In futuro iOS chiederà all’utente il consenso per l’uso dei propri contatti da parte delle applicazioni

Nel corso degli ultimi giorni, sono sorte alcune polemiche riguardo l’uso improprio di dati dalla propria rubrica contatti da parte di varie applicazioni per iOS. Fino ad oggi, infatti, le apps hanno goduto sostanzialmente di un accesso libero a questa parte del sistema operativo, contenente nomi, cognomi, indirizzi, numeri di telefono e altri dati sensibili. Ciò ha portato i singoli sviluppatori a tenere diversi comportamenti a riguardo.

Immagine da Apple.

Se alcune applicazioni, gentilmente, chiedono il permesso esplicito da parte dell’utente per prelevare dati tra i contatti, altre invece agiscono unilateralmente senza alcuna richiesta. Recentemente è salito alla ribalta il caso di Path, rampante applicazione social, la quale è stata “punzecchiata” nell’atto di caricare dati personali degli utenti sui server dell’azienda produttrice: il CEO di Path si è poi scusato, con un aggiornamento rapido arrivato poco dopo per rimediare al pasticcio. Ma questa app non è l’unica ad avere o aver avuto un comportamento troppo “libertino” nei confronti della privacy dell’utente. Più in generale, finora Apple non ha applicato molto rigidamente una delle regole che essa stessa ha stabilito per l’App Store, ossia l’impossibilità da parte delle applicazioni di raccogliere dati personali senza esplicito consenso dell’utente. La conseguenza è che la poca attenzione posta sulla regola ha prodotto svariate violazioni passate sottobanco per molto tempo. Fino ad oggi.

Come riporta The Verge, infatti, Apple ha ufficialmente dichiarato che in uno dei prossimi aggiornamenti di sistema, probabilmente già nella 5.1 visti i sempre più lunghi tempi di sviluppo, implementerà una richiesta obbligatoria di conferma in iOS che comparirà quando una applicazione intende accedere ai dati della propria rubrica contatti, in modo simile a quanto già succede per i servizi di localizzazione, quando iOS chiede all’utente il permesso per l’applicazione di tracciarne la posizione geografica. Una mossa che dovrebbe servire a chiudere presto questa spiacevole vicenda una volta per tutte e rassicurare gli utenti riguardo la loro privacy, che rimarrà intatta finché lo vorranno.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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