Alcuni amici e colleghi si stupiscono della mia capacità di memorizzare moltissime informazioni inerenti la mia attività, altri mi credono uno smemorato. In effetti non è insolito che io dimentichi totalmente una data importante o che guidando verso una destinazione mi distragga sbagliando strada. Eppure quando si tratta di cinema, computer, fotografia, programmazione, ecc… difficile che io dimentichi ciò che mi interessa. La “memoria assoluta” è rara, ho un amico che ricorda qualsiasi targa o numero di telefono visto anche una sola volta, ma normalmente si fa un po’ di fatica a tenere a mente tutto ciò che serve. Inoltre la generazione informatica subisce la negativa influenza della tecnologia, affidando troppo spesso il compito di ricordare a cellulari e computer, con il rischio di rimanere spiazzati senza di questi. È normale riuscire a memorizzare più facilmente ciò che interessa, soprattutto se l’informazione risulta connessa ad altre già “immagazzinate”. Non è una novità che usando filastrocche o altre strutture ricorrenti si riesca a ricordare più facilmente un numero (di solito creo una storiella per le targhe delle auto) e, conoscendo le proprie attitudini, si possono ottenere risultati ancora migliori. Ad esempio, avendo una buona memoria visiva, a me risulta molto più semplice ricordare un numero di telefono osservando il disegno che crea sulla tastiera. Addirittura di alcuni codici pin ricordo solo questa forma che “disegno” istintivamente e, per risalire al numero, devo soffermarmi a pensare pensare quali “tasti” incrocia.
Una vita frenetica, con mille impegni ed interessi, induce facilmente a dimenticare qualcosa. Fin da quando si scriveva su un monitor a fosfori verdi, ho imparato l’utilità di prendere appunti sul computer ma, grazie agli attuali strumenti ed alle funzioni di sincronizzazione cloud, oggi tutto risulta più pratico ed efficiente. Ho passato diverso tempo a cercare la migliore applicazione (o meglio, quella che preferisco) per questo o quell’altro scopo e, quasi sempre, ho raggiunto il mio scopo. Per le note, invece, e mi riferisco a quelle organizzative/testuali, ho raggiunto una discreta comodità solo incrociando tre applicazioni differenti.
Con Mountain Lion ed iOS6 l’utilizzo delle Note di iCloud è nativo, gratuito ed intuitivo, ma non ci faccio un grande affidamento dopo alcuni brutti precedenti. Proprio due settimane fa, uscendo per acquistare un elemento di arredamento, avevo preso le misure segnandole in una nota sul Mac. Esco di casa tranquillo di potervi accedere e nulla… dopo 30 minuti sono dovuto rientrare a casa per scriverlo su un foglio di carta! La sincronizzazione iCloud non è per nulla efficiente ed ora la utilizzo solo per le informazioni statiche e meno impellenti.
L’altro strumento che consiglio in ambito lavorativo è Evernote, gratuito entro determinate soglie di utilizzo. Non lo usavo fino a pochi mesi fa ma, creando un account unico per l’azienda, riusciamo a gestire abbastanza comodamente i lavori con i colleghi. Tutto il resto delle note importanti e ad immediata consultazione su ogni dispositivo, le gestivo e le gestisco con l’app Things.
Ne avevo già parlato nel lontano 2010, recensendo la prima versione, ma solo ora è stato aggiunto il supporto alla sincronizzazione Cloud, diventando la mia prima scelta in assoluto. A dispetto di quanto alcuni riportano, Things 2 per Mac non sfrutta iCloud ma una sincronizzazione proprietaria. E fortunatamente, aggiungo io, perché funziona molto meglio. Appena si finisce di modificare una nota su una postazione, non passano che pochi istanti prima di vederla aggiornata sulle altre. E, cosa ancor più importante, la stessa praticità viene mantenuta anche con le relative app per iPhone ed iPad.
Things consente di gestire note singole o catalogate per progetti, di creare aree di competenza e contatti di riferimento. Tramite tag (etichette) si possono filtrare i contenuti rapidamente, dalla prima riga sotto la barra del titolo e con la schedulazione si possono avere dei promemoria, sia singoli che ricorrenti. L’interfaccia è semplice ma piuttosto efficiente, l’unica cosa da ricordare è che la sincronizzazione non avviene finché la nota è in corso di modifica, la si deve prima chiudere cliccando sul titolo o eseguendo una qualsiasi altra operazione al di fuori di essa. È un particolare non da poco visto che una volta l’ho lasciata aperta per la fretta e l’ho scoperto amaramente sulla mia pelle.
Conclusioni / Costi
Onestamente ci sono solo due aspetti che non mi piacciono di Things 2. Il primo mi sembra ormai un retaggio del passato e riguarda la memorizzazione di note esclusivamente in plain text, ovvero senza formattazione o allegati, aspetto che, in alcuni casi, può essere davvero cruciale. Il secondo è che per averlo su tutti i dispositivi si devono acquistare la versione per Mac (39,99€) quella per iPad (15,99€) e, non essendo universale, anche l’app per iPhone (7,99€). Il costo completo per l’utilizzo su tutte le postazioni, che è poi uno dei suoi vantaggi primari, può quindi raggiungere 63,97€. Tuttavia l’app che più gli assomiglia, la non troppo nota The Hit List, ha lo stesso prezzo di base ma poi richiede un canone per la sincronizzazione cloud… seppure questa gestisca note con allegati e rich text (davvero utile) costringe ad un costante pagamento.
PRO
Interfaccia semplice e ben organizzata
Possibilità di raggruppare gli eventi in progetti ed aree
Organizzazione e ricerca veloce per tag
Sincronizzazione Cloud molto efficiente
Integrato con Spotlight per le ricerche
Possibilità di aggiungere contatti
CONTRO
Solo note testuali, senza documenti allegati
Il costo complessivo per Mac, iPhone ed iPad diventa importante
CONSIDERAZIONI
Ancora non si parla di localizzazione italiana