Recensione: Nikon P7100 la compatta per fotografi esigenti

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Qualche giorno fa ci siamo interrogati sul futuro delle fotocamere appartenenti al settore delle compatte prosumer. Abbiamo concluso che con l’avanzare dei sistemi EVIL, sempre più economici e compatti e dalle qualità nettamente superiori, le fotocamere con sensori minori di un pollice non avranno vita semplice, in particolare quelle che, in virtù di corpi ben strutturati e ricchi di controlli manuali, finiscono per costare quasi quanto una reflex entry-level. Guardando al presente ci sono alcuni modelli che propongono un buon equilibrio di qualità e prezzo in corpi così compatti da risultare una decisa alternativa alle reflex per chi richieda leggerezza e trasportabilità. Probabilmente uno dei migliori esempi del 2011 è stata la Olympus XZ-1, con ottica luminosa, controlli completi ed un sensore efficiente, ma soprattutto ben più tascabile delle teste di serie Canon G12 e Nikon P7100. Queste ultime, molto simili nell’aspetto e nei contenuti, appaiono più conservative per forma e funzioni e la presenza del mirino ottico ne è chiara manifestazione.

In questo settore Nikon è arrivata in ritardo rispetto Canon, che con la sua G ha siglato ben 12 successi, ma è riuscita velocemente a colmare la distanza attingendo a piene mani dall’esperienza della rivale, realizzando dei modelli praticamente identici. La P7000 non è stata in grado di rivaleggiare efficacemente con la contemporanea G12, tra le altre cose per una velocità operativa inadeguata, ma, a distanza di un anno e prima di una ipotetica G13, la P7100 è andata a perfezionare il precedente modello, concretizzandosi come la prima fotocamera della serie Pxxxx veramente riuscita sotto ogni aspetto.

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Caratteristiche primarie
Esteriormente quasi immutata, aggiunge alcuni dettagli particolarmente significativi, come lo schermo inclinabile (solo verticalmente), una impugnatura più rastremata che lascia posto ad una seconda ghiera di controllo (disposta sul fronte) ed un ulteriore tasto funzione personalizzabile. All’interno poche variazioni di rilievo ma la garanzia di un netto miglioramento nella velocità di ogni singolo aspetto, dalla messa a fuoco allo scatto, ma anche nella più semplice operatività tra i menu.

La Nikon P7100 mantiene i 10 megapixel della P7000 che sono stati un passo nella direzione giusta dopo i 13,5 della P6000. Ormai è piuttosto evidente, anche agli utenti, che aggiungere pixel su pixel a parità di sensore non fornisce maggiore qualità ma, anzi, aumenta il rischio di rumore digitale. Come per le altre compatte di alta gamma il sensore è da 1/1,7″, quello che è stato per lungo tempo il più ampio della categoria, almeno fino all’arrivo della Fujifilm x10 e del suo 2/3″. L’ottica rimane la stessa 28-200mm del modello che sostituisce, sufficientemente luminosa con apertura da f/2.8 a f/5.6, nonché stabilizzata. Condivide un grandangolo non troppo ampio con la Canon G12, tuttavia in tele va oltre i 140mm della cugina e raggiunge un interessante 200mm (sempre equivalente al formato 35mm).

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Display e mirino
Il display è un ottimo 3″ con risoluzione di 921.000 punti, come quello delle migliori reflex del marchio nipponico. È molto dettagliato e luminoso e guadagna anche un minimo di flessibilità essendo articolato. Purtroppo permette solo l’inclinazione verticale per cui va bene per le foto dall’alto o dal basso ma non per l’auto inquadratura. Quest’ultimo aspetto può essere più o meno importante a seconda delle proprie necessità ma mi auguro che Nikon abbandoni definitivamente soluzioni di questo tipo in futuro, come già ha fatto con l’aggiornamento della reflex di fascia media nel passaggio da D5000 a D5100.

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Per la gioia dei più tradizionalisti rimane il mirino ottico, anche se il suo uso è un po’ limitato. In effetti sembra più un retaggio del passato ed oltre al gustoso tocco retrò rimane ben poco. Tra errori di parallasse, una copertura ridotta all’80% ed una dimensione veramente piccola si rischia di dimenticarlo ben presto. La correzione delle diottrie e la riproduzione ottica dello zoom non sono veramente sufficienti a renderlo utile, a mio avviso si potrebbe ormai pensare ad una scelta più netta: o migliorarlo o escluderlo.

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Corpo e controllo
Quello che fa della P7100 una gioia per il fotografo è il controllo. Il corpo non è sicuramente snello con i quasi 5cm di spessore nel punto più profondo, ma in compenso è veramente ricco di pulsanti e scorciatoie. Già nella zona superiore troviamo, oltre al tasto di accensione/spegnimento, un’ampia ghiera dei modi, quella per la compensazione dell’esposizione, uno dei due tasti Fn personalizzabili, il pulsante di scatto con controllo dello zoom sull’indice e l’originale rotella, già presente nei modelli precedenti, che consente l’accesso diretto alle impostazioni di: qualità immagine, sensibilità, bilanciamento del bianco, bracketing, profilo colore e menu personalizzato. C’è di tutto e di più, compresa la slitta per il collegamento degli accessori Nikon (ottimo per chi già possiede anche un flash).

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Le modalità di scatto presenti sono moltissime ed oltre ai P-A-S-M, automatico, filmato, scene ed un inedito modo effects (con applicazione in realtime), troviamo anche una posizione per foto notturne con riduzione del rumore (solo JPG) e ben tre modalità completamente personalizzabili dall’utente (U1-U2-U3).

Sul retro l’impostazione è più classica ed il controllo passa principalmente per il pad direzionale che comprende quattro scorciatoie: modo flash, modo AF, modo macro ed autoscatto. Lo stesso è anche una ghiera utilizzabile per le impostazioni, la terza presente nel corpo. Abbiamo poi i canonici: menu, cestino, riproduzione, blocco AE/AF e modifica delle informazioni sul display. Sulla sinistra un tasto permette l’apertura del piccolo flash a popup.

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Il grande vantaggio di un corpo così completo è quello di ridurre veramente al minimo la necessità di accesso al menu principale. In effetti, oltre a tutte le ghiere e pulsanti, si trovano anche due utili tasti Fn con funzioni personalizzabili. Il risultato è che dopo il settaggio di lingua, data ed ora, tutto può essere controllabile tramite accessi diretti ed ogni parametro è modificabile con uno, massimo due, passaggi. Il tasto Fn1, ad esempio, può essere configurato per avere una funzione alla pressione ed una differente insieme alla rotazione della ghiera. L’operatività nei menu è veramente molto migliorata rispetto la precedente P7000. Non si notano lag a seguito dei comandi impartiti e l’unica attesa si presenta con la memorizzazione dei file RAW, la quale, in modalità scatto singolo, richiede 2/3 secondi.

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Ergonomia
Nell’uso quotidiano la Nikon P7100 si dimostra veramente efficiente. L’obiettivo è retrattile e permette di mantenere il corpo in un form factor piuttosto regolare e l’unico rimpianto è che per quanto sia compatta e non troppo pesante (circa 400gr) non può essere trasportata in tasca, se non nei più voluminosi tasconi delle giacche. L’ergonomia è piuttosto buona e la presa stabile e sicura, anche a dispetto di una impugnatura poco pronunciata. Merito di una profonda scanalatura discendente che accoglie in modo agevole il dito medio.

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Ottica
Il gruppo ottico è probabilmente una delle parti più interessanti della P7100. Dal momento che la sua diretta rivale Canon G12 si ferma a 140mm si potrebbe preferire la Nikon anche per la sua maggiore escursione in tele. La luminosità di f/2.8 a 28mm è interessante ma ovviamente questa scende sulla lunghezza per fermarsi a f/5.6 a 200mm. L’obiettivo esce rapidamente all’accensione e si può scegliere dalle impostazioni una modalità silenziosa in modo da poterlo adoperare durante le riprese senza che il rumore del movimento venga catturato dal microfono interno. In controluce soffre poco di difetti dovuti al flare ed anche il purple fringing è abbastanza contenuto per la categoria, specie vicino ad f/4.

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Con un’ottica da 7,1x è normale che vi siano un po’ di aberrazioni cromatiche così come quelle geometriche che si evidenziano in particolare a 28mm con il classico effetto barilotto. Quest’ultimo può essere comunque eliminato direttamente in camera attivando l’opzione “controllo distorsione”.

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In linea generale la P7100 aiuta a portare a casa delle buone immagini in ogni circostanza ma vista la dimensione del sensore è ovvio che la gamma dinamica non sia troppo elevata. Basta fare un po’ di attenzione alle scene altamente contrastate, quelle con ampie zone d’ombra e luci intense. Il mio suggerimento è sempre quello di optare per il formato RAW, in questo modo si riusciranno facilmente a correggere eventuali derive cromatiche dovute all’illuminazione (anche se il bilanciamento automatico del bianco si comporta bene) e recuperare eventualmente parte dei dettagli nelle aree scure o alte luci.

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In modalità AF macro si riesce a mettere a fuoco fino a 2cm di distanza dall’ottica.

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Resa ad alti ISO
La sensibilità nominale è molto elevata dal momento che la fotocamera raggiunge i 6400ISO ma quel che fa più piacere è l’ottima gestione. Oltre ai singoli valori manuali e ad un modo completamente automatico, si possono anche selezionare alcuni range semi-automatici (100-200, 100-400, 100-1600) e determinare un tempo minimo di posa. Il risultato è un grande controllo ed estrema semplicità in ogni circostanza. L’unico rammarico è che seppure il corpo possieda ben tre ghiere non sia possibile utilizzarle in manuale per i tre valori (tempo, diaframma ed ISO) poiché la terza ghiera (quella intorno al pad direzione) in queste occasioni funge da duplicato di quella posteriore.

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Fino a 400 ISO si ottengono immagini con un livello di disturbo che definirei “accettabile” e che per DxOMarks è migliore rispetto la Canon G12. Direi che 800 ISO è il limite da non superare se non strettamente necessario.

ISO

Con un sensore piccolo la profondità di campo è piuttosto estesa ma a 200mm f/5.6 si riesce a sfocare lo sfondo da circa 1mt di distanza. L’effetto è un po’ nervoso ma ancora gradevole.

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Registrazione video
Il video è memorizzato in formato MOV (H.264) con audio stereo ed è presente la funzione di riduzione del vento nonché la porta per collegare un microfono esterno. Sulla destra uscita USB e HMDI, entrambi mini.

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La risoluzione in registrazione è HD 720p, come del resto avviene anche per le sue dirette rivali. Il rolling shutter è presente in misura piuttosto ridotta e si evidenzia leggermente solo durante veloci panning orizzontali. Seppure ormai si trovi il FullHD anche in compatte più economiche, la Nikon P7100 cattura video di buona qualità ed offre un ottimo controllo con la possibilità di adoperare lo zoom, il fuoco permanente (anche se i tempi di reazione non sono rapidissimi) ed il blocco/sblocco dell’esposizione durante la registrazione.

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In basso si trova l’innesto a vite per il treppiedi e lo sportellino che contiene la memoria SD e la batteria la quale supera tranquillamente i 350 scatti dimostrandosi più che valida.

voto 4Conclusioni
La qualità delle immagini è molto buona per una compatta, in particolare fino ai 400 ISO, e l’ampia escursione focale offre una inquadratura valida in tutte le circostanze. Salvando in JPG si possono configurare a piacimento le caratteristiche di sviluppo (colore, contrasto, ecc..) riuscendo ad ottenere facilmente i risultati che più ci aggradano. In tutti i casi vista la natura della fotocamera è lecito immaginare che la maggior parte degli utilizzatori sfrutteranno il formato grezzo per perfezionare i risultati in post produzione. È anche possibile lo sviluppo direttamente in camera con un ricco set di strumenti tra cui l’utilissima correzione delle distorsioni. La Nikon P7100 è un’ottima compagna di viaggio per il fotografo evoluto con ampia possibilità di personalizzazione, un corpo robusto sufficientemente compatto, ottica luminosa dalla vasta escursione ed una resa fotografia al top della categoria. Si potrebbe ancora migliorare con un’ottica leggermente più spostata verso il grandangolo e magari più luminosa, anche a discapito di un po’ di escursione complessiva, ma già così è veramente un bel prodotto. Personalmente migliorerei un po’ i menu in quanto in alcuni passaggi capita che vi siano delle impostazioni non selezionabili che non si disattivano ma vengono semplicemente “saltate” durante lo scorrimento, generando un po’ di confusione.

Costi
Scegliendola con garanzia italiana della Nital il prezzo è orientativamente di 460€ (su ApmShop.it). Il costo è elevato ed è questo che spinge a qualche riflessione in più. Dopotutto con un prezzo analogo ormai si comprano delle ottime EVIL, come la Sony C3 o la Nikon J1, le quali offrono più qualità d’immagine anche se sono spesse circa il triplo. Tutto dipende come sempre dalle proprie necessità e c’è anche da considerare che utenti Nikon potrebbero anche trarre vantaggio da eventuali accessori già in proprio possesso vista la compatibilità della slitta superiore (ad esempio io l’ho usata con il flash SB900).

PRO
 Corpo robusto
 Grandissima quantità di controlli fisici e ghiere (ben tre)
 Due tasti funzione personalizzabili e 3 modalità utente
 Qualità d’immagine da riferimento per la categoria
 Ottica dall’ottima escursione (7,1x) e luminosa (in particolare in grandangolo)
 Display ampio, dall’elevata risoluzione e articolato (solo in verticale però)
 Filtro ND incorporato
 Slitta a caldo per accessori Nikon (compresi i Flash)
 Finalmente è veloce e reattiva nell’uso
 Distorsioni ed aberrazioni cromatiche sufficientemente controllate
 Resa fino a 400 ISO piuttosto valida, estendibile fino a 6400
 AF abbastanza veloce che pecca di precisione solo in ambienti scuri
 Zoom silenzioso in registrazione video, AF permanente e blocco esposizione

CONTRO
Pro Non così compatta da essere veramente tascabile
Pro Mirino ottico piccolo e dalla ridotta copertura
Pro Prezzo congruo ma un po’ elevato perché si sovrappone alle EVIL entry-level
Pro Il display si può inclinare solo in verticale
Pro Menu migliorabile in alcuni punti

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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