Tutti possono cambiare idea sull’iPad, anche Bill Gates

Quando fu presentato il primo iPad, non mancarono le critiche. Tra gli utenti comuni (incluso il sottoscritto), i quali non capivano le potenzialità del prodotto. Tra i personaggi di spicco del settore, i quali avevano un concetto completamente diverso di tablet ed erano fermi all’idea di utilizzare sistemi operativi comuni e poco adattati all’uso touch (ancora viva per alcuni sarà nella memoria l’infelice presentazione degli Slate di HP e Microsoft al CES 2010, alcune settimane prima dell’annuncio di Apple; dopo l’arrivo dell’iPad, la maggior parte dei prodotti di quell’evento non vide la luce e quelli che uscirono furono limitati al settore business). Allora Bill Gates era ancora più che sicuro delle sue idee, e anzi, se si doveva trovare un vero form factor innovatore, quello sarebbe stato il netbook che avrebbe avuto tastiera fisica e schermo tattile in un unico prodotto:

Lo sapete, sono un forte credente nel touch e nella lettura digitale, ma penso ancora che un mix tra voce, penna e una tastiera fisica – in altre parole, il netbook – diventerà mainstream.

Immagine da Gizmodo Australia.

Sappiamo com’è andata. Oggi i netbook sono in via di dismissione, e l’iPad è stato un successo. Ciò non significa che la sua visione fosse totalmente errata: in effetti, nel mondo Android stanno prendendo piede dispositivi misti come i Transformer di Asus che offrono touchscreen, tastiera fisica e comandi vocali (per chi vuole, alcuni modelli offrono anche il pennino). Questi ultimi, in particolare, sono oggetto di attenzioni da parte di tutte le principali aziende del settore, a partire da Apple con Siri, le quali fanno a gara per creare assistenti vocali sempre migliori.

Il punto di forza di una persona, però, sta anche nel saper riconoscere quando le proprie idee non si rivelano parzialmente o totalmente vincenti. Ciò vale anche per Gates, intervistato dal giornalista Charlie Rose, come riportato da BusinessInsider. Lo “zio Bill”, come spesso viene scherzosamente e affettuosamente soprannominato, ha voluto dire la sua sia in merito al successo dell’iPad sia alla poca presa del tablet come fu inteso da Microsoft:

Alcune cose si sarebbero dovute svolgere diversamente per spingere il prodotto (i tablet con Windows XP e 7, ndr) tra le masse. Ciò che si vede (con l’iPad, ndr) è proprio questo fenomeno di rendere un prodotto di massa, ottieni applicazioni che ne traggono vantaggio, e dunque ne trai anche tu un vantaggio nell’hardware che ti consente di tenere bassi i costi. […] Lui (Jobs, ndr) ha fatto alcune cose migliori di me. La tempistica per far uscire il prodotto, il lavoro ingegneristico, il tutto nel suo insieme. I tablet che avevamo fatto non erano né così sottili né così attraenti.

In questo specifico caso si riferisce ai due problemi principali che hanno intaccato sin dall’inizio i tablet con Windows. In primis, l’ecosistema software. Né il sistema operativo né le applicazioni erano in grado di trarre vantaggio dall’hardware, dato che non erano stati pensati per l’uso a tocco. Poi viene l’estetica. Chi si ricorderà dei primi tablet con l’edizione specifica di XP avrà di nuovo in mente prodotti che erano tutto fuorché davvero attraenti nell’aspetto. Ma penso che più di tutto sia un’altra delle risposte date da Gates a chiarire il tutto, quella riguardo a quanto tempo prima avesse pensato ai tablet prima di Apple:

Troppo presto.

I primi modelli di tablet PC secondo le specifiche Microsoft arrivarono in commercio nel 2002, in un periodo dove i portatili ancora non erano la maggioranza dei computer venduti e l’antenato del moderno smartphone, il palmare, era ancora visto come qualcosa di élite. Aggiungendo il tutto agli altri problemi sopraccitati e anche a prezzi non proprio invitanti, ne evince un quadro che, per quanto tecnicamente già anticipatore di alcuni concetti odierni, difficilmente poteva avere successo. Non vi erano le condizioni adatte. Anche per questo Apple ha preferito procedere dietro le quinte, aspettando il momento giusto e preparando al meglio l’iPad. Per i tablet non era tanto una questione di se, ma di quando. E a Cupertino l’hanno dimostrato con successo.

Ora a Redmond si ricomincia. Imparati gli errori del passato, si cerca il riscatto con Windows 8 e col Surface, decisamente più in linea con il concetto moderno di tablet portato in auge dall’iPad. A tal proposito, Bill è fiducioso:

Ora Microsoft ha qualcosa che potrebbe ancora cambiare le regole del gioco.

Non si può che augurare loro buona fortuna. Le potenzialità per non sbagliare di nuovo stavolta sembrano esserci, se poi verranno applicate bene sarà solo il tempo a dirlo. E l’iPad non cederà lo scettro del mercato tanto facilmente.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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