Spero nessuno si offenda per le opinioni espresse in questo post.
Il fatto che gestisca un blog particolarmente incentrato sul mondo Mac, lascia facilmente immaginare che io sia un fan sfegatato di tutto quello che riguarda Apple e Jobs. La realtà invece è che i Mac sono semplicemente alleati con cui condivido la pesante giornata lavorativa da qualche anno e, di conseguenza, ho accumulato un po’ di esperienza che mi piace condividere.
Chi segue questo blog da più tempo, sa bene che sono piuttosto restio ad usare frasi del tipo “Jobs dice”, così come a chiamarlo amichevolmente “Steve”. Diciamo che non apprezzo l’idolatria a nessun livello della sfera umana e tendo a considerare gli uomini (e le donne, sia chiaro) per quello che sono. Il valore professionale e l’impatto che alcune sue scelte hanno avuto ed avranno sull’informatica (e di conseguenza sul mondo contemporaneo) è indiscusso anche dai cosiddetti “critici”, eppure non ho mai pensato di impiegare il mio tempo per leggere un intero libro dedicato alla sua vita. Quel che so di Steve Jobs è frutto di letture sporadiche e casuali e, in parte, mistificato da quel film sui pirati della Silicon Valley che un po’ tutti hanno visto ma che ho preso fin dall’inizio con le pinze perché, si sa, i film propongono sempre visioni un po’ distorte.
Quasi per dovere di cronaca ho comunque deciso, come molti di voi, che acquisterò il libro con la biografia completa di Steve Jobs che dovrebbe uscire in Italia questa fine d’anno. Quando però ho saputo che il libro di HOEPLI dal titolo Steve Jobs L’uomo che inventato il futuro ha superato le 70.000 copie vendute, ha iniziato a incuriosirmi. Per vendere così tanto dovrà pure contenere qualcosa di interessante no?
Così, sfruttando anche il buon prezzo di Amazon l’ho comprato e ricevuto ieri. Molto stanco a fine giornata mi sono dedicato a lui per un po’, leggendo le prime cinquanta pagine. Queste possono essere riassunte con un unica frase: Steve Jobs è un visionario perfezionista che ha cambiato il mondo. Si susseguono storielle e accadimenti piuttosto noti continuando a ripetere all’infinito quanto sia geniale Jobs. Il risultato, per me, è di una noia pazzesca e arrivare a coniare termini come iLeadership mi fa veramente sorridere. Non fraintendetemi, questa non è una “recensione” sul libro, anche perché ne ho letto solo la prima parte, ma l’inizio mi ha sconfortato ed è di una banalità impressionante da cui si evince anche una mancanza di senso critico, probabilmente voluta al fine di enfatizzare ancor di più il personaggio. Sembrerebbe quasi che l’autore Jay Elliot, il quale ha lavorato fianco a fianco con Jobs per moltissimi anni, abbia un po’ cavalcato la fama del personaggio per tirar fuori un libro macina soldi.
Considerando comunque il volume di vendita, non mi stupirei se tra i nostri utenti vi siano tante altre persone che lo abbiamo acquistato e letto. Chiedo a loro se hanno avuto una impressione simile o se sono io che non andando molto d’accordo con l’idolatria, ho iniziato a leggerlo con l’occhio sbagliato.