Il prezzo dei Mac non è l’effetto ma la causa

A seguito delle indiscrezioni che ipotizzano un nuovo prodotto della linea Mac entro la fine dell’anno, ci siamo divertiti ad immaginare l’iMac Air, un piccolo desktop all-in-one da 17″ che rinuncia alla potenza di calcolo estrema con CPU entry-level ma offre ottimi risultati grazie ai veloci dischi SSD. Il tutto ad un prezzo di 699€, Wireless Keyboard e Magic Trackpad inclusi.

applestore-aggiornato

Anche ipotizzando che gli analisti di Cupertino abbiano dati certi che mostrano un florido mercato per una macchina simile, mi spingo a dire che la “Apple di Jobs” (quella che ha da venire è ancora un mistero) non la realizzerebbe mai. Gira che ti rigira per avere un Mac completo si arriva sempre a spendere una cifra molto vicina alle mille euro, lo abbiamo dimostrato qualche giorno fa nella recensione del Mac mini 2011 che, anche nel modello base da 599€, aggiungendo 138€ di mouse e tastiera Apple e 200€ per un discreto monitor generico, si raggiunge più o meno il prezzo di 949€ dell’altro entry-level di Cupertino: il MacBook Air 11″ (recensione).

Partendo dalla lettura oggettiva di questa condizione attuale, mi interessa ragionare sulle possibili cause. Non possiamo sapere quali sono le politiche interne all’azienda, le dinamiche dei prezzi e le ragioni che spingono a realizzare un prodotto piuttosto che un altro, ma nessuno ci vieta di ipotizzare qualche teoria.

Di certo c’è da considerare la più classica delle affermazioni sui Mac che li vede costare più dei comuni PC. Per la verità c’è anche la scuola di pensiero contraria che nega questo assunto e si impegna a valorizzare i migliori materiali e componenti dei computer di Cupertino. Un osservatore scevro da influenze probabilmente noterà che entrambe le frasi sono vere. I Mac hanno prezzi più alti di un “PC” con hardware simile ma di contro offrono anche materiali, design e dettagli di classe superiore. Inoltre Apple è ben consapevole che il proprio OS e la famosa suite iLife offrono un notevole valore aggiunto, anche se questo non è quantificabile in modo esatto in $ è comunque una leva sapientemente sfruttata per alzare i prezzi. Il mercato dei computer SOHO sta dimostrando, proprio in questi giorni, di essere stato mal interpretato dalle altre big del settore. Basti pensare ad HP, primo costruttore in quanto a market share ma paradossalmente in piena crisi, al punto da arrivare a valutare la vendita della propria divisione personal computer. La guerra dei prezzi ha portato a marginalità veramente esigue che sono un bene per l’utente nel breve periodo ma rischiano di essere anche nocive a lungo termine, perché se l’azienda guadagna così poco da non poter più investire quanto dovrebbe in ricerca & sviluppo, risulta anche incapace di fare innovazione.

Nello stesso periodo Apple ha continuato a vendere bene il proprio hardware con notevoli incrementi anno su anno, riuscendo a proporlo con ricarichi superiori a quelli della concorrenza ma in modo credibile. Se un’altra azienda, come la HP di turno, decidesse di innalzare i propri prezzi mantenendo i medesimi prodotti otterrebbe solo una riduzione del proprio mercato. Quello che fa Apple è proporre soluzioni uniche e diverse a livello di design e ingegnerizzazione che, coadiuvate dall’ammirato sistema operativo e da una completa suite di applicazioni creative, offrono un contropartita che gli acquirenti continuano a giudicare valida. A rischio di ripescare un luogo comune, quante persone conoscete tra gli utenti Mac che non fanno altro che elogiare la semplicità di OS X, la sua stabilità e la minima manutenzione di cui necessità? Come dare un prezzo alla “serenità operativa”?

La mia impressione è che un computer con la mela non venga prezzato in base ad un formula simile a “costo+ricarico” (qui volutamente semplificata). Piuttosto che un effetto della produzione il prezzo di un Mac sembra essere parte integrante del progetto: quale hardware si può inserire per mantenersi entro questa soglia, fornire una buona esperienza d’uso e guadagnare tale cifra?

Per ritornare all’iMac Air di apertura, Apple non avrebbe nessuna difficoltà a realizzarlo ma siamo certi che voglia un computer desktop all-in-one in quella fascia di prezzo? Come per i migliori calciatori o cestisti dell’NBA l’ingaggio è diventato certificazione dello status quo da fuoriclasse, anche il prezzo dei Mac sembra legato ad uno specifico target sociale, più precisamente la middle class americana. Secondo il mio modesto parere un iMac Air sarebbe il computer perfetto per gli switcher e venderebbe tantissimo ma potrebbe anche minare la componente elitaria del brand che è il nucleo emozionale da cui muovono la maggior parte degli acquisti.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.