Se escludiamo i classici cicli di rinnovamento hardware, non è affatto frequente che Apple presenti un computer totalmente nuovo. Alcuni nomi vengono riutilizzati ormai da lungo tempo, ad esempio l’iMac, che esiste dal 1998, ha già conosciuto 5 design completamente diversi, mentre il più recente ingresso è stato quello del MacBook Air che, partito un po’ in sordina nel 2008, ha finito per sostituire il glorioso MacBook alla base della gamma con il modello da 11″. Il MacBook Pro con display Retina (questo il nome ufficiale) non rappresenta una linea di prodotto a sé stante, Apple ha deciso di considerarlo come una semplice “variante” del MacBook Pro tradizionale, aggiornato anch’esso ad Ivy Bridge nello stesso giorno, durante il keynote di apertura della WWDC 2012. Con l’ingresso in scena del modello con display Retina, attualmente solo da 15″, è stato anche messo da parte il tradizionale MacBook Pro 17″, con sommo dispiacere di una ristretta – ma molto importante – cerchia di utenti, per lo più professionisti nel campo multimediale con l’esigenza di uno “studio mobile”. Fatto fuori il 17″ la rosa delle scelte possibili per i portatili “Pro” è ora così configurata:
- MacBook Pro 13″ da 1279€
- MacBook Pro 15″ da 1899€
- MacBook Pro 15″ con display Retina da 2299€
Dietro il tradizionale look&feel dell’unibody, il nuovo portatile nasconde un genoma molto diverso, sia per caratteristiche dimensionali che per struttura interna. Il lavoro svolto dagli ingegneri di Cupertino è stato davvero incredibile, tant’è che in uno spessore di soli 9mm (la parte inferiore del case, senza contare display e piedini in gomma) sono riusciti ad inserire quasi tutto l’hardware del Pro tradizionale, compresa la GPU dedicata con 1GB di memoria.
Tuttavia per connotazioni estetiche e caratteristiche salienti, il Pro Retina ha più elementi in comune con la linea Air, tant’è che, se non fosse un nome davvero terribile, probabilmente lo avrebbero potuto chiamare MacBook Air Pro. Oltre allo spessore ridottissimo, ritroviamo molte altre peculiarità dei superleggeri Apple, come gli SSD, la RAM saldata e l’assenza del quartetto SuperDrive, Ethernet, Firewire, ricevitore infrarossi.
Il MagSafe2 è stato riprogettato per essere più sottile, con il connettore che riprende la forma rettangolare di un tempo e diventa standard anche per tutte le altre linee di portatili aggiornati nel 2012. Finanche la tastiera è più AirStyle, con il pulsante di accensione e spegnimento posizionato al posto di quello di espulsione, a destra di quello F12.
Per la connettività di dispositivi esterni ci sono due porte USB 3.0 (una per lato) e due Thunderbolt, sulle quali si possono anche utilizzare gli adattatori Thunderbolt>Ethernet, per la connessione su reti cablate, e Thunderbolt>Firewire per retrocompatibilità con le periferiche che utilizzano questo standard. È presente solo l’uscita audio per le cuffie e non la line-in, tuttavia la porta da 3,5″ è compatibile con gli auricolari con microfono e controlli, non solo quelli Apple ma anche quelli di migliore qualità (come gli ottimi Sennheiser MM50).
Sul lato destro, oltre alla seconda USB 3.0, si trovano il lettore di memorie ed un’uscita HDMI. Ci ha un po’ sorpreso vedere l’uscita video sul Pro Retina dal momento che Apple ha temporeggiato moltissimo per inserirla nel Mac mini, dove invece sembrava naturale vista la sua vocazione “da salotto”. Riguardo lo slot per la lettura delle Secure Digital, finalmente si tratta di un’unità più moderna, rapida e che supporta le UHS-1. Il nostro test ha evidenziato un’incredibile differenza con il lettore precedente proprio con le memorie più rapide come le Extreme di SanDisk.
Modello | iMac 21,5″ 2011 | MacBook Pro 2012 Retina | ||
---|---|---|---|---|
Samsung SDHC 32GB | Read: 19.7MB/s | Write: 10.3MB/s | Read: 22.9MB/s | Write: 12.0MB/s |
Lexar SDHC 8GB 133x | Read: 19.9MB/s | Write: 12.7MB/s | Read: 22.6MB/s | Write: 18.8MB/s |
SanDisk SDHC Extreme Pro 16GB | Read: 19.9MB/s | Write: 13.6 MB/s | Read: 83.6MB/s | Write: 60.1MB/s |
Una delle novità più interessanti del Pro Retina, ben evidenziata durante la WWDC e nello spot di presentazione del prodotto, riguarda il sistema di areazione. Come di consuetudine vi è una larga apertura nella cerniera del monitor, ideata per smaltire rapidamente il calore in eccesso.
La novità è che sono state create delle ventole con pale asimmetriche che, avendo diverse inclinazioni, producono minor rumore. Tutto il flusso d’aria catturato viene poi indirizzato verso l’esterno, fuoriuscendo attraverso le 3 fessure che si trovano su entrambi i lati alla base del Mac:
Complice la calura estiva, il MacBook Pro Retina non è un computer che definirei davvero “fresco” dal momento che, di questi tempi, viaggia sempre tra i 45/50°. Le ventole però, sono effettivamente molto più silenziose rispetto gli altri MacBook ed anche sotto stress difficilmente riscalda troppo. Le prestazioni che abbiamo misurato sul modello base con Geekbench 2 sono davvero buone, con uno score di 11896 con la CPU da 2,3GHz.
Da qualche giorno è stata attivata anche sul modello base la possibilità di scegliere CPU più veloci in fase d’ordine, con un’aggiunta di 130€ per quella da 2,6GHz (che raggiunge uno score di 12800) e 400€ per la più potente da 2,7GHz (che supera i 13500).
Gli acquirenti che hanno preso il Pro Retina nei primi giorni non hanno gradito questa modifica dell’ultimora. Sarebbe stato opportuno offrire la scelta in BTO fin da principio perché è facile immaginare che, per 130€ di differenza, molti avrebbero deciso di passare dal 2,3GHz al 2,6GHz (prima disponibile solo con il ben più costoso top di gamma). In tutti i casi è sempre una novità positiva quella di avere maggiore possibilità di scelta. Inoltre, chi dovesse aver ricevuto il computer da pochi giorni e ne abbia la volontà, potrebbe richiedere il reso ed eseguire un nuovo acquisto.
Nei MacBook Pro tradizionali, l’utente può aggiornare RAM ed Hard Disk, nonché utilizzare lo spazio del SuperDrive per una seconda unità disco con un adattatore; nelle versioni Retina la RAM è saldata per cui va decisa al momento dell’acquisto. Di base ci sono 8GB di RAM DDR3 a 1600MHz e si può optare per i 16GB con un’aggiunta di 200€. Lion e Mountain Lion hanno la tendenza ad usare molto la memoria volatile per velocizzare l’esperienza utente, per cui almeno 5 degli 8GB si saturano piuttosto rapidamente. Durante i nostri test il taglio base si è dimostrato comunque più che sufficiente nell’elaborazione fotografica ed il montaggio video, grazie anche all’apporto delle velocissime unità allo stato solido.
Il disco base, che Apple chiama SM256E, è un SSD Samsung da 256GB che condivide il medesimo controller del modello 830 già recensito. Con il TRIM attivo di default si va a bilanciare il Garbage Collector “rilassato”, ottenendo prestazioni più costanti ed arrivando anche a superare la velocità del modello originale.
Sul comparto grafico la NVIDIA GeForce GT 650M, dotata da 1GB di memoria GDDR5 su tutti i modelli, sembrava faticare non poco per gestire i 2880 x 1800 pixel del display Retina ed è stato il principale motivo per cui abbiamo voluto attendere il rilascio di Mountain Lion per una valutazione più concreta. Nella “non recensione” abbiamo parlato dei continui lag nelle animazioni di sistema, ancor più evidenti con alcuni software come Safari, ma avevamo già avuto modo di verificare una migliore ottimizzazione su OS X 10.8 in beta. Oggi possiamo affermare senza troppe esitazioni che tali problematiche sono un lontano ricordo perché sono davvero molto ridotte le situazioni in cui si avverte una non perfetta fluidità.
Il display Retina è tutt’uno con il coperchio e fa anche le veci del vetro frontale, riuscendo così a ridurre lo spessore in modo incredibile. Il pannello con tecnologia In Plane Switching offre una qualità ed una riproduzione del colore di gran lunga superiore rispetto gli altri LCD TN presenti nei portatili Apple e, grazie alla sua risoluzione, il livello di dettaglio è davvero impressionante. Il MacBook Pro 15″ tradizionale ha uno schermo da 1440 x 900 pixel che diventano 1680 x 1050 selezionando l’opzione HiRes (99,99€) in fase d’acquisto. Il Pro Retina offre, di base, un’area di lavoro equivalente alla 1440 x 900 che viene “disegnata” sfruttando il quadruplo dei pixel. Le due posizioni successive, selezionabili nel pannello di preferenze Monitor, sono visivamente equivalenti alla 1680 x 1050 ed alla 1920 x 1200, ottenendo così la medesima area di lavoro del compianto 17″.
Il nostro test approfondito (che vi consigliamo di leggere) ha rivelato che tutte le risoluzioni selezionabili dalle preferenze lavorano in modalità HiDPI. In sostanza per uniformare il processo di rendering e sfruttare sempre le immagini a doppia dimensione tipiche del Retina, il MacBook Pro disegna una scrivania virtuale a dimensione doppia che poi adatta alla griglia di pixel reale di 2880 x 1800. Ciò significa che impostando la “Più spazio” la GPU sarà impegnata a renderizzare la UI su 3840 x 2400 pixel, anche se poi verrà visualizzata su 2880 x 1800. Il processo è un po’ complicato ed è alla sua non perfetta ottimizzazione che imputiamo i difetti estetici riscontrati inizialmente su Lion. Già con la prima release di Mountain Lion si è avuto un drastico miglioramento e non c’è dubbio che ulteriori affinamenti lato software (driver/firmware) arriveranno nel prossimo futuro.
La qualità visiva del pannello Retina è immediatamente percepibile ma non sono mancate neanche le critiche. Una tra queste riguarda la grafica dei siti internet che nei browser appare effettivamente sgranata. La maggior parte delle persone, compresi numerosi esperti, segnalano questo come un problema dovuto al display ed alla mancata ottimizzazione dei vari siti. Ovviamente è impensabile che l’intero web si adatti alle esigenze di un solo computer, però sono davvero sorpreso che nessuno si sia accorto che il problema risiede solo nel motore di rendering del browser. Ve lo dimostro con un test semplicissimo che chiunque abbia un MacBook Pro con display Retina può replicare. Basta recarsi su un sito web in cui si nota un’immagine mal riprodotta, magari contenente del testo, ed aprirla anche su Anteprima impostando il fattore di scala al 200% (sono sufficienti due pressioni su cmd+). Si noterà immediatamente che l’immagine ingrandita dal browser viene elaborata diversamente, in modo decisamente peggiore di quanto non faccia il semplice Anteprima.
In sostanza noi vi diciamo che l’attuale visualizzazione “sgranata” del web non si risolverà con il lavoro dei web designer di tutti il mondo impegnati per creare immagini 2x di tutti i siti (assurdo!) ma semplicemente con un aggiornamento dei motori di rendering dei browser; come WebKit, usato sia da Google Chrome che Safari.
Anche la scelta di utilizzare una copertura lucida ha destato non poche perplessità nel mondo professionale, specie perché manca totalmente la possibilità di scegliere la finitura opaca in fase d’acquisto. Nei MacBook Pro tradizionali si aggiungono 99,99€ per avere l’HiRes (1680 x 1050) e si ha la possibilità di selezionare a pari prezzo lucido o opaco. Apple ci dice che il trattamento antiriflesso è stato particolarmente ottimizzato rispetto ai normali Pro ed effettivamente è così, tuttavia lavorare con una fonte di luce diretta crea comunque dei riflessi. Inoltre la luminosità massima del display è leggermente inferiore e questo può complicare la visione all’aperto.
Tastiera e trackpad sono i tradizionali, ampi e comodi, la Facetime è in HD (720p), l’audio è di sufficiente qualità ma non particolarmente potente e mancano, rispetto al MacBook Pro tradizionale, sia il ricevitore infrarossi che l’indicatore di carica a led. L’assenza del SuperDrive può essere mitigata sfruttando la funzionalità Disco Remoto, che consente di utilizzare quello di un altro computer (Mac/PC), oppure con l’acquisto di una unità esterna, con prezzi che variano da circa 25€ per masterizzatori DVD a meno di 100€ per un masterizzatore BluRay compatibile con Mac, entrambi autoalimentati e compatti.
Per la connettività wireless ci si affida al Wi-Fi n (con supporto per la banda da 5GHz) ed al Bluetooth 4.0. Secondo le previsioni il prossimo standard 802.11ac verrà approvato solo nel tardo 2013 e per quella data è possibile che le basi AirPort di fascia alta sfrutteranno le nuove specifiche. Solo successivamente Apple dovrebbe iniziare ad introdurlo anche nei computer.
Un’ultima considerazione su questo computer riguarda la durata della batteria che, sicuramente, non raggiunge le 7 ore dichiarate. Anzi, personalmente non ho mai neanche sfiorato le 5 ore, sia con Lion che con Mountain Lion, mentre con un uso intensivo si scarica tutta la batteria in meno di 3 ore. Visto il grandissimo pacco batterie siamo piuttosto inclini a pensare che Apple abbia la possibilità, nonché il dovere, di ottimizzare anche questo aspetto affinché si raggiungano almeno 4 ore con un uso “medio” realistico.
Conclusioni / Costi
Arriviamo alla fine di questa nostra analisi con un bagaglio di informazioni, alcune positive, altre negative. Non abbiamo voluto soffermarci troppo sulle caratteristiche estetiche/dimensionali del MacBook Pro con display Retina per evitare che potesse diventare una recensione basata su fattori estetici e poco concreti, tuttavia vi consigliamo di recarvi in uno store per guardarlo dal vivo. L’impressione che se ne ricava immediatamente è che tutti i portatili dovrebbero essere così. Il Pro tradizionale è davvero simile nell’aspetto ma basta avvicinarlo al modello Retina per percepire la sua anzianità. Apple lo ha volutamente mantenuto a listino perché rimane più completo ed espandibile e, tutto sommato, con l’opzione HiRes offre un display più che decoroso. Dopo un mese di utilizzo intensivo del Pro Retina mi sono accorto che la risoluzione di default è perfetta per navigazione ed uso generico e che quella più spaziosa è incredibilmente produttiva con Aperture, Lightroom, Photoshop, Final Cut, Motion, ecc.. Finisco per passare spesso da una modalità all’altra ma quella intermedia, che è poi equivalente alla 1680 x 1050 del Pro standard con opzione HiRes, riesce a soddisfare sufficientemente bene entrambe le esigenze. Quel che è certo è che la medesima area di lavoro sul display Retina offre comunque una visualizzazione migliore, sia per definizione che per resa cromatica. Come tutti i prodotti che perseguono una finalità ben precisa, per massimizzare la portabilità e la velocità si è dovuto sacrificare espandibilità ed alcuni componenti. Non pensiamo che l’assenza del SuperDrive o dell’Ethernet possano essere considerate problemi reali, a meno di casi particolari tutto si risolve con meno di 30€ e si usa solo quando serve, tuttavia se nell’Air la RAM saldata, la ridotta capienza e la difficoltà di reperimento di SSD sostitutivi può essere considerata come un aspetto del tutto trascurabile, su un “Pro” potrebbe indurre a qualche riflessione in più. Vediamo però di valutare il tutto nel modo più oggettivo possibile. Se acquistiamo il modello tradizionale possiamo arrivare a 16GB di RAM con meno di 150€ di spesa ed aggiungere un SSD aftermarket simile con poco più di più 200€. Se ci mettiamo anche il prezzo dell’opzione HiRes, allora il Retina diventa più conveniente vista la qualità del display. In sostanza stiamo dicendo che con il Pro normale si può partire “scarsi” (senza neanche un SSD) e raggiungere successivamente le performance del Retina, senza il suo display e con una spesa equivalente, se non superiore. Uno svantaggio del nuovo modello è la necessità di dover scegliere se portare la RAM a 16GB al momento dell’acquisto, perché la CPU non si potrebbe modificare neanche in quello tradizionale e gli SSD, seppure con scelta minore, saranno aggiornabili appena OWC presenterà il kit di upgrade (già in distribuzione quello per gli Air 2012 con case USB 3.0 per riutilizzo del disco interno). Gli 8GB si cono sembrati una soluzione già molto valida e, a meno di casi particolari, non pensiamo sia necessario raddoppiarli. Tuttavia non poterlo fare in futuro è ovviamente causa di indecisione nel presente, specie se si intende tenere il computer per lungo periodo. Il nostro consiglio per chi non è sufficientemente “esperto” da valutare da sé le proprie necessità (ci riferiamo ai professionisti), è di considerare il possibile ciclo vitale di questo computer perché se è di circa 3 anni potreste non sentire davvero l’esigenza di un maggiore quantitativo di RAM. Discorso a parte vale per i videogiochi: non troviamo che il MacBook Pro Retina sia una scelta logica per chi vuole giocare ma, in quel caso, RAM e CPU non sono mai abbastanza, specie con queste risoluzioni. Probabilmente l’unico aspetto in cui il modello tradizionale è inderogabilmente migliore è per la possibilità di avere contemporaneamente la velocità dell’SSD e la capienza di un HDD meccanico per i dati, sfruttando uno dei molti adattatori in commercio. Le unità esterne USB 3.0 sono molto economiche ma per colmare questo gap dovrebbero iniziare a vedersi dei case Thunderbolt a buon prezzo. Del MacBook Pro con display Retina ci è piaciuta la dimensione (il modello precedente sembra un cassone a confronto), il peso ridotto, l’incredibile schermo, la potenza del comparto CPU/GPU, la reattività del disco Samsung SATA3 ed il prezzo che, confrontato con il modello tradizionale, risulta essere anche più conveniente a parità di caratteristiche. Non ci è piaciuto l’iniziale periodo di distribuzione zoppicante con Lion, ora alle spalle, e lo schermo lucido, inoltre speriamo davvero che l’ottimizzazione futura di Mountain Lion possa conferire maggiore durata alla batteria. È difficile non vedere che il MacBook Pro con display Retina rappresenta il futuro e nessuno dei punti negativi che abbiamo voluto evidenziare ci è apparso come un problema concreto o insormontabile, l’importante è capire fin da principio le sue prerogative e sceglierlo di conseguenza. Per noi continua ad avere più senso considerarlo come un MacBook Air Pro.
PRO
Incredibilmente sottile e poco pesante
Schermo dall’incredibile definizione e con ottima resa cromatica
Possibilità di cambiare risoluzione per adattarsi all’utilizzo e senza perdita di qualità
Tutta la potenza di un computer professionale in una dimensione da ultraleggero
Unità SSD molto veloce
Doppia porta Thunderbolt, utile anche per i numerosi adattatori
Uscita HDMI
Lettore Secure Digital compatibile UHS-1 con ottime prestazioni
CONTRO
Pur avendo atteso oltre 1 mese per la recensione, OS X richiede ancora qualche ottimizzazione
La durata della batteria con OS X 10.8.0 è la metà rispetto le 7 ore dichiarate (vedremo in futuro)
Con forte luce diretta si avverte che la luminosità massima del display dovrebbe essere maggiore
Impossibile aggiornare la RAM dopo l’acquisto
DA CONSIDERARE
Prezzo più vantaggioso, a parità di caratteristiche, rispetto il modello tradizionale