Abbiamo sempre detto che la resa ad alti ISO è direttamente proporzionale alla dimensione del sensore, specie su prodotti contemporanei. Per cui più piccolo è il sensore più si noterà la presenza di rumore digitale nelle fotografie scattate con valori ISO elevati. Di base questo assunto è difficilmente attaccabile, per cui vedendo che sul mercato si trovano con una differenza di 100€, e in alcuni casi 50€, tre fotocamere diverse come Panasonic G3, Nikon J1 e Fujifilm X10, chi volesse avere immagini più pulite in condizioni di scarsa luminosità dovrebbe scegliere ad occhi chiusi quella con il sensore più grande:

Tuttavia, come spesso accade, il discorso non è poi così semplice. Fatta salva la considerazione di base in merito alla quale un sensore più grande ci fa ottenere immagini generalmente migliori, non solo per gli alti ISO ma anche per gamma dinamica e per profondità, si devono prendere in esame tanti altri fattori. Ad esempio un sensore più piccolo ci porta anche ad una maggiore profondità di campo a parità di lunghezza focale equivalente ed apertura, questo significa che la stessa foto scatta con i medesimi parametri (ad es. ISO100 – 1/125 – f/5.6 – 50mm equiv.) avrà un piano focale più esteso quanto più piccolo sarà il sensore (o più elevato il FOV crop). Chi volesse giocare con profondità di campo ridotte, che di norma consentono di ottenere immagini più soggettive, intense e “tridimensionali”, preferirà un sensore grande anche in questo caso. Ma esistono esigenze diverse perché chi fa dello still life o macro, ad esempio, potrebbe in alcuni casi preferire sensori piccoli proprio per ottenere un piano focale più esteso e/o sfruttare il moltiplicatore dovuto al FOV crop per ottenere dei teleobiettivi più spinti.

Queste sono sono alcune delle tante cose da tenere in considerazione, ma l’elenco è molto più lungo. Per prima cosa la X10 è una compatta, per cui appartiene ad una categoria diversa rispetto alla G3 ed alla J1 che sono delle mirrorless con obiettivi intercambiabili. La Fuji ha una lente zoom fissa ma è una 28-112mm con l’ottima luminosità di f/2.0-2.8, mentre sia la G3 che la J1 vengono fornite di base in kit con obiettivi di minore escursione e, soprattutto, minore luminosità. Per cui se anche la G3 dovesse essere migliore di due stop nella resa ad alti ISO rispetto la X10 (ad esempio il rumore che la X10 ha a 800ISO è uguale a quello della G3 a 3200ISO), quest’ultima ha la possibilità di recuperare quasi sempre almeno due stop aprendo il diaframma dove il 14-42mm della prima non arriva. Ma ovviamente questo incide sulla profondità di campo e non di meno sulle mirrorless c’è la possibilità di acquistare e montare anche altri obiettivi. Eppure non esiste, e probabilmente non esisterà, una lente zoom così estesa e luminosa come quella della X10 per sistemi con sensori molto più grandi, questo in virtù di limiti costruttivi ed economici.

Queste sono solo alcune delle considerazioni possibili e sono in parte anche legate a valutazioni soggettive. Non voglio confondervi ma voglio solo farvi capire che il test che ho completato oggi e che mi accingo a presentare ha una valenza prettamente “numerica” ma non è sufficiente a dire quale sia la fotocamera migliore o più adatta alle vostre esigenze. È compito vostro prendere le mie parole e quanto qui mostrato solo come parte di un ragionamento personale che potrebbe tranquillamente anche tenere in conto la qualità costruttiva di una fotocamera (la X10 è migliore della altre), l’ergonomia (preferisco la G3), la semplicità d’uso (vince la J1), la quantità di ottiche disponibili (ancora meglio la G3), la dimensione o anche solo l’estetica.

panasonic-g3-vs-fujifilm-x10-vs-nikon-j1

Di seguito trovate i crop al 100% della stessa immagine scattata con tutte e tre le fotocamere in RAW e JPG. Il bilanciamento del bianco è impostato su Auto e non è applicata nessuna riduzione del rumore. Le porzioni sono poi state salvate in formato lossless (PNG) e cliccando di seguito sui valori ISO potete mostrare quella che desiderate. Essendo tante immagini di circa 300kb ciasuna il download potrebbe richiedere qualche secondo.

Ho preso in considerazione il range da 800 a 3200 ISO, quello solitamente più “delicato”. Alcuni modelli vanno anche oltre ma volendo valutare la resa nel campo dell’utilizzabile mi sono volutamente limitato a questa forbice di valori.

G3RAW800

A questo punto non vi voglio proporre il mio punto di vista per evitare di condizionare in qualsiasi modo le vostre considerazioni. Ma sono curioso di sapere, posto che il test non ci dice solo una parte di verità, cosa pensate rispetto queste tre fotocamere e la loro capacità di catturare immagini con alte sensibilità. Sottolineo, per chiarezza, che siamo consapevoli del fatto che le immagini di norma non si guardano al 100%, né sullo schermo e né sulla carta, ma questo è il modo più semplice per analizzare il disturbo.

Prima di concludere vorrei fare un paio di precisazioni. Ho detto prima che riducendo il sensore aumenta la profondità di campo, ma a voler essere puntigliosi la PdC non dipende direttamente dal sensore seppure gli effetti della sua dimensione e del relativo FOV crop incidono sul risultato finale per mezzo del moltiplicatore. In pratica il piano focale si riduce con l’aumentare della lunghezza focale, ma se si monta un 100mm su una APS-C rende come un 150mm pur avendo la PdC di un 100mm. Insomma, ho usato questa espressione solo per semplificare un concetto più complesso. Lo stesso discorso vale ad esempio per il moltiplicatore che in fotografia applichiamo alle lunghezze focali di obiettivi montati su corpi con sensori di dimensione inferiore al full frame (135 o 35mm). Su APS-C avrete sentito dire spesso che un 18mm equivale ad un 27mm, usando la dicitura “equiv. 27mm”. Tuttavia anche questa è una semplificazione perché un 18mm rimane sempre un 18mm ed anche se il crop restituisce la porzione d’immagine centrale, gli angoli e la prospettiva del gruppo ottico saranno sempre di un 18mm.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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