Recensione: Sony a55 la non reflex che compete con le reflex

Sono sempre particolarmente attento alle novità che la tecnologia ci propone, ma per quanto riguarda la fotografia potrei definirmi un innovatore-conservazionista. Già per il passaggio al digitale ci sono voluti anni prima che si raggiungesse la maturità sufficiente a farmi accettare l’abbandono della pellicola. Ecco perché mentre tutti guardavano con entusiasmo alla novità dello specchio translucido proposto da Sony con le a33 e a55, io non riuscivo ad apprezzare il buono senza dispiacermi per il cattivo, in particolare la perdita del mirino ottico.

Le meraviglie dello specchio translucido
La sigla SLT (Single Lens Translucent) è stata coniata da Sony per identificare le nuove fotocamere che incorporano la Translucent Mirror Technology. Iniziamo col dire che l’idea su cui si basa non è affatto nuova dato che già nel 1963 la Canon Pellix proponeva qualcosa di simile con il suo Pellicle mirror. Ma in 50 anni la tecnologia ha fatto passi da gigante, sia a livello informatico che per i materiali, per cui se ai tempi si doveva sopportare la perdita di uno stop per via della dispersione di luce, oggi Sony è riuscita a renderla quasi irrilevante sui risultati finali.

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Nelle reflex tradizionali sapete che è lo specchio a portare nel mirino, per mezzo del pentaprisma (o pentaspecchio nelle versioni economiche), l’immagine catturata dall’obiettivo. Questo si solleva durante lo scatto al fine di permettere l’impressione della pellicola o del sensore che sta alle sue spalle. Con lo specchio translucido invece, la luce passa e può impressionare il sensore senza che sia richiesto il sollevamento. Non essendoci dunque movimento meccanico, la rapidità dello scatto aumenta e, nel caso della a55, arriva a ben 10fps, velocità di norma raggiungibili solo da macchine che costano il quadruplo. La parte di luce che viene invece riflessa non è purtroppo sufficiente alla creazione di un mirino ottico, ma basta per essere utilizzata dal motore di messa a fuoco attivo con rilevamento di fase. Per cui il mirino è elettronico come nelle EVIL, la messa a fuoco veloce come nelle DSLR, lo scatto continuo più rapido e con minori problematiche legate all’usura meccanica.

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Caratteristiche tecniche
La Sony a55 è quindi una SLT (Single-Lens Translucent) con sensore CMOS da 16.2MegaPixel (lo stesso di Nikon D7000 e Pentax K-5) con sensibilità ISO fino a 12800 e capace di video in qualità FullHD 1080i/60fps con audio stereo. Importante ricordare che Sony è una di quelle aziende che, come Olympus e qualche altra, credono nel sistema di stabilizzazione sul sensore, in questo caso lo Steady Shot. Ciò significa che tutte le ottiche collegate (sono compatibili le Sony A e le Konica-Minolta AF) ne beneficeranno. Ci sono lati positivi, come quello economico nel non dover acquistare ottiche stabilizzate, ma anche negativi visto che con i lunghi tele si richiederebbero sistemi più efficienti. Per approfondimenti consiglio l’articolo: meglio la stabilizzazione ottica o sul sensore?. Tra le varie caratteristiche che andremo di seguito ad analizzare, si evidenzia il GPS integrato che, pur non essendo una novità in senso assoluto, si incontra difficilmente nelle reflex (ormai inteso in senso allargato) se non come optional. Preciso che il modello in prova è sprovvisto della protezione gommata intorno al mirino, che di norma è inclusa, ed ha due adesivi, uno sopra il flash ed un altro sul display, che ovviamente non troverete nei modelli acquistati in negozio.

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Corpo ed ergonomia
È realizzata interamente con materiali plastici leggeri, come le altre camere nella sua fascia di prezzo. Il corpo è più piccolo di quanto non sembri (124 x 92 x 85 mm), paragonabile ad una Nikon D3100 (recensione) e quindi decisamente più piccolo rispetto la D7000 (confronto nella successiva immagine). È leggera, circa 440gr senza obiettivo, per cui facile da usare anche con una sola mano. L’impugnatura è ben sagomata ma purtroppo l’altezza ridotta del corpo non le consente di ospitare anche il mignolo, che finirà inevitabilmente sotto anche per chi abbia mani non troppo grandi.

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Display
Ampio e definito con una diagonale di 3″ (in formato 16:9) ed un’ottima risoluzione di 921.600 pixel. È ancorato nella parte bassa della camera e può essere ribaltato risultando comodo per inquadrature inusuali, dall’alto o dal basso. Un sensore ambientale adatta la luminosità alle differenti circostanze. Quando però la luce diretta è eccessiva, come in una giornata a cielo aperto con sole alto, la cosa migliore è selezionare dalle impostazioni l’opzione “tempo soleggiato”: Il display TruBlack (come recita l’adesivo rimovibile) risulta così chiaro anche sotto il sole diretto.

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Essendo incernierato sul basso non è possibile ribaltarlo sull’esterno per vedersi in caso di autoscatto o per riprese da cavalletto nella quali si voglia tenere sott’occhio l’inquadratura dal lato dell’obiettivo. Le possibilità offerte sono però molto più numerose di quanto si potrebbe immaginare, perché può essere ruotato anche lateralmente.

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Più o meno è possibile usarlo con queste modalità:

  • chiuso dalla parte del dorso, si può usare così solo il mirino
  • richiuso con il display in vista
  • aperto con il display verso l’alto per riprese basse, anche rasoterra
  • aperto con il display verso il basso per riprese dall’alto, magari al di sopra una folla
  • ruotato lateralmente, a sinistra o destra, in verticale
  • ruotato lateralmente, a sinistra o destra, in orizzontale (finisce sotto la camera)

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Mirino
Guardare in un mirino e trovarsi un’immagine digitale, difficilmente può far piacere al fotografo. Sony ha però lavorato piuttosto bene per cercare di accentuare gli aspetti positivi di questa soluzione con un display grande e ricco di informazioni: 1.440.000 i pixel con ingrandimento di 1.1x ed una copertura che ovviamente raggiunge il 100%. A livello di dimensione è paragonabile a quello, già ottimo, delle Panasonic G2 e GH2, ma rispetto a queste ultime si adatta meglio e più velocemente nelle condizioni di scarsa luce ambientale, risultando del tutto privo del benché minimo lag. L’immagine mostrata subirà direttamente le influenze delle impostazioni di scatto, ma non per l’apertura perché mantenendola al massimo la camere riesce ad offrire immagini in preview più fluide e nitide. C’è però il tasto per l’anteprima della profondità di campo nella classica posizione in basso a sinistra dell’ottica.

Nell’immagine precedente si nota come sia un po’ sporgente rispetto il corpo posteriore e, senza la gomma di protezione, si evidenzia la piccola ghiera per la correzione delle diottrie (+/-4).

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Il rettangolo in basso è un sensore di prossimità che, impostando lo switch automatico, attiva il mirino appena ci si avvicina a meno di 5cm dell’oculare e riattiva il display esterno appena ci si allontana. Sul campo si dimostra sufficientemente valida come soluzione ad eccezione di qualche raro caso in cui con il display attivo si può inavvertitamente attivare l’EVF avvicinandosi con la mano od altri oggetti sulla scena al sensore di prossimità. Essendo a tutti gli effetti un display, il mirino non solo duplica tutte le informazioni di scatto ma permette anche di controllare i vari menu e può essere eventualmente utilizzato anche per riprodurre il salvato.

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Impostazioni e controllo
La ghiera di controllo per le modalità di scatto si trova sulla sinistra ed include oltre ai metodi PASM ed un modo AUTO anche un AUTO+ che tenta di ottenere una migliore gamma dinamica adattandosi alle condizioni ambientali, attivando anche l’HDR se necessario. Vi è poi uno scatto forzato senza flash, le classiche scene e la modalità panorama, già vista nella recensione della Sony NEX-5. L’icona [10]]] attiva invece la raffica con un solo movimento, utile quando si presenti improvvisamente la necessità di utilizzo. Di fianco si nota anche il pulsante di attivazione del flash ed il microfono di sinistra (ve n’è uno identico dal lato opposto per ottenere l’audio stereo). L’accesso al menu si trova qui, un po’ defilato sotto la ghiera dei modi. Non c’è da temere però, perché alle principali opzioni di scatto si accede dal pulsante Fn. Questo si trova sul retro vicino al pad direzionale, il quale include anche una serie di accessi diretti a funzioni quali ISO, bilanciamento del bianco, modo avanzamento, controllo informazioni sul display ed AF. Quasi tutto segue la classica organizzazione Sony, per cui chi abbia utilizzato altre camere del marchio non avrà difficoltà ad adattarsi. Per tutti gli altri dopo un minimo di pratica ci si troverà sicuramente a proprio agio, con una buona dose di controlli diretti e un modo fn veramente completo.

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La registrazione video avviene mediante un tasto Movie dedicato, evidenziato dal colore rosso, nella parte alta della camera. Un taglio inclinato del corpo rende sia questo che i vicini pulsanti di compensazione esposizione e blocco AE/AF ben visibili e raggiungibili.  In cima si trova anche la funzione di switch manuale tra display LCD e mirino, nonché il tasto D-RANGE che attiva le funzioni dinamiche come l’HDR (disponibile solo salvando in JPG ovviamente) personalizzandone alcuni parametri.

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Il selettore di accensione e spegnimento On/Off si trova in posizione piuttosto classica, intorno al pulsante di scatto a doppia corsa, nella zona dell’impugnatura. L’unica ghiera per il controllo dei parametri è posizionata sul fronte e si comanda quindi con l’indice. In quanto a tasti, dunque, è decisamente ben dotata e tutte le funzioni sono facilmente raggiungibili. Per tutto il resto c’è Fn, dal quale si ha accesso ad una pletora di controlli, organizzati in due colonne ai lati laterali dell’immagine, e che comprendono praticamente ogni parametro.

Flash
Il flash TTL ha numero guida 10 e la compensazione in step da 1/3 fino ad un massimo di +/- 2. Si attiva da solo nelle modalità AUTO o con il tasto dedicato a lato. Rende piuttosto bene anche nell’incarnato in fill flash e supporta il controllo di flash wireless. Decisamente ben dotato.

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AF / Metering / Drive
Tra i principali vantaggi della tecnologia Translucent Mirror vi è la possibilità di utilizzo della più veloce e precisa messa a fuoco per rilevamento di fase. La velocità è in effetti da buona DSLR nella sua fascia di prezzo, ma non raggiunge i livelli che i 10fps farebbero sperare ai fotografi sportivi. I punti di messa a fuoco sono 15 e possono essere attivati in modalità automatica, oppure selezionando “area AF” si potrà scegliere il preferito con il pad direzionale dopo la pressione del tasto centrale AF.

Il metering multi-segmento su 1200 zone si comporta piuttosto bene, anche se con forte luce ambientale tende un po’ alla sovraesposizione. In questi casi mi sono trovato meglio impostando lo scatto in RAW (consigliabile a prescindere) con una compensazione di circa -0.5EV.

Se 10fps sono realmente possibili con la Sony a55, bisogna fare i conti con due limitazioni oggettive. La prima è quella del buffer, che scattando in RAW e memorizzando su una SDHC da 20MB/s si ferma a circa 19 esposizioni. Se questo è assolutamente comprensibile ed accettabile, lo è un po’ meno il fatto che, per ragioni derivanti dalla costruzione, il mirino si oscura durante gli scatti. Per cui con la raffica veloce ci si trova a vagare assolutamente al buio dopo la prima esposizione, con la speranza di centrare l’obiettivo. Non troppo male quando il soggetto si muove più o meno in un range ristretto, decisamente peggio se si voglia seguire invece un soggetto in movimento.

raffica-sonya55

Qualità d’immagine
L’apprezzatissimo sensore CMOS da 16,7MegaPixel che equipaggia la Sony a55 è lo stesso già visto su Nikon D7000 e Pentax K-5. Questo non significa però che le tre camere diano gli stessi risultati. La circuiteria, il processore d’immagine ed il software giocano infatti un ruolo determinante. Inoltre lo specchio translucido, per quanto minima, comporta una leggera dispersione di luce. Altro fattore che i più tecnici evidenziano è che il sensore è costantemente “sotto stress” essendo utilizzato sempre per la visione, riducendo potenzialmente le sue capacità al momento della cattura (questioni fisiche legate anche alla temperatura). Quali che siano le differenti valutazioni è evidente che la a55 offre una qualità d’immagine veramente apprezzabile, specie per la sua fascia di prezzo, ma rispetto alle camere sopracitate il sensore non riesce ad esprimersi agli stessi livelli anche ad alti ISO. Forse per questo Sony ha deciso di limitare il max ISO della a55 a 12800, mentre la D7000 arriva a 25600ISO. La Pentax K-5 tocca addirittura quota 51200ISI ma poteva essere anche evitato in quanto i risultati sono inutilizzabili.

RAW: 100 ISO200 ISO400 ISO800 ISO1600 ISO3200 ISO6400 ISO12800 ISO

ISO100

Guardando però i prezzi, la camera non compete affatto con quelle con le quali condivide il sensore, ma si posiziona ben al di sotto. Per cui superando le valutazioni teoriche sulla tecnologia, Sony ha realizzato una macchina molto valida per il mercato cui è indirizzata e che fornisce soluzioni tecnologiche più avanzate della quasi totalità della concorrenza. L’ottica in dotazione inoltre si è dimostrata di buona qualità, definita e con uno sfuocato morbido che, pur non essendo elevata la luminosità, si evidenzia spesso per via di una capacità in macro veramente considerevole per una lente da kit.

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Molto valido anche il lavoro sul bilanciamento del bianco, in questo Sony è quasi un punto di riferimento da cui potrebbero imparare in molti. Ho scattato quasi sempre con WB auto e solo di sera con l’illuminazione ad incandescenza, in particolare quella stradale, i risultati hanno richiesto correzioni. Le immagini possono essere catturate in RAW, JPG (fine/standard) o RAW+JPG fine con rapporto di proporzione classico, da 3:2, o in 16:9. I colori risultano quasi sempre molto naturali e con una gamma dinamica veramente ricca.

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Batteria / memoria / collegamenti
La Sony a55 supporta SD, SDHC ed SDXC ma lo slot ha una forma predisposta anche per le MemoryStick Pro Duo della casa. Questo è localizzato in basso, nel vano batteria, soluzione piuttosto diffusa nel range di prezzo di riferimento con qualche rara (fortunata) eccezione, come la Nikon D3100. La durata di una carica è approssimativamente di 350 scatti ed ho avuto l’impressione che la seconda parte della carica scenda più rapidamente. È solo una impressione probabilmente ma è meglio non tirare troppo la cinghia e ricaricare più o meno verso i 300 scatti. Non una durata da primato, ma con il largo uso del doppio LCD poteva andare anche peggio. Di lato si trova l’uscita HDMI, quella USB e l’ingresso per il microfono esterno.

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Video ed Extra
Abbiamo già avuto modo di parlare della modalità panorama vista sulla NEX-5 ed anche qui presenta lo stesso limite del buffer che si interrompe pelopelo al termine degli scatti sequenziali. Per cui temporeggiando un po’ durante la rotazione del busto si finisce corti e si può interrompere prima della chiusura del panorama. In effetti però è solo questione di abitudine perché basta prendere mano e capire la velocità giusta per completare la rotazione nei tempi corretti, prima che il buffer termini. I risultati sono apprezzabili, ma il collage in camera funziona solo in jpg e riduce di molto al dimensione dell’immagine. Utile insomma per panorami “al volo”, ma l’unione al computer presenta ancora numerosi vantaggi in termini di qualità.

Per il video, in modalità AVCHD si registra in FullHD a 60i, mentre in MP4 (probabilmente più pratico per l’elaborazione al computer) a 1440 x 1080 @30fps/25fps o, infine, 640 x 480 @30fps. I filmati hanno audio stereo e sono qualitativamente ottimi. Lo Steady Shot aiuta per la stabilizzazione, meno pratico lo zoom manuale che nell’ottica in kit non è troppo fluido e si nota sulla ripresa. L’AF continuo si comporta piuttosto bene, forse perché coadiuvato dalla messa a fuoco attiva.

voto 4Conclusioni
Con la a55 Sony ha realizzato un prodotto particolare perché ibrido sia nella tecnologia che nei contenuti. Il mirino elettronico è forse l’ostacolo maggiore per l’amatore, ma la sua implementazione è probabilmente la migliore vista fino ad oggi. Il feeling non è lo stesso del mirino ottico chiaramente e chi lo ritenga imprescindibile rischia di non prenderla neanche in considerazione, seppure io suggerirei comunque una prova dal vivo per valutarne l’effettiva resa. Inoltre avrà sicuramente dei limiti rispetto quello ottico ma fornisce anche tutta una serie di vantaggi nella quantità e qualità delle informazioni visualizzabili. In tutta la camera si notano accorgimenti sulle funzioni e componenti di alto livello come l’ottimo sensore, la stabilizzazione, l’ingresso audio, il controllo flash wireless, i 10fps ed il GPS integrato per geotaggare le foto. Anche il corpo sembra un po’ un ibrido, con una completezza di tasti che solitamente non si ha nelle camere in plastica di questa fascia di prezzo. In definitiva è un mix che può piacere o non piacere per la sua decisa ed originale scelta tecnologica, ma non si può negare che offra veramente tanto per il suo prezzo. A completamento del tutto un’ottica in kit più che sufficiente.

Costi
Con circa 680€ si porta a casa il corpo più il SAL 18-55. Non un prezzo irrisorio, ma dentro un vestito compatto si cela tanta qualità e funzionalità. Quando si sceglie un brand che non sia Canon o Nikon di solito si teme per le ottiche. Sony ha però un parco già piuttosto ricco con molte lenti sviluppate da Zeiss: date uno sguardo ad alcuni obiettivi e convertitori SAL. Inoltre è importante ricordare che sono compatibili anche le ottiche Konica-Minolta AF che, pur non essendo diffusissime, si trovano spesso usate ad ottimi prezzi.

PRO
Buona qualità d’immagine, specie a bassi ISO
Mirino grande, senza lag e con molte informazioni (attivazione automatica con sensore prossimità)
Buon bilanciamento del bianco, ottima gamma dinamica
Raffica da 10fps
Display nitido e luminoso, con sensore ambientale e visibile anche di giorno (attira però le ditate)
GPS integrato per geotaggare le foto
Stabilizzazione Steady Shot integrata
Controllo flash wireless
Display orientabile (anche se non ribaltabile)
Obiettivo in kit sopra la sufficienza (buono anche per un macro non troppo spinto)
Molte funzioni aggiuntive come Panorama 2D/3D, HDR, etc..
Corpo compatto e ricco di pulsanti per accesso diretto alle funzioni primarie
Prezzo complessivo al di sotto della qualità offerta

CONTRO
Pro Buffer troppo piccolo e lento nello svuotarsi
Pro Il mirino elettronico è ben sviluppato ma non ha la resa di quello ottico
Pro Conoscendo il sensore avremmo voluto meno rumore sopra i 1600ISO
Pro Il corpo non è troppo robusto

DA CONSIDERARE
Pro
Alla fine il vantaggio del Translucent Mirror sembra solo nei 10fps a fronte della perdita del mirino ottico. Ma nella sostanza la camera ha tanta qualità ad un costo invitante.

SCATTI DI PROVA
Le immagini sono indicative, considerate che sono sviluppate dai RAW senza interventi migliorativi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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