Il futuro televisore Apple, tra entusiasmi (Sculley) e scetticismi (Samsung)

Il televisore Apple. Oggetto di rumors, indiscrezioni e chi più ne ha più ne metta ormai da oltre un anno almeno, con intensificazione dopo la morte di Steve Jobs e dopo le ormai famose dichiarazioni riportate da Isaacson in uno dei suoi colloqui con l’iCEO a riguardo, in cui Jobs diceva come fosse riuscito finalmente a ottenere la visione perfetta di come volesse che fosse un televisore fatto dall’azienda di Cupertino. E anche al CES 2012 sembra che questo prodotto-non prodotto abbia lasciato il segno: vari siti hanno riportato come il televisore Apple rappresentasse per le dirette concorrenti un “elefante nella stanza”, un modo di dire americano per indicare qualcosa che si vorrebbe ignorare ma che incombe come una grande minaccia. Alcune hanno cercato di giocare in anticipo sul piano multimediale, vedasi Lenovo col suo LeTV con processore dual-core e Ice Cream Sandwich o Samsung che ha introdotto novità nella Smart TV come la webcam integrata per le videochiamate. Altre hanno preferito puntare su tecnologie emergenti piuttosto che sull’interattività, come Sony col prototipo del Crystal LED o LG col primo televisore 3D senza occhialini. Difficile però dire che queste mosse siano, parzialmente o completamente, correlate ad Apple: finché l’azienda non svelerà, ammesso che lo farà, il prodotto, non si potrà sapere se i concorrenti hanno fatto bene a muoversi rapidamente oppure sbagliato strategia.

Concept di Macrumors.

Nel frattempo, il televisore designed in California inizia a formare le classiche schiere di entusiasti e di scettici, come quasi sempre accade a un nuovo dispositivo ancor prima del rilascio. Tra gli entusiasti vi è un esponente di tutto rispetto, anche se Jobs non la penserebbe allo stesso modo: si tratta di John Sculley, colui che nel 1985 lo mandò via da Apple. Durante una intervista alla BBC, riportata da 9 to 5 Mac, l’ex-CEO ha espresso un giudizio molto deciso riguardo a chi potrà rivoluzionare il settore televisivo:

Io penso che Apple ha rivoluzionato qualsiasi altro settore consumer, perché non la televisione? Trovo che i televisori siano complessi oltre il necessario. L’ironia del tutto è che mentre le immagini migliorano sempre più di qualità ed aumenta la scelta di contenuti, tale complessità nell’esperienza d’uso dei televisori aumenta di pari passo. Questo è esattamente il tipo di problema per il quale se c’è qualcuno in grado di cambiare l’esperienza sin dalle basi, quel qualcuno è Apple.

Parole piuttosto incoraggianti da parte di Sculley, che continua a vedere nell’azienda del dopo-Jobs ancora un ampio potenziale innovativo. Del resto, gli uomini per continuare a realizzare grandi prodotti ci sono tutti, soprattutto il neo-cavaliere dell’Impero Britannico Jonathan Ive, che per quanto riguarda il design e la filosofia dietro alla progettazione dei prodotti è colui che più di tutti può proseguire il percorso tracciato da Steve. Non tutti però sono dello stesso parere di Sculley, in particolare quella che probabilmente sarà la più grande rivale di Apple anche in questo settore: Samsung. Come riporta Cult Of Mac, l’azienda coreana si mostra tutt’altro che preoccupata. Philip Newton, direttore del settore audio/video per Samsung Australia, si esprime così a riguardo:

Non li vediamo come una minaccia, nello specifico. Probabilmente avremo dei concorrenti che ne potrebbero soffrire di più. La vediamo come una grande opportunità, più grandi nomi entrano nel settore delle “smart TV” più noi possiamo distinguerci come marchio leader perché sappiamo di poterlo essere. Quando Steve Jobs ha detto di esserci riuscito (a trovare il modo di creare un televisore Apple semplice da utilizzare, ndr), parlava della connettività, che offriamo in ciò che c’è sul mercato già da 12 mesi, non è nulla di nuovo, era nuovo per loro perché non erano del settore. È già roba del passato per quanto riguarda i player tradizionali del settore, abbiamo espanso il tutto con cose come il controllo vocale e il touch; i telecomandi per queste TV hanno un touchpad.

Bisogna dar loro ragione sul fatto che la connettività è ormai un punto chiave delle “smart TV” e che loro sono sul pezzo già da tempo, continuando a offrire prodotti sempre più ricchi di funzionalità. Tuttavia, questo scetticismo sa in parte anche di pretattica: Samsung sa che Apple non crea mercati, ma li trasforma e li stravolge. È avvenuto con i lettori MP3 e l’iPod, è avvenuto con gli smartphone e l’iPhone, è avvenuto con i tablet e l’iPad. Troppo semplice liquidare la cosa come “too little, too late”, troppo poco, troppo tardi, avendo ben poche informazioni riguardo al televisore Apple e guardando ai case history di successo citati poco fa. Dichiarazioni del genere, in questo contesto, potrebbero anche essere intese come segnali di timore, non tanto per la posizione nelle vendite di Samsung, che difficilmente l’azienda di Cupertino potrà impensierire seriamente, quanto per quella di brand leader nell’innovazione del settore. Solo  il tempo saprà dirci anche se Sculley ha fatto bene a indicare Apple come la via maestra per la rivoluzione della TV oppure se Samsung ha avuto ragione nel liquidare il tutto come poca cosa. Nel frattempo, meglio stare in una posizione più neutra ed attendista.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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