La bancarotta Kodak: un mito del passato messo in crisi dal presente digitale

Le voci circolavano già da tempo, e i segnali non erano incoraggianti. Nelle scorse ore è arrivata la conferma: Kodak ha ufficializzato la bancarotta, appellandosi al famoso Chapter 11, che non è il fallimento come si dice da più parti ma una situazione molto simile all’amministrazione controllata, ormai abrogata in Italia da alcuni anni.

La storia di Kodak è lunghissima: ben 120 anni di attività, esattamente dal 1892, iniziando col nome di Eastman Kodak. Tra i pionieri della fotografia, la Kodak si è affermata grazie alle macchine fotografiche e soprattutto ai suoi rullini, in particolare il famoso Kodachrome che solo nel 2010 ha ceduto lo scettro alle fotocamere digitali.

Già, il digitale. Innegabilmente è stato ciò che più ha fatto male a Kodak, così come anche all’altra storica azienda del settore, la Polaroid, meglio messa ma comunque lontanissima dai fasti di un tempo. Lo sviluppo incessante delle tecnologie digitali, su cui ironia della sorte proprio Kodak, grazie al prototipo di un suo ingegnere, negli anni ’70 dette un notevole contributo, e l’abbattimento dei costi di fotocamere e stampanti ha reso la pellicola un prodotto sempre più di nicchia, per i puristi che preferiscono ancora la qualità e la fedeltà dei colori che l’analogico può dare. Negli ultimi anni l’azienda ha cercato di rinnovarsi, puntando sulle fotocamere digitali e sulle stampanti fotografiche, ma non è bastato: i nuovi prodotti non sono stati capaci di lasciare il segno come in passato, superati spesso e volentieri da quelli di marche come Samsung, Sony e altre ancora. L’ascesa degli smartphone, che in certi casi possono anche sopperire a una compatta, ha poi dato un ulteriore scossone all’ormai debole Kodak.

Al 30 settembre 2011 il bilancio era gravissimo: quasi 7 miliardi di $ di debiti e poco più di 5 di asset. Il destino e la richiesta della protezione sotto il Chapter 11 è stata inevitabile. Così come inevitabile è il concentrarsi perlopiù sulle battaglie di brevetti, di cui una in corso con Apple, le uniche che possono garantire liquidità rapida in caso di successo. Come scritto a inizio articolo, il Chapter 11 non è necessariamente il preludio al fallimento: ci saranno tagli pesanti, sia come asset fisici che come personale, per un buon periodo non si vedranno grandi novità da Kodak (anche se qualche prodotto è stato presentato al CES 2012, dunque appena pochi giorni fa), ma l’amministrazione sotto il controllo e la tutela degli enti federali può alleggerire e ricostruire l’azienda, in modo da rilanciarsi nel settore. Kodak conta di completare una ristrutturazione dei suoi business, in particolare quelli statunitensi, entro il 2013. Ne uscirà definitivamente da questa crisi? Non lo si può sapere, e per il momento non possiamo altro che fare a Kodak i nostri migliori auguri per superare il periodo alquanto difficile.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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