Liquidmetal: lo vedremo mai su un prodotto Apple?

Con la recente presentazione di Surface, il futuro tablet targato Microsoft, si è tornati a parlare di Liquidmetal. Per chi non lo sapesse, il Liquidmetal è una serie di leghe di metallo amorfo sviluppate da un team di ricerca del California Institute of Technology e commercializzate dalla Liquidmetal Technologies. Con Surface si è tornati a parlare di questa tecnologia perché è stata citata da Microsoft nella presentazione del suo tablet. Che sia la volta buona che Redmond anticipi Cupertino in fatto di novità? Non proprio. Apple ha di recente esteso il suo accordo di esclusiva con la Liquidmetal Technologies fino al 2014, per cui non si potrebbe prospettare uno scenario simile, a meno di non volere delle serie ripercussioni sul piano legale prima ed economico poi: il ritorno di immagine non sarebbe propriamente dei migliori per la Liquidmetal Technologies.

liquidmetal

L’espressione “liquid metal” è quantomai aleatoria. Normalmente, quando si raffredda un metallo fuso, si formano al suo interno dei cristalli che indeboliscono il metallo in sé: questo potrebbe, ad esempio, provocare delle crepe. Ed è qui che viene in soccorso la tecnologia in questione: si aggiungono le giuste miscele di metalli al suo interno per prevenire la formazione di tali cristalli e rendere quindi il metallo amorfo (come il vetro) e, in estrema sintesi, molto più resistente e modellabile.

Ballmer e soci hanno fatto un po’ “i furbetti” e, servendosi della genericità della terminologia e della tecnica utilizzata che abbiamo appena descritto per sommi capi, hanno sfruttato tale tecnologia, basando il loro progetto sul magnesio. Il problema nasce dal fatto che il Liquidmetal, di cui Apple ha l’esclusiva, si basa su una lega specifica, molto più elaborata e resistente, formata da zirconio, rame, nichel e niobio. Siamo quindi di fronte ad una delle tante leghe (quella del Surface) ottenibili con l’uso della tecnica del liquid metal, mentre l’uso di Apple della parola “Liquidmetal” identifica una particolare serie di queste leghe prodotta da un’azienda ben specifica. In altri termini, “liquid metal” è utilizzabile da chiunque, “Liquidmetal” per il momento solo da Apple.

Fatta questa doverosa premessa chiarificatrice, ci si domanda se, alla luce del succitato accordo, Apple sarà in grado di sfornare dispositivi costruiti con questa lega nel medio-breve termine. Saremo schietti e andremo subito dritti al punto: secondo noi no. I motivi sono semplici e molteplici. In primo luogo, Atakan Peker, uno degli inventori del Liquidmetal, in una recente intervista ha dichiarato:

D: Ci sono state voci secondo le quali i prossimi MacBook di Apple possano avere il case in Liquidmetal, è vero? È probabile che accada?

R: Date le dimensioni dei MacBook e la portata dei prodotti Apple, penso che sia improbabile  nel breve termine che un case in Liquidmetal sia usato per i MacBook. È molto più probabile che sia usato per piccoli componenti, come una cerniera o un supporto dello schermo. Si dovranno aspettare dai 2 ai 4 anni per vedere un case, come quello unibody dei MacBook, in Liquidmetal

Dal momento che Apple utilizza il Liquidmetal solo per la graffetta con cui accedere allo slot SIM negli iPhone/iPad, ci sembra che tali previsioni siano abbastanza verosimili.

graffetta-iphone-liquidmetal

In secondo luogo, secondo Peker, Apple non sarebbe ancora pronta ad iniziare la produzione di dispositivi con questa tecnologia, perché le sue fabbriche necessiterebbero di un investimento dai 300 ai 500 milioni di dollari per poter avviare la produzione in larga scala. Peker, sebbene non abbia diretta conoscenza dei piani Apple per l’utilizzo del Liquidmetal, si aspetta che l’azienda che fu di Jobs sfrutterà la resistenza, la durata e la facilità di modellazione del Liquidmetal per un prodotto innovativo unico sul mercato (?).

A parte la previsione finale, noi crediamo che Peker abbia ragione. Ci vorranno alcuni anni per vedere applicata questa tecnologia in larga scala e, visti i costi iniziali, scommettiamo che sarà dapprima utilizzata in ambito mobile (iPod, iPhone, iPad) per poi essere estesa a praticamente qualsiasi dispositivo prodotto da Apple: un po’ come è successo per la tecnologia Unibody, se vogliamo. Sicuramente tale tecnologia rappresenta il futuro, poiché la flessibilità e la resistenza di questi materiali consentiranno ad Apple (e alle altre aziende che li utilizzeranno) di produrre dispositivi sempre più sottili, e di conseguenza leggeri, senza andare a discapito della robustezza.

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