Neanche l’HP TouchPad è un reale concorrente dell’iPad 2, almeno per ora

Ancora cattive notizie per chi sperava finalmente di vedere un po’ di pane per i denti di Apple nel settore tablet. I più accreditati sono caduti tutti, per vari motivi, a volte diversi, a volte uguali: Xoom, Galaxy Tab, Playbook… Attualmente nessuno di questi era riuscito davvero a impensierire in qualche modo l’iPad 2. Le speranze di molti erano state alla fine riposte in un dispositivo, ormai di uscita imminente: l’HP TouchPad. Dispositivo che, ad onor del vero, non si presentava affatto male.

A parità di display, 9,7″ da 1024×768 pixel, con un po’ più di spessore, il TouchPad mostrava un hardware di tutto rispetto. Processore Snapdragon dual core da 1,2 GHz, 1 GB di RAM, videocamera frontale per videochiamate. Il punto di forza che tutti davano per certo era però webOS 3.0, da tanti ammirato per le caratteristiche avanzate che ha saputo presentare. Ma a quanto pare tutto ciò non è bastato: neanche il TouchPad, almeno per ora, può considerarsi un vero e proprio pretendente al trono dei tablet detenuto dall’iPad 2.

Le prime critiche arrivano sull’assenza di applicazioni dedicate per sfruttare la videocamera frontale, l’unica a disposizione. Apparentemente, al di fuori delle videochiamate non c’è alcun utilizzo possibile. Ma questo non è certo un difetto davvero limitante, una sorta di Photo Booth per webOS HP potrebbe farlo in qualsiasi momento nei prossimi tempi. Più grave è che sia messa in discussione l’usabilità del sistema operativo. Ars Technica non è rimasta affatto colpita dal sistema di task switching a “carte”, che rappresenta le varie applicazioni aperte in miniature con una forma simile proprio a carte da gioco: a loro detta, questo sistema porta rapidamente a far regnare il caos nella schermata home. Un peccato, visto che questo task switching aveva nella prima presentazione fatta da HP favorevolmente colpito molti, soprattutto sull’eleganza dello switching, al punto che anche Microsoft ha deciso di scegliere una via simile per il task switching in Windows Phone “Mango”. Ma nemmeno questo è un difetto insormontabile: col passare del tempo si potrà affinare il sistema e renderlo molto più usabile. In generale, si lamenta una immaturità del dispositivo e del sistema operativo, tutte cose tecnicamente recuperabili nel corso del tempo.

Molto più tempo ci vorrà invece per quello che davvero si può considerare il tallone d’Achille del TouchPad e di webOS: l’ecosistema. Ad aver fatto notare questo difetto è stato Walt Mossberg sul Wall Street Journal, che ha lamentato la notevole scarsità di applicazioni disponibili per il TouchPad. Una critica simile venne fatta anche per il Playbook, ma il dispositivo di RIM aveva e ha una parziale scusante: il sistema operativo utilizzato è completamente differente da quello presente nei BlackBerry, dunque le app andavano riscritte. Nel caso di webOS, il sistema è lo stesso sia per tablet, cioè TouchPad, che per smartphone, cioè Pre: perché non poter utilizzare le app per Pre anche su TouchPad, un po’ come si fa con le app per iPhone sull’iPad? Il difetto principale è sempre il solito, praticamente: la mancanza di un ecosistema efficiente sin dagli inizi. Apple ha avuto successo con l’iPad anche grazie al fatto di aver già preparato nei minimi dettagli l’ecosistema iPad+iOS+App Store prima del lancio. Partire con mesi di distacco rispetto all’iPad 2 e senza un ecosistema adeguato a supporto vuol dire non aver saputo sfruttare correttamente i mesi in più per perfezionare il tutto. E ciò rende quelle cose tecnicamente recuperabili come scritto più sopra praticamente molto più difficoltose da recuperare in breve tempo, perché si può avere anche il sistema operativo più raffinato del mondo, ma senza un ecosistema valido a supporto non si fa granché. iOS è la dimostrazione che si può essere vincenti pur non essendo perfetti ma presentando comunque un buon ecosistema. Al momento, gli unici ad aver recepito appieno la lezione sembrano quelli di Google, ma ci vorrà ancora del tempo affinché il migliorato ecosistema Android vada a regime.

Al TouchPad rimaneva comunque un vantaggio reale rispetto all’iPad: il supporto a Flash. Ebbene, nemmeno quello è salvabile. Sempre Ars Technica ha completamente stroncato le aspettative a riguardo, definendo le prestazioni di Flash sul TouchPad inaccettabili. Chiaro, non è per forza del tutto colpa di HP, in questo caso, ma di certo se Flash poteva costituire un vantaggio contro l’iPad con prestazioni scarse è un vantaggio puramente pubblicitario e non tecnico. Sulla batteria ci sono pensieri più contrastanti: alcuni hanno criticato la sua durata, mentre Josha Topolsky di This Is My Next sembra esserne rimasto piacevolmente sorpreso. Insomma, il TouchPad, almeno nella sua forma iniziale, non ha convinto granché. Il giudizio finale di Engadget a riguardo è davvero pungente: questo tablet ha fallito nel rispettare tutte le aspettative che vi erano state rivolte. Sicuramente fin troppo pungente, data la giovinezza del dispositivo, ma di certo mostra comunque del realismo: si dovranno correggere i difetti di gioventù prima di poter competere ad armi pari con l’iPad e alcuni di essi richiederanno tanto tempo, anche svariati mesi, prima di essere sistemati. Perciò, no, non sarà certamente al lancio, il 31 Luglio per quanto riguarda gli USA, che l’HP TouchPad potrà proporsi come reale concorrente dell’iPad 2. Un’altra occasione persa per aumentare sensibilmente la concorrenza nel settore, dunque. Chissà che almeno Amazon non riesca dove gli altri, almeno per il momento, non sono riusciti. Di certo, ancora per un bel po’ l’iPad 2 potrà dormire sonni tranquilli sul suo trono del regno dei tablet.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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