato è un disco che ha tutte le carte in regola per superare i modelli SATAII del mercato, ma che non offre complessivamente un miglioramento nell’esperienza d’uso così evidente come i numeri potrebbero far sembrare (o come quello notato passando dal più performante degli HDD ad un qualsiasi SSD di seconda generazione). Ma le differenze comunque ci sono e per fare un altro esempio concreto, la duplicazione locale di un file di 4,7GB con l’OWC richiede circa 65 sec, mentre solo 40 con l’Intel 510 Series (ben il 60% in meno!).
È chiaro che il valore di 500MB/s che si legge nelle specifiche tecniche fa un certo effetto, ma dovete anche considerare che questo è legato esclusivamente alla lettura sequenziale. In pratica è un valore di “picco” che si fa sentire tanto e non quanto nel “mondo reale”, ovvero nella velocità percepita con l’uso quotidiano.
Il modello è costituito da 16 NAND di 16GB ciascuna, per un totale di 256GB. Il taglio è però da 250GB ed è effettivamente questo lo spazio a disposizione per l’utente (mentre sul Mercury si hanno 10GB in meno di spazio libero). Intel non fornisce molti dettagli sul suo firmware e sulle ottimizzazioni attive sul disco, ma oltre al sempre presente TRIM il controller di Marvell gestisce anche il Garbage Collector, che si può quindi considerare a rigor di logica presente anche sull’Intel. Riguardo il TRIM però non è attivo su Snow Leopard e se le cose rimarranno come nella Developer Preview, anche Lion lo supporterà solo per i dischi montati direttamente da Apple. Ma è auspicabile che si stia tenendo per il momento la funzionalità attiva solo su pochi dischi per ottimizzarla e poi estenderla a tutti (almeno è ciò che spero).
Ecco un test completo con QuickBench:
Conclusioni
L’Intel 510 series è un disco con ottime prestazioni e che supera di gran lunga X25M-G2 di qualche anno fa della stessa casa e anche i più veloci SATAII del mercato (come l’OWC preso in esame). Arriva molto vicino anche ai dati dichiarati del Vertex 3 di OCZ, ma aspetto di testarlo in prima persona per proporvi un confronto effettivo. Da quel che mi risulta questa è la prima volta che Intel si affida ad un produttore esterno per il controller e le differenze nell’approccio si notano in un calo (ovviamente proporzionale al cambio di passo su SATA3) nella lettura random. Inoltre è importante sottolineare come anche il taglio delle NAND incida sui risultati ottenuti (il 120GB ha performance inferiori).
Costi
Su ApmShop.it il prezzo dell’Intel 510 Series da 250GB è di 512€, mentre nel taglio da 120GB si compra a 246€. Il costo è ovviamente un fattore determinante per la scelta, sia per i nuovi acquirenti che per i tanti che usando già SSD SATAII e avendo un recente MacBook Pro vorrebbero ottenere risultati ancora migliori. Per riuscire ad ottenere un buon riscontro sul mercato e risultare altamente consigliato sarebbe dovuto costare forse qualcosa in meno. In tutti i casi l’Intel 510 Series si propone come un’ottima scelta. Rimane un punto interrogativo sull’efficienza del Garbage Collector e sulla futura implementazione nativa del TRIM in Lion (con Trim Enabler lo si può fare anche subito).
PRO
SATA3 ed un maggiore velocità rispetto i modelli SATAII
Confezione con kit di montaggio che include adattatore 3,5″ e cavi
CONTRO
Il prezzo è superiore a quello di mercato del più veloce OCZ Vertex 3