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Dopo qualche anno di fotografia reflex analogica sono approdato per la prima volta al digitale con una bridge. Inizialmente apprezzavo questo genere di prodotti perché non potevo permettermi una reflex digitale di buon livello ma ero troppo abituato a quella struttura ed ai controlli manuali. Con queste ho potuto sperimentare la comodità degli obiettivi super-zoom e la praticità ed economicità del JPG. A quei tempi associavo il concetto di bridge (ponte) al punto di passaggio posto tra analogico e digitale, tra compatta e reflex.

In pochi anni, grazie principalmente ai progressi dell’elettronica, l’offerta fotografica digitale si è evoluta in modo incredibile e con la nascita delle Compatte a Sistema (CSC) e delle Micro Quattro Terzi, lo spazio per le bridge si è ridotto in modo drastico. Dopotutto a fronte di un zoom con millemila ingrandimenti la qualità delle immagini non è migliore di quella della compatte medie mentre il prezzo si avvicina a quello delle Micro Quattro Terzi che, con un sensore molto più ampio, offrono una resa fotografica di livello ampiamente superiore. Sarò sincero: è difficile trovare oggigiorno dei motivi validi per acquistare una bridge di alta gamma. Di certo non valgono più le riflessioni originarie dal momento che con la stessa cifra richiesta per una Canon SX40 HS si compra una Panasonic G2 (recensione) che occupa più o meno lo stesso spazio ma scatta foto migliori ed offre, tra le altre cose, la possibilità del cambio di ottica.

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Le bridge non rappresentano più l’unico punto di passaggio tra compatte e reflex e, soprattutto, non il migliore. Dove invece hanno acquistato vantaggio competitivo è nel settore del video amatoriale. Possiedono obiettivi sufficientemente lunghi da fare invidia alle videocamere e sono anche dotate di buona stabilizzazione (quasi sempre ottica). Da qualche tempo registrano in qualità HD e FullHD e con i display orientabili e la praticità della memorie SD hanno praticamente sostituito le videocamere amatoriali. E fanno anche le foto…

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Caratteristiche principali
La SX40 HS è stata presentata a settembre del 2011, esattamente un anno dopo la SX30 IS, ed offre una risoluzione inferiore passando da 14 a 12 megapixel. In verità questo piacevole trend è ormai una prassi consolidata: sembra che i produttori abbiano capito che non bastano i numeri per convincere il mercato. Probabilmente è anche merito di una presa di consapevolezza dei consumatori che hanno imparato a capire che tenendo un po’ più bassa la risoluzione si riesce a gestire meglio il rapporto luce/sensore ottenendo immagini meno disturbate. Il CCD è stato sostituito con un CMOS retroilluminato e la gamma di sensibilità estesa fino a 3200 ISO. Le immagini possono essere scattate solo in formato JPG – purtroppo – ed il nuovo processore DIGIC 5 è capace di gestire ben 10fps che confrontati agli 0,6fps della SX30 rappresentano forse il più significativo step-forward del prodotto. L’ottica rimane un ampio 24-840mm con apertura da f/2.7 a f/5.8 ed un efficiente sistema di stabilizzazione che raggiunge i 4,5 stop di guadagno.

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Display ed EVF
Lo schermo è articolato ed incernierato sul lato sinistro per maggiore praticità, consentendo anche l’autoripresa. Rimane invariato rispetto a quello della SX30 ed è un peccato non tanto per la diagonale di 2,7″ (seppure ormai i 3″ siano uno standard) quanto per la risoluzione di 230.000 punti. Svolge in modo decoroso le sue mansioni ma sarebbe stato apprezzabile un miglioramento su questo fronte vista la collocazione del prodotto in fascia alta. Purtroppo anche il mirino, chiaramente elettronico, non se la cava meglio. Questo riproduce esattamente il contenuto del display e per attivarlo si deve premere il tasto DISP. sul retro non essendoci un sensore di prossimità ad effettuare il passaggio automatico. Sicuramente la maggior parte dell’operatività avverrà tramite display ma, quando necessario, il mirino mostrerà tutti i suoi limiti in quanto a risoluzione e dimensione. Mi sarei aspettato molto di più, specie con la concorrenza che ormai produce degli EVF di alto profilo. Cercherò di non ripeterlo troppo durante la recensione ma considerate sempre che la Panasonic G2, che pur essendo diversa per natura ha lo stesso prezzo e quindi prendo a confronto, ha un mirino di diagonale più o meno doppia.

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Corpo ed ergonomia
Il corpo, interamente in plastica, è ben assemblato e presenta una impugnatura sufficientemente pronunciata. È piuttosto leggera con i suoi 600gr ed anche relativamente compatta: 123 x 92 x 108 mm. La voluminosa ottica è la parte più pronunciata sul davanti mentre sul retro sporge un po’ il mirino. Sicuramente non è tascabile ma si trasporta piuttosto facilmente in borsa e l’ergonomia è quella che ci si aspetta da una bridge, per cui piuttosto valida e stabile.

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Visto il peso e la dimensione il bilanciamento è buono e si riesce ad usare facilmente anche una sola mano. Sul retro si trova un’ampia e comoda scanalatura antiscivolo che ospita il pollice senza rischiare di attivare inavvertitamente altre funzioni o pulsanti.

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La modalità operativa è molto chiara fin dal primo istante e chiunque abbia un po’ di dimestichezza con il mezzo fotografico si troverà immediatamente a suo agio. L’unica ghiera per i parametri si trova sul retro ed è intorno al pad direzionale che include le 4 classiche scorciatoie per: compensazione dell’esposizione, sensibilità ISO, autoscatto e modalità AF (macro, automatico, manuale). Al centro, tramite FUNC, si attiva il menu rapido per le impostazioni di scatto, le quali appaiono in sovraimpressione lateralmente, aprendosi a tendina. Il tasto DISP. alterna le varie combinazioni di visualizzazione nel display e nel mirino, mentre con quello MENU si accede alle impostazioni generali. In grande evidenza il tasto dedicato alla registrazione video, attivabile in qualsiasi momento. Particolare attenzione è dedicata alla messa a fuoco con la possibilità di attivare l’ingrandimento dell’area interessata ed un tasto di lato che permette di modificare rapidamente il punto AF. Più in cima, sulla destra, si nota l’originale tasto Zoom Framing Assist. La funzione, introdotta con la SX30, ritrae temporaneamente l’obiettivo con rapidità, aiutando a localizzare il soggetto da mettere a fuoco quando si usa lo zoom esteso.

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Il piccolo tasto on/off si trova nella zone superiore, dove vi è anche la ghiera dei modi. Qui si notano i classici PASM oltre a due posizioni personalizzabili dall’utente (C1 e C2). Non mancano le classiche scene, gli effetti, una modalità dedicata al video e lo SmartAuto di nuova generazione, che regola le impostazioni in base al rilevamento della scena inquadrata. Più avanzato il pulsante di scatto a doppia corsa al cui esterno, concentrica, si trova l’attivazione per lo zoom. Come di consuetudine il selettore è sensibile alla pressione muovendo l’ottica delicatamente o velocemente in base alle necessità.

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L’ottica e il video
L’obiettivo fornisce un ingrandimento ottico di ben 35x, che corrisponde ad un range di focali equivalenti al 24-840mm. Si ottiene dunque un valido grandangolo ed una estensione in super tele difficilmente raggiungibile con sensori più grandi se non con cospicui investimenti e dimensioni importanti. La stabilizzazione ottica secondo Canon permette un guadagno di 4,5 stop ed effettivamente la risposta è molto valida. Si riescono ad effettuare riprese anche ad 840mm piuttosto ferme se si possiede buona stabilità. E questo video ne è la prova:

Ai due estremi focali si perde parecchia definizione con apertura massima, specie lungo i bordi, ma per il resto l’ottica rende discretamente bene, diciamo in linea con la tipologia di prodotto. In grandangolo è pronunciata la distorsione a barilotto ed all’estremo tele si nota un po’ di cuscinetto (ma non troppo evidente). Dopotutto sono difetti trascurabili se si considera l’incredibile escursione focale che consente di avvicinare soggetti veramente molto distanti.

zoom

Con il video FullHD a 24fps, il display snodabile e questa lunghissima ottica stabilizzata, la vocazione da videocamera è piuttosto evidente. Purtroppo il movimento di zoom è silenzioso ma non abbastanza da non essere catturato nella registrazione, cosa piuttosto evidente anche nel breve video qui sopra pubblicato. La messa a fuoco automatica ha una buona reattività da non infastidire troppo nella cattura di filmati con i “fuori fuoco” e le sue pecche si evidenziano esclusivamente con scarsa luminosità ed alla massima escursione focale, dove capita di vederla un po’ in tilt. Tutto sommato i risultati sono piuttosto soddisfacenti e con un po’ di destrezza si riescono a mettere a fuoco anche soggetti piuttosto… sfuggenti.

840mm

Alta Sensibilità
Con un range ISO fino a 3200 ed un’ottica veloce in grandangolo, la Canon SX40 HS si propone come una buona compagnia anche in condizioni di luce non troppo favorevoli. Purtroppo non è possibile salvare in formato RAW e questo significa che si deve sottostare al processo di riduzione del rumore che, come di consuetudine, tralascia qualche dettaglio di troppo in favore di una maggiore pulizia.

Tenendo sempre a mente la tipologia di prodotto ed il suo utente tipo, i risultati sono comunque validi. Non molte compatte con sensore da 1/2,3″ si comportano così bene come evidenziano questi crop al 100% in studio.

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Drive, Metering, Bilanciamento del bianco
Come già anticipato il nuovo DIGIC 5 permette una raffica da 10fps a piena risoluzione. Benissimo, se non fosse per il buffer che si riempie dopo i primi 8. In tutti i casi il risultato è interessante, principalmente per congelare il momento con più flessibilità e selezionare lo scatto migliore successivamente. Ho trovato molto valido il metering che ha risolto bene anche condizioni difficili in modalità del tutto automatica:

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Ancora più interessante è il nuovo bilanciamento del bianco multiarea. In tutte le fasi di test mi sono imposto di usarlo in automatico ottenendo risultati ottimi. Non avendo il salvataggio in RAW il punto di bianco viene fissato nei JPG e le successive variazioni possono portare a degradazione della qualità d’immagine (a meno che dopo l’apertura non si salvi e conservi un formato lossless come il TIFF). Per questo motivo è sempre consigliabile scegliere manualmente li bilanciamento più adatto alla condizione ambientale evitando successive modifiche. Sicuramente in alcuni casi avrei ottenuto risultati migliori in questo modo (la foto a sinistra è troppo fredda) ma l’utente più pigro non avrà brutte sorprese usando l’automatico.

Batteria, Memoria e Collegamenti
L’alloggiamento per la batteria è in basso, condiviso insieme a quello per la scheda di memoria di tipo Secure Digital. La durata dichiarata è di 380 scatti in standard CIPA ma per la verità io mi sono fermato appena dopo i 300, risultato comunque accettabile. Sulla destra si trovano l’uscita HDMI e quella USB per il collegamento al computer.

Il flash integrato ha un numero guida 7 e la sua implementazione è originale in quanto non si solleva automaticamente. Quella che potrebbe ad alcuni apparire come una mancanza è secondo me una soluzione ottimale in quanto si evita che parta da solo il flash costringendoci ad entrare nei menu per disattivarlo. Problema molto frequente nelle modalità automatiche. In questo modo, invece, quando serve si solleva con una o due dita (ci sono delle sporgenze a cui ci si aggancia facilmente) e si ottiene maggiore controllo. Il tasto laterale con l’icona del flash si libera della classica funzione di apertura e può così assumere il ruolo di gestione delle opzioni. Interessante anche la possibilità di collegare flash esterni della famiglia Speedlite EX.

flash

voto 3,5Conclusioni
Ho iniziato a testare la Canon SX40 HS essendo un po’ prevenuto verso questo genere di prodotti. Come ho già anticipato il mercato offre oggi tante soluzioni alternative per chi vuole avere il look&feel delle reflex senza spendere troppo e le bridge rimangono interessanti quasi esclusivamente per il lungo zoom (che sottolinea la vocazione da videocamera). Al di là di tutto la SX40 ha numerose frecce al suo arco, seppur bilanciate da qualche controindicazione di troppo. Dipende tutto dall’utilizzatore e Canon sembra aver ritagliato questo prodotto per l’utente consumer che cerca una foto/videocamera semplice, divertente e all-in-one. Detto questo però, scavando più in profondità, l’utente esigente noterà l’assenza dei file RAW, il pessimo mirino, il display migliorabile… ma soprattutto ci si potrebbe soffermare su un’altra considerazione: cosa posso comprare con lo stesso prezzo?

Costi
Se la Canon SX40 HS costasse 70/80€ in meno le avrei dato 5 stelle. Il problema però non è il suo prezzo, che pur essendo elevato è in linea con la classe e categoria di mercato, ma piuttosto che con la stessa cifra (anzi, qualcosa in meno) si può prendere una Panasonic G2 (recensione). Sia ben chiaro che sono prodotti differenti essendo questa una Micro Quattro Terzi con ottiche intercambiabili. In effetti non è per nulla scontato che chi mi legge abbia veramente necessità di una migliore qualità d’immagine e magari preferisce il prodotto tutto integrato come la SX40 e, in questo caso, è sicuramente una delle migliori scelte, specie per chi “spara” sempre in automatico. Sento però che non farei bene il lavoro di “SaggiaMente” se non vi mettessi quanto meno la pulce nell’orecchio di considerare alternative qualitativamente migliori come la G2 citata, oppure altre CSC della serie NEX di Sony (le prime versioni si trovano a poco) o NX di Samsung (entrambe con sensore APS-C, “da reflex”). Per tornare all’esempio della G2, un rapidissimo confronto vedrebbe la SX40 vincere per lo zoom e per il FullHD ma entrando nel mondo Micro Quattro Terzi si avrebbe una qualità fotografica migliore (con possibilità di salvataggio in RAW), un vasto parco ottiche di qualità (il 20mm f/1.7 è uno spettacolo), registrazione video in HD ma di qualità eccellente, mirino veramente molto più ampio, migliore qualità costruttiva e controlli… e la dimensione? Riguardate la foto iniziale e vedrete che sono quasi sovrapponibili con l’ottica in kit standard. E se in futuro si dovesse decidere di prendere anche la nuova ottica collassabile serie X 14-42, la palma di più compatta passerebbe alla G2. Ricapitolando, la SX40 è un prodotto a tutto tondo e piuttosto valido in ogni aspetto per l’utilizzatore occasionale ma se volete che queste 380€ siano un investimento, forse sarebbe meglio puntare altrove. Su Amazon.it, nel momento in cui scrivo, si trova a 399€ ma qualche giorno fa era venduta a circa 380€ spedizione inclusa. Questo secondo prezzo è più vicino al suo reale valore di mercato e con le classiche oscillazioni potrebbe ritornare a breve.

PRO
ico.piu.png Ottica molto versatile, dal grandangolo (24mm) al super tele molto spinto (840mm)
ico.piu.png Stabilizzazione efficiente e con diverse modalità operative (cavalletto, panorama, ecc..)
ico.piu.png Resa ad alti ISO buona per la categoria
ico.piu.png Veloce raffica da 10fps
ico.piu.png Messa a fuoco flessibile e piuttosto rapida
ico.piu.png Bilanciamento del bianco efficiente
ico.piu.png Metering quasi sempre molto preciso nel valutare le scene
ico.piu.png Possibilità di collegare flash esterni
ico.piu.png Numerosi effetti creativi a disposizione
ico.piu.png Disposizione dei tasti e dei comandi comprensibile

CONTRO
Pro Display con solo 230.000 punti
Pro Mirino troppo piccolo e senza sensore di prossimità (passaggio manuale)
Pro Il buffer si riempie dopo 8 scatti in raffica
Pro Manca la possibilità di salvare in RAW
Pro Il rumore dello zoom viene catturato nella registrazione video
Pro Costa troppo e fa pensare alle alternative

DA CONSIDERARE
Pro Il Flash con apertura manuale è una buona soluzione per chi preferisce avere più controllo

QUALCHE FOTO DI PROVA

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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