Cosa può dirci, al di là dei prossimi rumor, l’iPhone 5 sul futuro iPad (?)

Il punto di domanda tra parentesi nel titolo è voluto, perché alla fine non è solo una riflessione, ma anche una questione aperta. E lo sarà fino al rilascio dell’iPad di quarta generazione, nel 2013. A ispirare questa analisi è stata una simile sviluppata da Cult Of Mac, la quale si è già posta la domanda di partenza. Tralasceremo volutamente alcuni aspetti, come Lightning, su cui fare qualsiasi previsione risulterebbe simile alla famosa pubblicità in cui si chiede se “ti piace vincere facile”: è pressoché la prima caratteristica sicura degli iPad futuri, dato che Apple cerca di includere il più possibile dei trait d’union tra i suoi vari dispositivi, connettore incluso. Preferiamo concentrarci perlopiù su processore, schermo, LTE e design.

Processore e RAM
Contrariamente a quanto successo con le prime due generazioni di iPad, dove precedevano l’iPhone nel ricevere nuovi processori (gli A4 e gli A5 hanno fatto entrambi la loro prima comparsa nel tablet Apple), quest’anno l’azienda ha scelto un approccio più soft, con l’A5X: una versione rimaneggiata  dell’A5 originale sul lato GPU, dove si è passati a un quad-core, lasciando per il resto la stessa CPU dual-core, nonché il processo produttivo a 45 nanometri. Il perché non è presente una soluzione completamente quad-core, CPU compresa, nell’iPad di terza generazione è già stato spiegato: a fronte di un sicuro aumento di prestazioni, avrebbe comportato maggiori consumi e maggiore dissipazione di calore, quest’ultimo argomento sentito nonostante tutto anche con l’A5X. Una soluzione sarebbe stata quella di passare al processo produttivo a 32 nm, più efficiente dal punto di vista energetico, ma Apple non era ancora pronta a utilizzarlo su prodotti di punta, tanto che il cambiamento è partito dalle retrovie sulla Apple TV 3G e sulla revisione dell’iPad 2 conseguente al suo “declassamento” a quota 399 €. Mesi preziosi, che hanno confermato la bontà della direzione presa e che hanno alla fine permesso all’iPhone 5 di ottenere l’A6, dual-core a 32 nm e con una architettura simile alla Cortex-A15 di ARM. Le prestazioni, alla fine, hanno ripagato gli sforzi, dato che nelle prove, sia con benchmark che nell’uso, il nuovo processore ha dato risultati più che buoni, avvicinandosi e in alcuni casi superando quad-core con architettura Cortex-A9, similmente a quanto riescono a fare anche gli altrettanto recenti Snapdragon S4 di Qualcomm, con architettura A15-like come la CPU Apple.

Su iPad, a questo punto, vale ancora rimanere al dual-core? Crediamo che al prossimo giro il salto a quota 4 sia più che possibile: il processo produttivo e l’architettura hanno ora tutte le carte in regola per far sì che si possa avere migliori performance con minori consumi. Non saremmo stupiti, dunque, di vedere un A6X quad-core, con frequenza oscillante tra 750 MHz e 1.2 GHz a seconda della situazione (sarebbe lo stesso comportamento dell’A6, dunque il lieve aumento di clock non risulterebbe inaspettato) e ulteriori miglioramenti al comparto grafico, magari basato sulla ormai prossima generazione Serie 6 di PowerVR, sempre che ovviamente sia pronta in tempo utile. Nel caso non lo fosse, è probabile che, come anche Cult Of Mac prevede, si scelga una soluzione appartenente alla Serie 5, ma comunque più potente delle attuali SGX543MP impiegate. Per quanto riguarda la RAM, ogni iPad ha ottenuto incrementi rispetto al precedente, dunque non ci aspettiamo eccezioni: con buona probabilità si arriverà a 2 GB, un quantitativo di tutto rispetto. Certo, attualmente sembra strano pensare a ciò, non si vedono applicazioni e/o giochi che possano chiedere così tanto. Tuttavia con l’evoluzione dei tablet nel corso del tempo anche la complessità tecnica del software aumenta, con conseguenti ripercussioni sui requisiti di sistema.

Schermo
La questione è alquanto complessa. Fino all’avvento dell’iPhone 5, pochi scommettevano con sicurezza sul passaggio al formato widescreen. E invece è accaduto. Sull’iPad? Cult Of Mac presenta scetticismo, a riguardo: il 16:9 potrebbe infatti presentare un problema di frammentazione sulla parte tablet di iOS, creando dunque malumori tra gli sviluppatori. A nostro avviso, però, sarebbero pressapoco le stesse che vi sono attualmente per il cambio effettuato con il nuovo iPhone. Un periodo di adattamento, sia lato sviluppatore che lato utente, sarà sicuramente necessario e almeno agli inizi sarà facile ritrovarsi con app non a tutto schermo. Insomma, non è lì che ci sembra essere il vero pomo della discordia.

Il dubbio noi ce lo poniamo di più sulla versatilità del dispositivo: Apple ha pensato all’iPad come un tuttofare, con spiccata propensione per la lettura. L’aspect ratio 4:3 è in comune con la maggioranza dei lettori eBook, infatti, ed è un settore in cui con iBooks l’azienda di Cupertino sta cercando di premere molto, sia per gli utenti comuni che per l’ambito educativo/scolastico. Ciò significa, quindi, che la scelta tra i due formati ne ponga anche una settoriale: porre l’accento sulla fruizione, ad esempio, di filmati mettendo però in secondo piano i libri elettronici, oppure continuare a dare importanza a questi ultimi sapendo che comunque gli altri contenuti rimangono godibili? Alla fine, ad Apple converrebbe più la seconda soluzione, non andando oltre i 2048×1536, a meno di ulteriori miglioramenti dei Retina Display da questo punto di vista. Ciò non significa che lo schermo rimarrà statico, senza alcuna novità: come giustamente fa notare Cult Of Mac, l’iPhone 5 utilizza una nuova tecnologia denominata in-cell che include in un unico strato il display e i sensori di tocco, con minor ingombro interno. Se a ciò su tablet si accompagnasse la tecnologia IGZO di Sharp, che consentirebbe di diminuire i consumi a fronte di una resa qualitativa pari o superiore alle soluzioni finora adottate, ecco che ne verrebbe fuori un quadro piuttosto interessante.

LTE
Questo non è un argomento trattato da Cult Of Mac, dal momento che come americani possono ritenersi “sazi” e ben supportati, a riguardo: lo stiamo approfondendo qui noi perché è una tematica che presenta risvolti per noi europei, ancora agli inizi con questa nuova tecnologia. Come sappiamo, l’LTE è presente sia sull’iPad di terza generazione che sull’iPhone 5. Su tablet, però, l’amara sorpresa è stata la totale assenza delle bande che saranno utilizzate in Europa, ossia 800, 1800 e 2600 MHz. Il nuovo Melafonino pone parziale rimedio a questa situazione, avendo il supporto anche per la banda 1800, nelle versioni non statunitensi del dispositivo. Come abbiamo appena detto, però, è una soluzione solo parziale, dato che il maggiore uso, in particolare nell’extraurbano, si concentrerà sulla banda 800. Concetto già valido per GSM e UMTS, anche per l’LTE usare una frequenza più bassa aiuta ad avere una buona copertura senza la necessità di installare un alto numero di antenne, con vantaggi economici per il carrier. L’iPad del 2013, probabilmente, avrà finalmente accesso ai 1800 MHz, ma ci chiediamo se non fosse a questo punto il caso di spingersi oltre e supportare pure le restanti bande.

Design
Non sappiamo se l’iPhone 5, nell’aspetto, soprattutto la parte posteriore, influenzerà in modo significante anche il prossimo iPad. Come Cult Of Mac, ci aspettiamo però che tutte le migliorie possibili in termini di hardware e schermo possano portare a una diminuzione dello spessore, contrariamente a quanto successo con la terza generazione, che seppur di poco è andata in rialzo. Minori ingombri dei componenti interni comportano poi la possibilità, eventualmente, di concentrarsi su uno degli aspetti più critici, ossia la batteria. Più spazio è a disposizione, più c’è la possibilità di sfruttarlo a vantaggio dei consumi. E poiché anche per le batterie il progresso è continuo, si potrebbe alla fine ottenere più ore d’uso con meno spessore del dispositivo. Una situazione che sarebbe a vantaggio di tutti.

Concludiamo qui la nostra riflessione relativa a quanto possa influire l’iPhone 5 sul futuro iPad. Naturalmente è un discorso ancora a livello poco più che preliminare, fattibile grazie alla bassa presenza di rumor a muovere le acque, almeno per il momento. Nel corso dei prossimi mesi ci sarà sicuramente tempo e modo di tornare sull’argomento, con indicazioni più dettagliate. Una cosa la possiamo dare per sicura: come è successo ai modelli già usciti, il prossimo iPad farà parlare tanto di sé, nel bene e nel male.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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