Steve Jobs sotto l’occhio dell’FBI nel 1991, tra possibili ruoli governativi e attentati

La vita di Steve Jobs è stata così tanto intensa che la biografia, seppur molto dettagliata, non ha sicuramente potuto coglierne tutti gli aspetti. Eppure, ben prima di Walter Isaacson, qualcuno aveva già fatto un profilo biografico del fu iCEO: l’FBI. La storia risale al 1991 e la riporta Gawker.

Immagine da Macrumors.

In quegli anni, contraddistinti dalla Guerra del Golfo e dalla fine della Guerra Fredda, al potere nella Casa Bianca vi era George Herbert Bush, padre di George Walker, che ha guidato tra il 2001 e il 2008 gli Stati Uniti prima di cedere lo studio ovale al nuovo eletto Barack Obama. Torniamo al 1991: Bush stava costituendo un consiglio governativo sull’esportazione, che si sarebbe occupato di gestire e favorire gli scambi commerciali con l’estero. Jobs, allora alla ricerca del rilancio con NeXT e Pixar, era tra i candidati per occupare un ruolo in quella commissione. Per verificarne meglio la posizione e tracciare un migliore profilo biografico, viene affidato all’FBI l’incarico di indagare sulla sua vita. I dettagli di questa indagine sono stati resi pubblici proprio recentemente.

Non è ancora stata sottoposta ad analisi approfondite, del resto è un report molto lungo e dettagliato, tuttavia alcuni interessanti scoperte sono state già fatte. Scartabellando nel dossier, si è trovato come anche l’FBI fosse a conoscenza del “reality distortion field”, ossia il modo in cui Jobs, con un sapiente e furbo uso della parola, riusciva a cambiare la percezione della realtà in modo da convincere i suoi interlocutori di qualcosa che in realtà non era del tutto vero o lo sarebbe diventato solo in futuro. La personalità alquanto complessa e in certi tratti poco chiara di Jobs, unitamente al suo uso passato di droghe e alla poca affidabilità nel prendersi le sue responsabilità come nel caso della figlia Lisa, con la quale ci volle, come ben sappiamo, parecchio tempo per raggiungere un buon rapporto, fecero molto probabilmente tramontare l’ipotesi di inserirlo nel consiglio governativo sulle esportazioni.

C’è però un altro dettaglio, alquanto curioso: nel 1985 Steve Jobs rischiò di subire un attentato. Si parla di una bomba, addirittura. Di certo in quel periodo era alquanto inviso, ma sembra quasi esagerato pensare che ci fosse una congiura così forte nella Apple di allora pronta a far sparire il “dittatore” Jobs. Più facile da pensare potesse essere finito, come spesso accade a molti personaggi famosi, nelle mire di un mitomane. Fortunatamente, l’attentato non andò mai in porto: se fosse davvero successo, non sappiamo come sarebbero state oggi l’informatica e Apple, ammesso che nella seconda metà del ’90 questa avesse resistito ad altri anni di Gil Amelio in assenza di una valida alternativa.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.