Quello che io chiamo Sensazionalismo di Jobs è quell’insieme di esclamazioni e di espedienti teatrali che hanno reso alcune presentazioni indimenticabili. “Unbelieble, Amazing, Great, Awesome, Nice, Cool, Incredible, Revolutionary” tutta la comunicazione Apple è incentrata sull’esaltazione dei prodotti e delle sensazioni che essi trasmettono (o dovrebbero trasmettere) ai possessori. La stessa logica si nota negli slogan che campeggiano nella pagine prodotto:
Perché ti innamorerai di un Mac.
È splendido. Dentro e fuori.
Sicuro. Potente. Compatibile. Dal primo istante.
Ha il sistema operativo più avanzato al mondo. E non solo
Più veloce. Più capiente. Il MacBook è più in forma che mai.
Fuori, un corpo elegante. Dentro, un lucido schermo widescreen. MacBook sa come stupirti.
Affascina anche prima di aprirlo.
Fatto per viaggiare alla grande.
Amore a primo tasto.
Ormai questa forma di comunicazione è impressa in modo indelebile sull’azienda. Tutti, dal CEO all’ultimo ingegnere, sanno che Apple deve essere sinonimo di “Magical”.
Durante l’ultima assenza di Jobs c’è stato il keynote dell’iPhone 4S ed anche se le parole erano le stesse, la carica emotiva non era minimamente paragonabile. Difficile definire quanto (e se) una presentazione riuscita possa influenzare direttamente le vendite, ma è certo che la mancanza del capitano più esperto ed ispirato si è già avvertita in quel keynote, dove ancora si poteva sperare di vederlo apparire con il suo classico abbigliamento.
Oggi assisteremo con disincanto alla presentazione, quella speranza non c’è più. Ci si aspetta un buon prodotto, un miglioramento di una ricetta già valida e rodata, ma sono sicuro che ognuno di noi, in cuor suo, sa che non ci saranno “momenti magici”.
Inutile dire che questa è una di quelle occasioni in cui sarei felicissimo di essere smentito.