C’è crisi e si acquista con più attenzione. Va a finire che si compra un Mac

Domenica parlavo con un avvocato il quale ha la necessità di mettere un po’ d’ordine nella propria rete aziendale. Non ha Mac ma dopo aver provato ed essersi innamorato dell’iPhone di recente ha acquistato anche un iPad. Il prossimo passo? Acquistare il suo primo Mac nella speranza di trovare lo stesso piacere d’uso offerto dagli iDevices e dimenticare Windows una volta per tutte.

Come chiunque di noi ha avuto modo di verificare, il percorso da l’iPhone a Mac è tutto discesa. È quasi come se questo rappresentasse il primo passo di avvicinamento ad un “mondo parallelo” di cui si è sempre sentito parlare ma che al tempo stesso si teme. Non è una questione di capacità ma semplicemente di abitudine e produttività. Ancora oggi molta gente esclude a priori i Mac perché usano Office o non vogliono buttare la stampante (come se non funzionasse…). In fondo è normale, non si può biasimare nessuno di quelli che pensano che Windows sia “il computer” se dal ’90 ad oggi tutti quelli che ha acquistato si sono avviati mostrando lo stesso logo con la finestrella colorata.

Già in passato Apple aveva sfruttato un prodotto per ammaliare gli utenti Windows: l’iPod. Negli anni successivi al 2001 ci fu un incremento di vendite dei Mac dovuto proprio lui. Jobs sapeva bene che sarebbe stato così e per questo spinse per puntare sul piccolo player musicale tutti i soldi stanziati per il marketing dei Mac di quegli anni. E il risultato fu eccezionale.

Ieri abbiamo parlato delle ottime performance di vendita dei Mac che hanno spinto Apple al quinto posto tra i produttori di computer. Sappiamo bene che in larga parte questi risultati sono merito degli iDevices ed ovviamente lo sanno anche a Cupertino. Ed è anche per questo che OS X Lion punta verso il family feeling di iOS e non il contrario.

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Altro dato interessante è quello che vede il MacBook Air in testa alla preferenze: con il 28% del mercato interno è il Mac più venduto. Non c’è da stupirsi che in Apple ci siano da tempo prototipi del piccoletto nel maxi-taglio da 15″, anche al fine di testarne la validità. Un po’ meno concreta è la possibilità ventilata da Digitimes secondo cui la fase del prototipo sarebbe già stata ampiamente superata e l’Air 15″ in spedizione nel mese di novembre. Ma la speranza è l’ultima a morire e c’è sempre sete di novità da queste parti.

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Molti pensano che Apple stia abbandonando il settore computer per dedicarsi all’elettronica di consumo. In verità io credo che il discorso da fare sia più profondo e tocca da vicino l’intera società. Ormai il concetto di computer del tipo “postazione da lavoro” non si adatta all’uso personale e/o casalingo ed è sempre più ghettizzato all’interno degli uffici. E anche qui Apple mette un iPad dove possibile, come ha fatto nel Genius Bar. Il settore consumer è sempre più coincidente con il mobile ed il distacco dall’informatica vecchia scuola diventa ogni anno più netto. Siamo seduti su un punto cruciale della storia, proprio come accadde nel ’76 quando si delineò per la prima volta la possibilità che i calcolatori potessero diventare un prodotto per tutti: il personal computer. Apple fu in prima linea in quel caso per merito del geniale Woz e pare proprio che voglia fare la stessa cosa anche oggi. D’altronde anche se per lunghi anni è stata il punto di riferimento del settore Pro Audio/Video/Foto la sua più profonda vocazione è stata sempre quella di arrivare alla massa con prodotti semplici e unici. È quasi un ritorno alle origini se vogliamo.

Vi lascio con un’ultima riflessione fugace. Sentivo ieri su Radio 24 che una recente indagine ha evidenziato come la crisi economica abbia portato la gente a passare più tempo nei supermercati. Ma non perché vuole e può spendere di più, semplicemente per fare una scelta migliore, valutando prezzi e prodotti con più attenzione. E se ci si ferma a pensare al momento dell’acquisto di un computer considerandolo alla stregua di un investimento, è facile che si finisca a spendere qualcosa in più in cambio di un prodotto che offra maggiori garanzie di durabilità e tenuta del valore nel tempo. Può essere che questa maggiore attenzione sulla qualità dei consumi sia in parte responsabile dei maggiori acquisti di Mac?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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