Tablet si dice iPad, almeno finché non sarà una necessità

Si dice che il passato abbia sempre qualcosa da insegnarci. Eppure in alcuni casi, guardando alle nostre spalle, potremmo notare che la storia non è sempre uguale a se stessa. Prendiamo due esempi di prodotti vincenti molto diversi: iPod e Windows. Potreste sentire un brivido vedendo così vicini, addirittura messi sullo stesso piatto della bilancia, l’emblema del riscatto Apple ed il sistema operativo di Redmond, capace di rendersi famoso per la minacciosa BSoD. Ma sono proprie queste differenze ad insegnarci qualcosa, visto che entrambi sono riusciti comunque a monopolizzare il proprio mercato.

C’erano una volta i lettori MP3 portatili. Il primo si chiamava MPMan F10 e fu presentato nel 1998 al CeBIT. Dovettero passare altri 3 anni prima che Apple presentasse l’iPod, il 23 ottobre 2001. Il concetto di musica personale e portatile però, esisteva già molto tempo prima, riferendomi con questo non tanto al grosso stereo portato in spalla ma piuttosto al Walkman di Sony. In fondo è solo la tecnologia ad essere cambiata. La musica invece è eterna. È arte, scienza, società, costume, svago; e troverete molte persone disposte ad affermare che sia addirittura un’esigenza. Al di là di tutte le considerazioni possibili spero converrete che un lettore musicale da passeggio non si può considerare un bene di prima necessità. La sua funzione è semplice e diretta e se l’iPod è diventato il riferimento per tutto il settore, con un market share di circa l’80%, deve ringraziare in gran parte l’immediatezza del software ed il design. Si poteva e si può avere un lettore musicale a minor prezzo dell’iPod ma in fondo si tratta di uno strumento ricreativo e, in quanto tale, lo si sceglie anche per gusto o addirittura per moda.

C’erano una volta i primi computer. All’inizio erano solo per i pochi pionieri che ci capivano qualcosa. Nei primi periodi anche il personal computer era un oggetto destinato esclusivamente a tecnici ed hobbisti ma nelle aziende, iniziando dalle più grandi, diventò ben presto una costante. Quando la società acquisì la consapevolezza che l’informatica sarebbe stata sempre più determinante per la vita lavorativa i produttori erano già pronti con delle macchine più economiche in modo che anche una famiglia media potesse permettersele. Il mercato esplose letteralmente, nacquero molti altri produttori ed assemblatori e Microsoft, con il suo MS-DOS prima e con Windows dopo, fornì il sistema operativo per tutti i PC. Apple rimase nella sua nicchia a produrre hardware e software vendendo un prodotto finale con un notevole valore aggiunto ma che rimaneva più costoso. Il computer però, a differenza dell’iPod, divenne rapidamente un bene di prima necessità, specie in ambito lavorativo. Il fatto che quell’altro avesse grafica migliore o un tono di beige unico non era in fondo così determinante. Serviva portare a casa un risultato e se si poteva fare spendendo meno la scelta diventava quasi ovvia. Il boom dei PC equipaggiati con OS made in Redmond fu inarrestabile. A prescindere dal fatto che arrivò sempre temporalmente e qualitativamente secondo, sia con il DOS che con Windows, riuscì a soddisfare in modo migliore l’esigenza di quel mercato di necessità e partendo da questa base risultò vincente.

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C’erano un volta i primi tablet. Ingombranti e lenti rimasero per lungo tempo destinati solo ad alcuni specifici ambiti professionali. Poi arrivò l’iPad proponendo un concetto tutto nuovo di tablet che non scimmiottava più i computer desktop ma che, consapevole delle differenze del touch, si proponeva con un OS e con esperienza d’uso totalmente diversa. A seconda di chi snocciola le cifre Apple ha, a distanza di quasi due anni dalla sua presentazione, più o meno l’80% del mercato che essa stessa a contribuito a creare. Ma il tablet a mio avviso è ancora più simile ad un iPod che ad un PC, ovvero dovendo valutare le sue finalità direi che per la maggior parte è un oggetto ludico e solo marginalmente produttivo/lavorativo. Non che non esistano anche applicazioni in questo secondo ambito ma non è di certo considerabile un bene di prima necessità su larga scala. E il fatto che ci sia ancora moltissima gente che si chiede a cosa mai possa servire un tablet è piuttosto indicativo. La concorrenza c’è già e Android sembrerebbe avere gli stessi vantaggi che a suo tempo favorirono Windows, con una maggiore base di disponibilità su hardware multi produttore e a prezzo inferiore, con l’aggiunta che l’OS questa volta è gratuito, sia per i produttori che per i consumatori. Ma all’attuale stadio di evoluzione del prodotto “tablet” questo è più simile al “lettore musicale” che al “personal computer” dei precedenti esempi e la scelta è, ancora una volta, dettata in larga parte dal gusto e non dalla necessità. Semplicità, immediatezza e finanche l’appeal rientrano a pieno diritto tra i fattori decisionali. E finché le cose rimarranno così la concorrenza avrà un osso veramente duro da combattere. I risultati parlano chiaro:

  • HP lancia il suo TouchPad equipaggiato dal promettente WebOS appena ricevuto dall’acquisto di Palm. Ma le vendite sono minime e decide di ritirarlo e di abbandonare il progetto e il mercato.
  • Sharp ritira molti modelli di tablet della sua linea Galapagos, lasciandone in piedi solo uno (il 7″)
  • RIM ieri presenta dei pessimi risultati di vendita del suo PlayBook con un conseguente tonfo in borsa

C’è poco da fare, chiunque abbia capitali e risorse per entrare in questo mercato deve fare i conti con l’iPad e con la semplice ma ricca esperienza d’uso di iOS. L’obiettivo è conquistare il cuore prima che il cervello e se non ci si differenzia in qualche modo si finisce semplicemente per buttare milioni di $ nel cestino, cosa che in periodo di crisi globale diventa ancor più difficile da sopportare. E quando dico differenziare intendo proporre un punto di vista finalmente diverso, un po’ quello che ha fatto Nintendo presentando la Wii e spostando l’attenzione dalla pura potenza grafica all’esperienza di gioco.

Il mio parere è che finché il tablet continuerà ad essere un oggetto di svago prima che di necessità e produttività, Apple avrà vita facile con l’iPad e le aziende che le faranno concorrenza continueranno a raccogliere qua e là le briciole di questo fruttuoso mercato. Ma se in un prossimo futuro il tablet dovesse acquistare un ruolo centrale e determinante nella vita quotidiana, se le sue finalità ludiche lasciassero lentamente posto a tutta una serie di attività necessarie per il soggetto, siamo sicuri che Apple continuerebbe a detenere tale primato? Oppure in questo ipotetico futuro, quando ad esempio si dovrà scegliere quale tablet comprare ai propri figli per andare a scuola, la scelta ricadrà sul modello più economico a parità di funzioni?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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