Nokia: ascesa e declino di un impero della telefonia mobile

Nel 2006, ancora in piena era Symbian e con Nokia a sfornare autentici top-seller come l’N73 (ancora oggi è possibile trovare degli esemplari funzionanti in giro e utilizzati con soddisfazione dai proprietari!), non avrei mai pensato a fare un articolo del genere. A dire il vero, all’epoca facevo tutt’altro e a fare blog ci avrei pensato solo tempo dopo, ma ad ogni modo Nokia era un colosso così potente e con un primato ineguagliabile che allora prevedere un collasso o quasi significava essere al limite della bestemmia. L’ultima azienda europea di telefoni cellulari capace di tener testa alla concorrenza americana e asiatica, laddove grandi nomi come Siemens ed Ericsson alla fine avevano dovuto lasciare il campo o cercare alleanze. La storia dell’azienda finlandese è costellata da grandi successi, tra cui sicuramente  vi è il 3310. Chi non ne ha mai posseduto uno? Va bene, va bene, alzo la mano… Purtroppo l’ho saltato, all’epoca ero fedele a Siemens…

Immagine da Wikipedia.

Sicuramente molti sono già a conoscenza dei famosi meme che circolano su Internet, come quello del pavimento: se l’iPhone cade, si rompe l’iPhone; se il 3310 cade, si rompe il pavimento. Oppure anche quelli sulla batteria: l’iPhone a inizio giornata è al 100% e a fine giornata è già in riserva, mentre il 3310 a inizio giornata è al 100%, a fine giornata è ancora al 100% e dopo un mese ancora non è. Certo, queste sono al limite della mitizzazione del telefono di Nokia, ma nemmeno così distanti dalla realtà. Per molti esemplari la resistenza agli urti è encomiabile e la batteria davvero longeva. E pur essendo nell’era degli smartphone ipertecnologici, c’è chi rimpiange il 3310 proprio per la sua affidabilità.

Poi vennero il GPRS, i display a colori, le fotocamere, i primi sistemi operativi mobili. Nokia non si fece cogliere impreparata, e con Symbian creò un ecosistema che dominò il settore consumer per diversi anni. Non mancarono alcuni esperimenti poco riusciti, come l’n-Gage, ma anche in quei casi Nokia si dimostrò capace di anticipare un po’ i tempi. Allora l’idea non funzionò perché i giochi non erano tecnicamente all’altezza delle console portatili, oggi invece le software house puntano tutto su iOS e Android grazie ai grandissimi progressi degli smartphone. La serie N è stata probabilmente lo zenit dell’azienda, quella che ha fatto da spartiacque tra il periodo d’oro e quello in cui Nokia versa tutt’oggi. Avanzatissimi e sempre all’avanguardia per qualsiasi innovazione tecnologica: a inizio 2007 l’N95 aveva HSDPA, Wi-Fi e una fotocamera da 5 Megapixel con autofocus, caratteristiche che oggi sono di fascia media/medio-bassa e che ai tempi invece rappresentavano una nuova frontiera, che Nokia raggiunse per prima, con gli altri produttori che impiegarono diverso tempo per essere all’altezza.

I primi problemi non arrivano subito nel 2007 con l’iPhone. Il dispositivo Apple fu solo un primo segnale, ma allora molte sue limitazioni continuarono a far dormire Symbian e Nokia tra due guanciali. Le vere cause dell’inizio del declino possono essere essenzialmente tre. La prima è l’ascesa di Samsung: i coreani facevano già da diverso tempo buoni telefoni, ma la percezione che in Finlandia si erano costruiti riguardo qualità e innovazione era molto forte. Ci volle una nutrita serie di telefoni e smartphone, alcuni anche nel territorio stesso del nemico, con Symbian, affinché Samsung convincesse il mondo delle sue serie intenzioni e venisse premiata degli sforzi. Non a caso, a partire da quest’anno ha spodestato Nokia dalla leadership di mercato. La seconda causa è Android: il sistema Google è sì nato in risposta all’iPhone, ma anche a una esigenza crescente da parte degli utenti di volere una “democratizzazione” delle nuove tecnologie, come il multitouch. Chi ha avuto i maggiori danni proprio per la strategia vincente di Google di allargare il bacino di utenza è stato Symbian. E qui arriviamo alla terza causa: la dirigenza non è stata in grado di cogliere adeguatamente i segnali di cambiamento. Per troppo tempo si è cercato di rimanere a galla sul mercato, con un sistema operativo purtroppo tecnicamente non all’altezza dei concorrenti e con hardware in molti casi obsoleto. Nonostante ciò abbia comunque permesso ai touchscreen con Symbian di trovare una loro fetta di mercato, la situazione globale era mutata troppo profondamente perché Nokia potesse recuperare. Nel frattempo, le soluzioni alternative come Maemo (che si evolverà successivamente nell’altrettanto sfortunato MeeGo) non avevano dato i frutti sperati, gli smartphone tardavano ad arrivare e quei pochi in commercio non conobbero il successo sperato.

Si arriva al settembre 2010, alla soluzione Stephen Elop. A capo della divisione Business di Microsoft, divenne CEO dell’azienda finlandese, scelto dagli azionisti per risollevarne le sorti. Già allora si parlava di accordi con Redmond affinché Nokia considerasse Windows Phone 7, con un corteggiamento che andava avanti da diverso tempo. Benché non si voglia pensare in modo cattivo, c’è poco dubbio sul fatto che la presenza di una figura amica per Microsoft abbia aiutato per la decisione finale. Nel febbraio 2011, arriva l’annuncio in tandem con Ballmer. Una lenta e progressiva transizione da Symbian a Windows Phone, tutt’oggi in corso. Ci vollero mesi affinché uscisse il primo prodotto della nuova alleanza, il Lumia 800. Alla fine si è trattato un po’ della classica montagna che partorì il topolino, tanto che a gennaio scorso Elop è corso ai ripari presentando il nuovo top di gamma, il Lumia 900, compensando così le mancanze dell’800. La scelta non ha pagato come sperava Nokia: benché abbia avuto buoni ritmi di vendita nel periodo iniziale, anche il 900 non è riuscito a far apprezzare Windows Phone 7 né ha riportato l’azienda finlandese ai suoi vecchi fasti.

E oggi? Oggi Nokia si trova in una posizione ancor più scomoda. Le azioni sono ormai ai loro minimi storici, considerate junk da pressoché tutte le agenzie di rating. Ad aggiungere ulteriore pressione, poi, ci ha pensato proprio chi avrebbe dovuto più aiutarla, ossia Microsoft, con la sua decisione di negare il prossimo Windows Phone 8 al Lumia 900, limitandosi a un piccolo contentino rappresentato dalla nuova schermata Start disponibile anche sull’aggiornamento 7.8. Una situazione di cui Elop non poteva non essere a conoscenza e che potrebbe scatenare un pericoloso effetto Osborne, bloccando le vendite degli attuali smartphone Windows Phone e aggravando la pessima situazione di Nokia. Paradossalmente, potrebbe essere proprio Microsoft ad approfittare della situazione. Oggi l’azienda finnica è acquistabile quasi per un tozzo di pane, considerato l’arsenale finanziario a disposizione di Ballmer. Un rumor ricorrente che più prima che poi potrebbe essere destinato a concretizzarsi.

Certo, ciò significherebbe la salvezza di Nokia e un futuro più sicuro, ma dispiacerebbe comunque in quanto la vecchia Nokia, quella con cui più o meno tutti abbiamo avuto a che fare almeno una volta nella vita e capace di fornirci autentici pezzi di storia della telefonia mobile, svanirebbe definitivamente. Viene da chiedersi come sarebbe andata se oggi Nokia non avesse un CEO con influenti amicizie a Redmond e invece fosse scesa in campo nel mondo Android. Probabilmente avrebbe scelto una strada meno originale, ma decisamente più redditizia considerata la qualità e il blasone. Una Nokia che avrebbe continuato a “connettere la gente”, ancor più che in passato. Nel frattempo, terrò il mio 1600 come fedele secondo cellulare fintanto che la batteria mi consentirà di fare giorni e giorni in tutta tranquillità, senza dovermi preoccupare di rimanere irreperibile perché l’ultramoderno Galaxy nel frattempo si è scaricato. Non avrà granché in termini di funzionalità, ma in esso pulsa ancora il cuore dei bei tempi di Nokia, e questa è una caratteristica che nessuno smartphone da 700 € potrà mai avere.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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