Nuovo iPad da 4G a Cellular, quando i nomi creano confusione

Con il nuovo iPad Apple pensava di semplificare la nomenclatura togliendo la numerazione, eppure c’è stato qualche piccolo intoppo lungo il cammino. Nei paesi dove l’LTE non è ancora attivo oppure si usano frequenze differenti dalle 700 e 2100 MHz supportate (in Italia saranno 800, 1800 e 2600 MHz), la nomenclatura 4G ha sollevato un notevole vespaio, nonché anche beghe legali. In effetti da noi come in Australia l’iPad 4G viaggia sulle reti di terza generazione, seppure in modo più veloce del suo predecessore. Così Apple ha iniziato silenziosamente a modificarne il nome, da iPad Wi-Fi + 4G in iPad Wi-Fi + Cellular.

wifi-cellular

Come consumatore preferisco essere “informato” che “protetto”, tuttavia la nomenclatura 4G era fuorviante e non tanto per i paesi dove tale tecnologia non è proprio attiva, ma piuttosto per quelli che ce l’hanno ma su frequenze diverse. Ma il nuovo iPad supporta davvero le reti 4G, per cui non dovrebbe essere lecito scriverlo?

Se ci pensate anche per il Wi-Fi viene utilizzato il nome proprio della tecnologia e non un generico “wireless”. Allora fa bene Apple che di solito pubblica schede tecniche “vaghe” nelle quali non si fa riferimento ai componenti all’interno di un prodotto? No, semplicemente il problema si doveva risolvere a monte: data la volontà di distribuire su scala mondiale riducendo il numero di modelli o supportavano tutte le frequenze o si creavano modelli differenti per alcune nazioni, oppure in Italia (ed altri) si poteva chiamare 3G o 3,5G. In verità la cosa strana è un’altra: in Giappone il modello denominato fin da subito 4G non lo è mai stato perché ha un modem dual channel HSDPA e qui sì che il nome “4G” era davvero fuori luogo fin da principio! Inoltre questa variante nipponica “nascosta” sarebbe stata adatta anche per l’Italia, perché non portarci questa?

Certo ad Apple piace la continuità globale, ma per prodotti che fanno uso di tecnologie implementate diversamente di nazione in nazione non è sempre possibile. Meglio farsene una ragione e cercare di dare il modello più adatto per ogni paese.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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