La Apple di Cook: più umana, ma anche più commerciale

Due mesi di Tim Cook alla guida di Apple, tempo di alcune prime considerazioni. Naturalmente è un lasso di tempo ancora troppo limitato per poterlo valutare compiutamente, ma già inizia a essere sufficiente per capire le differenze che contraddistingueranno la sua gestione rispetto a quella di Jobs. A dare spunto di analisi è il Wall Street Journal (articolo segnalato da Macrumors).

Tra i primi cambiamenti operati da Cook, vi è un rapporto più umano con clienti e dipendenti. Per i primi, già era emerso qualche cambiamento nei primissimi giorni di gestione. A quanto pare, non è stato un exploit temporaneo: il calmo Tim incoraggia i dipendenti Apple, soprattutto quelli della parte esecutiva come Forstall, Schiller, Bob Mansfield e Eddy Cue, ad avere un rapporto più diretto con la clientela. Più in generale, Cook sembra aver portato una maggior tranquillità nell’ambiente lavorativo di Cupertino, dove negli anni Jobs si era comportato molto bene a livello di gestione, ma rivelandosi un po’ un padre-padrone, trattando spesso i dipendenti con durezza, come emerge dalla biografia. Le email del nuovo CEO sono frequenti e danno l’enfasi al lavoro di squadra e non a quelle dei singoli componenti: l’inizio di queste comunicazioni è infatti sempre lo stesso, “Team”.

L’impronta più mite di Cook si mostra anche nei nuovi piani per il sociale, che incoraggiano i dipendenti Apple ad effettuare donazioni in beneficenza, riportando l’azienda a essere un po’ più attiva sul no-profit. Anche qui emergono differenze con Steve, il quale effettuava beneficenza, ma solo in privato e senza mai coinvolgere direttamente Apple. Ad ogni modo, è un passo ancora lontano rispetto ad altre aziende in cui esistono interi reparti dedicati al no-profit, come in Microsoft e HP, ad esempio. Dove c’è ancor più impegno da parte di Cook è nel settore educational, dove ha deciso di potenziare la presenza di Apple dando compiti specifici alle divisioni deputate al marketing e alle vendite, rimuovendo però al contempo la divisione dedicata al settore dell’educazione, ora più profondamente integrata all’interno dell’azienda.

Accanto a questi aspetti più umani, però, vi sono anche quelli più commerciali. Del resto, il background di Cook è proprio amministrativo. In particolare, il nuovo CEO si sta occupando di aspetti sia interni sia esterni di cui Jobs, più attento alla realizzazione dei prodotti che all’amministrazione, non si era mai occupato pienamente. In particolare, sta piano piano riorganizzando l’intera Apple e le gerarchie interne, ponendo invece per le questioni esterne, ossia di vendite, una maggiore attenzione su piani promozionali per i prodotti. Potrebbe non stupire, dunque, se in futuro si vedrà qualche sconticino in più di tanto in tanto: farebbe parte della nuova impronta più commerciale di Cook.

Più umana, ma anche più commerciale. Ciò comporta sicuramente cambiamenti nella percezione di Apple, sia interna che esterna. Una percezione, almeno per ora, positiva: in questi primi mesi di operato, in fondo, sta proseguendo quanto lasciato da Jobs. Solo in futuro, con il prossimo iPad e altri prodotti, tra cui il tanto chiaccherato televisore, si vedrà maggiormente la condotta di Cook. Alcune preoccupazioni derivano dalla mancanza di una vision come quella di Steve: come è scritto nella stessa biografia, Jobs dubitava che Cook riesca a focalizzarsi sul prodotto come ha fatto lui. Per quello, però, non c’è problema: la squadra che affianca Tim è di alto livello, con gente come Johnathan Ive che ha molto in comune con la vision di Jobs e può proseguire dunque quanto fatto sinora. Gli altri uomini chiave, come Schiller e Forstall, deputati a trasformare le visioni in realtà sono poi rimasti tutti, dunque la maggior pragmaticità e la minor immaginazione di Cook è ampiamente compensata da un team collaudato e capace. A lui tocca, naturalmente, il “piacere della guida”, con le responsabilità che ne conseguono. Ad ogni modo, Tim Cook merita sicuramente fiducia, è un buon amministratore, conosce Apple nel più profondo e sa il fatto suo nel capitanare l’azienda. Se poi, assieme alla fiducia, arriveranno buoni risultati e anche una Apple più aperta ci saranno vantaggi per tutti, anche per i clienti.

Immagine proveniente da Apple.com.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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